15.3.14

NATO: COLPITO E AFFONDATO. UNA STRAGE DI STATO USA COPERTA DA ROMA

FRANCESCO PADRE A MOLFETTA - ARCHIVIO LANNES




di Gianni Lannes

Le ferite insanguinate dopo 20 anni sono ancora aperte. Il diritto alla giustizia non va in prescrizione, specie dopo una strage di Stato in tempo di pace.

La notte fra il 3 il 4 novembre 1994 nel Mare Adriatico furono assassinati cinque pescatori e il loro cane Leone. Erano lavoratori onesti, padri di famiglia, persone umili, esseri umani, cittadini a cui lo Stato italiano ha impedito addirittura la sepoltura in terra, pur di non far venire a galla la verità indicibile, coperta dalla ragione di Stato. La verità è stata seppellita insieme alle vittime innocenti in carte ancora oggi top secret

“Exercise Nato in Adriatic Maritime Operation in the Adratic. Operation Deny Flight was conducted from 12  april 1993 to 20 december 1995”.

Ma la verità non si può imprigionare per sempre dentro una menzogna grande quanto due Stati alleati, anzi complici.



mappa nautica - elaborazione Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

A sparare senza un motivo contro il peschereccio di Molfetta, due unità da guerra a stelle e strisce, durante l’operazione “Sharp Guard”: USS YORKTOWN e USS RIVER.



Un libro di inchiesta - Nato: colpito e affondato - nel novembre 2009, con prove schiaccianti ha ricostruito nei dettagli la nebulosa vicenda inchiodando le responsabilità delle forze armate del Governo degli Stati Uniti d'America. Nel 2010 ho fornito la mia collaborazione gratuita ai magistrati. La Procura della Repubblica di Trani sulla base di questi riscontri, nel febbraio 2010 ha riaperto le indagini (archiviate nel 1997), e ha chiesto conto alle autorità di Washington mediante una commissione rogatoria, andando a sbattere contro il solito muro di gomma. 

L'Italia è un Paese a sovranità inesistente da 70 anni: dalla strage di Portella della Ginestra, alla strage di Ustica, dalle stragi di piazze e banche alle stragi nei treni, dalla strage del Moby Prince, alla strage del Cermis. I cosiddetti "Alleati" grazie alla tacita connivenza di governanti italidioti telecomandati, hanno ridotto al contempo lo Stivale in una discarica chimica e in una portarerei nucleare. Nel 1995 l'ammiraglio Umberto Guarnieri, sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, in un rapporto alla Procura di Trani in relazione al Francesco Padre, brutalizzando impunemente i fatti, fa riferimento a un "naufragio".






Il Pentagono in preda a un ricorrente vuoto di memoria criminale, ha testualmente comunicato il 17 maggio 2012: «... Non ci sono informazioni di risposta... ».


L’inchiesta giornalistica ha consentito di appurare che invece nell’area dove è stata fulmineamente colata a picco la motobarca italiana, stazionavano una dozzina di unità aeronavali della Nato. Infatti, a bordo della Baleares, una fregata spagnola, vi era il comandante in capo dell’operazione, ovvero il vice ammiraglio José A. Martines Sainz-Rosas (mai interrogato dai magistrati italiani). La versione ufficiale dell’accaduto è stata fornita in prima battuta da un aereo pattugliatore marittimo (P 3 C Orion) nordamericano decollato dalla base di bellica di Sigonella (in Sicilia). 







Il comandante del velivolo statunitense, di cui non sono mai state fornite le generalità, ha avvistato un bagliore in mare. In quel dispaccio mai consegnato alla magistratura italiana, si esclude che l’esplosione sia stata causata dall’esterno, bensì originata dall’interno, ossia sulla barca stessa. Come abbiano fatto di notte e dall'alto dei cieli, i militari yankee a ricostruire con esattezza aprioristica la dinamica dei fatti, è un mistero che cozza contro ogni logica. Ed è pure inspiegabile un bersaglio che scompare improvvisamente dal controllo delle operazioni. Quel nastro dove è registrata l’esplosione della barca da pesca non è mai entrato negli atti dell’inchiesta giudiziaria. In quel documento si potrebbero sicuramente vedere le tracce reiterate di un'azione offensiva di origine non accidentale ma dolosa, che va a colpire il peschereccio.




I documenti militari dell’Alleanza atlantica, mai forniti ai magistrati italiani, riportano testualmente:

«In 1994 he was appointed COMWEUCONMARFOR Chief of Staff in the Adriatic during Operation “Sharp Guard”, from February to August. In September 1994 he took command of the frigate “Baleares”.




Nella richiesta di archiviazione formulata dal pm Giancarlo Montedoro, ma all'epoca senza uno straccio di indagine approfondita,  il 30 gennaio 1997 del procedimento penale numero 4243/1995, acriticamente recepita dal gip Giulia Pavese, tra l’altro è scritto:

sono rimasti ignoti gli autori del fatto… In data 4/11/1994 Compamare Molfetta inviava alla Procura della Repubblica di Trani un fax con la notizia dell’affondamento del M/P “Francesco Padre”. Si riferiva in particolare che alle 5,30 un aereo militare in posizione circa 20 miglia a sud ovest di Budva in Serbia Montenegro avvistava un intenso bagliore non meglio identificato…».


