di
Gianni Lannes
Pedofilia
sostenuta dal potere politico. Nella banca dati del Parlamento
italiano giacciono attualmente - nel corso della XVIII legislatura -
ben 9 atti di ispezione (interrogazioni ed interpellanze) relativi
alla pedofilia, indirizzati al governo Conte, che non hanno avuto mai
risposta.
Non è tutto. Ben 150mila euro dal ministero dei Beni culturali, altri 105. 374 dalla Regione Emilia Romagna e 28.840 dalla Puglia (Apulia Film Commission) sono stati elargiti per il film “Gli anni amari”, sulla figura suicida di Mario Mieli, il paladino di omosessualità, pedofilia e coprofagia.
La pellicola racconta la vita di Mario Mieli, icona della teoria gender, che praticava la coprofagia e che, come si evince dai suoi scritti, difendeva i rapporti sessuali con i bambini.
Ciò che indigna è il fatto che fondi pubblici vengano sperperati per un film che celebra un teorico della pedofilia e della coprofagia. L'aspetto più aberrante sono le sue riflessioni su quella che lui chiamava «pederastia», ovvero la pedofilia, che spiegava testualmente così: «Per pederastia», specifica, «intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini.». Ancora, nel suo scritto «Elementi di critica omosessuale» pubblicato da Feltrinelli nel 1977, Mieli ha scritto: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino (…) l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, "educastra", nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. (…). La pederastia (…) "è una freccia di libido scagliata contro il feto"».
Purtroppo, tali teorie sono state introdotte attraverso alcuni progetti gender nelle scuole pubbliche italiane.
Riferimenti: