"Ufficialmente: zone marine aperte alla presentazione di nuove istanze di sfruttamento degli idrocarburi". |
di
Gianni Lannes
La prima vittima è il mare tricolore, grazie alla disattenzione e al disinteresse generale. Inquinamento
a tappeto e terremoti indotti dalla speculazione, sfruttamento ambientale e degrado politico. Stamani è andato
in onda uno scossone nel Mar Jonio, al largo di isola Capo Rizzuto
per intenderci, con ipocentro ad appena 8 chilometri (profondità) nel fondale. Il 4
febbraio scorso, ben due scosse hanno colpito l'Adriatico centrale
(al largo di Vasto) con ipocentro a 6 e 10 chilometri.
Carte ufficiali alla mano, il belpaese ha ormai ipotecato alle multinazionali straniere anche il
mare sopravvissuto al peggio. La ricerca e lo sfruttamento di gas e
petrolio mette in pericolo lo Stivale, isole tutte comprese. La legge
11 febbraio 2019, numero 12, pur in vigore sulla carta, viene
rispettata? Chi controlla i controllori? Il cosiddetto “piano per
la transizione energetica” è stato realizzato?
Come
recita il portale online del Mise:
«La
Legge prevede che fino all'adozione del Piano i procedimenti
amministrativi per il conferimento di nuovi permessi di prospezione e
di ricerca di idrocarburi sono sospesi, così come sono sospesi i
permessi già in essere, sia per aree in terraferma che in mare, con
conseguente interruzione delle relative attività. La sospensione non
riguarda le istanze di concessione di coltivazione già presentate né
le attività di coltivazione in essere... Le attività di
coltivazione esistenti che dovessero risultare incompatibili con le
previsioni del PITESAI manterranno invece la loro efficacia sino alla
scadenza. Qualora il piano non dovesse essere adottato entro 24 mesi
dalla data di entrata in vigore della citata legge, cessa la
sospensione prevista sia per i procedimenti che per le attività
esistenti».
Il grillino Di Maio in veste ministeriale ha, inoltre, spiegato che «fermare le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel nostro Paese avrebbe creato risparmio da destinare a incentivi e sgravi sulle nuove energie rinnovabili». Come mai il Di Maio (già capo del Mise) e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non hanno mai risposto alle decine di interrogazioni parlamentari relative agli idrocarburi? Nel corso della XVIII sono attualmente ben 35 gli atti parlamentari (interrogazioni ed interpellanze prive di chiarimento governativo. Il ministro Luigi Di Maio ha per caso mentito? E il primo ministro Conte perché tace?
Riferimenti:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/02060&ramo=S&leg=18
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=trivelle
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=trivelle
Atti parlamentari a cui il governo Conte (1-2) non ha risposto:
3/01080 (25 luglio 2019), 4/01942 (9 gennaio 219), 4/00089 (29 maggio 2018), 4/01940 (9 gennaio 2019), 4/02557 (2 dicembre 2019), 4/02060 (1 agosto 2019), 4/02640 (17 dicembre 2019), 4/01958(15 gennaio 2019), 4/01536 (3 aprile 2019), 4/01393 (16/10/2018), 4/02258 (9 ottobre 2019), 4/00913 (2 agosto 2018), 3/01281 (16 dicembre 2019), 2/00473 (26 luglio 2019), 3/00889 (5 giugno 2019), 3/00618 (21 febbraio 2019), 3/00929 (31 luglio 2019), 3/00743 (28 marzo 2019), 4/04284 (9 dicembre 2019), 4/02499 (19 novembre 2019),4/01985 (18 luglio 2019), 4/03117 (19 giugno 2019), 4/02975 (29 maggio 2019), 4/01417 (19 marzo 2019),4/00605 (4 luglio 2018), 4/00130 (29 maggio 2018), 3/00162 (2 agosto 2018), 4/01291 (21 febbraio 2019), 4/03591 (17 settembre 2019), 4/00831 (30 luglio 2018), 4/03754 (4 ottobre 2019), 4/01253 (19 febbraio 2019), 4/01479 (26 marzo 2019), 4/00892 (1 agosto 2018), 4/01954 (16 luglio 2019).