I conti, però, non tornano proprio. La versione ufficiale degli eventi, senza neppure un banale indizio, secondo la traballante ricostruzione del pm Elisabetta Pugliese, basata sulle perizie del professor Giulio Russo Krauss (docente di naviglio minore all’università Federico II di Napoli, nonché all’Accademia Navale di Livorno) è che la barca sia esplosa dall’interno perché trasportava esplosivo.

Nel 1996 le riprese subacquee a 243 metri di profondità, realizzate dall’Impresub rivelano che la barca è integra, a parte un foro di ingresso ed un foro di uscita. Le famiglie delle vittime si rivolgono al gip Giulia Pavese chiedendo ma invano il recupero della barca. Eppure era tecnicamente e facilmente realizzabile. Basti pensare che l’imbarcazione albanese “Kater I Rades” - affondata dalla nave “Sibilla” della Marina Militare - era adagiata a 796 metri di profondità nel Canale d’Otranto, ed è stata integralmente recuperata.

Tre attentati subiti nel 2009. La mattina del luglio di 5 anni fa avrei dovuto intervistare per conto della Rai (la trasmissione "La storia siamo noi" di Giovanni Minoli) il professor Russo Krauss. Ma nella notte fra l'1 e il 2 luglio ignoti hanno fatto saltare in aria la mia automobile. E così la Rai prima cerca di censurare il mio documentario televisivo, poi decide di non mandarlo in onda. Il 21 luglio 2009 avrei dovuto accompagnare Maria Pansini al Tribunale di Trani per la disamina del fasciscolo giudiziario "Francesco Padre", ma ancora ignoti manomettono i freni della mia vettura e vado a schiantarmi fuori strada. Alle 17,30 del 5 novembre 2009, a Molfetta, presso la casa editrice La Meridiana, presento in anteprima per i familiari delle vittime il mio libro NATO: COLPITO E AFFONDATO. Alle ore 23 circa della stessa serata, ignoti incendiano la mia macchina. Sempre nel 2009 muore improvvisamente il professor Giulio Russo Krauss. Ho sporto numerose denunce ma a tutt'oggi le indagini giudiziarie brancolano nel buio totale: infatti sono ancora ignoti mandanti ed esecutori materiali dei predetti atti delittuosi contro la mia persona. E lo Stato che fa? Il 22 dicembre 2009 senza che lo chiedessi mi assegna una scorta della Polizia di Stato 24 ore al giorno e la vigilanza fissa dei carabinieri presso la mia abitazione. Nonostante la presenza dell'Arma altrettanti ignoti nel maggio 2010, mentre ero notoriamente a Perugia per due conferenze e la marcia della Pace,  ignoti entrano nella mia casa senza lasciare segni di effrazione e rubano un computer portatile e un hard disk portatile. La protezione viene revocata senza un motivo, mediante una semplice telefonata annunciata il 19 luglio 2011 da un funzionario del ministero dell'Interno, ed effettivamente revocata dal 22 agosto 2011. A decine di atti parlamentari sia il Governo Berlusconi che il Governo Monti non hanno fornito alcuna risposta.

Ma torniamo al caso. Ecco le risultanze di uno studio dell’ingegner Francesco Mastropierro, consulente tecnico di parte, consegnato all’autorità giudiziaria nell’aprile 2011.



Se il il peschereccio fosse stato recuperato sarebbe emersa con esso anche la dinamica inequivocabile dell’aggressione. C’è da tener conto anche delle singolari attività messe in atto dall’allora comandante della Guardia Costiera di Molfetta, Giovanni De Tullio, che, a un certo punto, smarrì inspiegabilmente un reperto sequestrato, con segni inequivocabili d’arma da fuoco, ma senza patire alcuna conseguenza penale, e senza alcun approfondimento da parte del giudice inquirente. 

Nel 2002 il procuratore aggiunto Pasquale Drago, ordinò la distruzione di tutti i reperti senza neanche avvertire i legali delle famiglie orfane, anche solo per restituire qualche effetto personale.



La prima indagine giudiziaria, a differenza della seconda, è stata talmente incongruente, superficiale, contraddittoria e illogica, ma soprattutto pilotata, da non meritare neanche un pallido interessamento del Consiglio del Consiglio Superiore della Magistratura.
Nel 2011 Maria Pansini, figlia del comandante Giovanni Pansini ha scritto al capo dello Stato. Ma Giorgio Napolitano dopo più di 3 anni non ha trovato il tempo di rispondere alcunché.




Anche le interrogazioni parlamentari sul caso non hanno mai avuto una risposta dai governi italiani. Perché? Questa vicenda è stata insabbiata, depistata e coperta dall’omertà di ben due stati: Italia e USA.



































E’ il momento di pretendere un minimo di giustizia terrena: dal governo di Washington un ammissione pubblica di responsabilità e un congruo risarcimento danni ai familiari delle vittime. 20 anni fa cinque famiglie hanno perso 5 padri che portavano il pane a casa per sfamare i loro bambini.



2 commenti:

  1. penso che le responsabilità siano chiare e più che provate. L'ammissione dell'evidenza, oltre al sacrosanto riconoscimento economico (che non credo farebbero crollare le borse) quali conseguenze comporterebbero? Cioè, ammesso che dovevano nascondere tutto, perchè continuare a nascondere? Mi scuso se la domanda dovesse essere banale o fuori luogo e colgo l'occasione per (ri)confermarle stima ed ammirazione per la Sua Persona).

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  2. Un libro doloroso e coraggioso per non dimenticare mai.

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Gradita firma degli utenti.