26.2.20

SALUTE IN ITALIA: DIRITTI DI CARTA!



di Gianni Lannes



Altro che coronavirus (Covid-19): da noi c'è di peggio. Nel belpaese il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione Repubblicana, è qualcosa di concretamente effimero, che qualunque anima viva può toccare con mano, poiché tantissime persone muoiono ogni giorno a causa del grave inquinamento industriale e bellico provocato dalla NATO e dagli USA nello Stivale. Autorità mediche ed istituzioni politiche hanno allarmato l'intera Italia quasi paralizzandola, dimenticando chi muore giornalmente di tante altre patologie non causate dai virus. Vogliamo parlare di Taranto oppure di ecomafie?


foto Gianni Lannes


A parte, la quotidiana violazione del dettato costituzionale, in particolare l'articolo 32, anche la Convenzione di Oviedo - del 4 aprile 1997 - «per la protezione dei diritti dell'uomo e la dignità dell'essere umano riguardo all'applicazione della biologia e della medicina» non è mai stata ratificata a livello ufficiale in sede internazionale. Infatti, l'Italia ha approvato la legge di ratifica del 28 marzo 2001, numero 145. Ma la stessa norma legislativa, all'articolo 3, comma 1, prevede che: «Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti ulteriori disposizioni occorrenti per l'adattamento dell'ordinamento giuridico italiano ai principi e alle norme della Convenzione e del Protocollo».

  foto Gianni Lannes

Incredibile, nonostante la legge 145 del 2001 abbia autorizzato la ratifica della Convenzione, lo strumento di ratifica non è ancora depositato presso il Segretariato:generale del Consiglio d'Europa, non essendo stati emanati i decreti legislativi previsti dalla legge per l'adattamento dell'ordinamento italiano ai princìpi e alle norme della Costituzione.

foto Gianni Lannes


Da ben 23 anni il nostro Paese attende che l'accordo entri in vigore, nonostante la sollecitazione nel 2012 del Comitato Nazionale per la Bioetica, l'Italia è uno dei pochi Paesi europei che non ha ancora depositato il protocollo di ratifica della Convenzione al Consiglio d'Europa, rendendo in tal modo l’iter di applicazione incompleto. Il CNB nella seduta plenaria del 24 febbraio 2012, ha approvato una mozione per il completamento dell’iter concernente la convenzione, con cui ha rinnovato la disponibilità a esaminare sotto il profilo bioetico tutte le problematiche relative al completamento dell’iter.

È presumibile ritenere che gli adeguamenti normativi al nostro ordinamento siano divenuti pressoché superflui in seguito all'approvazione della legge numero 219 sul testamento biologico datato 22 dicembre 2017, per cui le riserve di carattere politico di questi anni sono divenute anacronistiche e non più motivo di mancata conclusione dell’iter.

La convenzione riconosce a tutti gli esseri umani, indistintamente, diritti inalienabili e come recita l'articolo 5: «Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto un'informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell'intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso».
Nella convenzione sono disciplinate norme a tutela delle persone e della loro sfera privata in ambito sanitario e vengono specificate nei vari capitoli le disposizioni riguardanti il consenso, la vita privata e il diritto all'informazione, il genoma umano, la ricerca scientifica, il prelievo di organi e di tessuti da donatori viventi a fini di trapianto, il divieto del profitto e utilizzazione di una parte del corpo umano, la violazione delle disposizioni della convenzione, la relazione fra la presente convenzione e altre disposizioni, ed altre specifiche per il corretto adeguamento delle disposizioni contenute nella convenzione.

Il mancato deposito dello strumento di ratifica costituisce un grave limite per l'applicazione nell'ordinamento interno dei principi fissati dalla convenzione e indebolisce la posizione dell'Italia, da tempo impegnata in sede internazionale nella promozione dei diritti umani e, in particolare, della dignità dell'essere umano, che può essere lesa dall'applicazione delle nuove tecnologie in assenza di adeguati presìdi normativi.

Il Governo Conte che adesso annaspa sotto il Covid-19, sia pure sollecitato nel 2018 a livello parlamentare e direttamente a porre rimedio a questa grave anomalia, non reputa opportuno e necessario porre in essere tutte le iniziative di competenza affinché si concluda l’iter in seno al Consiglio d'Europa, relativo alla Convenzione di Oviedo, al fine di dare piena e completa efficacia alla convenzione medesima, la quale contiene princìpi fondamentali per la protezione dei diritti dell'uomo e della dignità dell'essere umano riguardo all'applicazione della biologia e della medicina.



Riferimenti: