1.3.14

AL NORD ANTICHI ULIVI DEPREDATI AL SUD

Lovere (BS) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes


La rapina di alberi plurisecolari (ulivi e carrubi) che risalgono ai tempi della Magna Grecia, continua indisturbata da anni, nella disattenzione dell’autorità. Dalle campagne impoverite (a furia di rapine statali e straniere) del Meridione ai giardini extralusso del Settentrione. Se ai tempi dell'annessione del regno delle Due Sicilie, i savoiardi deportavano i militari borbonici nei lager di Lombardia e Piemonte, ora invece si trafugano le nostre piante.

I giganti arborei sradicati soprattutto in Puglia e Calabria si ritrovano soprattutto nei vivai di Veneto e Lombardia. E’ una moda che impazza a discapito delle piante che non sopportano temperature inferiori a dieci gradi. I paesaggi del Mezzogiorno sono stati messi a soqquadro.

Mi reco in provincia di Brescia e già sull’autostrada si intravedono gli autoarticolati che trasportano i giganti arborei. La mia destinazione è la Valle Camonica dove c’è un rivenditore a ridosso di una strada pubblica. E nei giardini delle ville locali scovo anche gli ulivi.

Valle Camonica (BS): vivaio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

 
Valle Camonica (BS): vivaio - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Tutto ha un prezzo. I costi variano dai 5 mila ai 15 mila euro, se non di più, quando i fusti sfiorano il mezzo millennio. Più sono nodosi e contorti e  più il prezzo lievita. Si tratta di straordinarie sculture naturali viventi: una merce inesistente al Nord, ma che abbonda nel Sud sottoposto a saccheggio impunemente da 153 anni.

 Darfo (BS) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Sulla Rete internet abbondano i venditori che assicurano addirittura lo smercio di ulivi millenari. Chi controlla lo Stato tricolore sa benissimo di cosa si tratta, ma lascia correre gli affari illegali. Anche nel Lazio sulla via Pontina i vivai mercanteggiano queste piante secolari. Il vivaio Agrigarden sulla Laurentina invece si affida alla pubblicità cartacea. 





Le aree maggiormente a rischio ovvero già colpite, sono il Gargano, la Murgia, il Salento e la Calabria. Un decreto luogotenenziale del 27 luglio 1945 - diventato legge 144 nel 1951 - vieta l’abbattimento degli ulivi, ma  lo consente nei casi di “permanente improduttività” a patto che il proprietario del fondo collochi una pianta nuova. Il vincolo viene aggirato fingendo un furto. Rubare antichi ulivi e carrubi è un lavoro facile, remunerativo ed esente da rischi, tanto non ci sono assolutamente controlli.

Lovere (BS) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


  Darfo (BS) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


 Darfo (BS): villa con ulivo secolare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



Darfo (BS): villa con ulivo secolare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)  

Magari chi lo ammira nel suo giardino e lo mostra agli amici è pure un leghista che disprezza il Meridione: “Bello questo ulivo vero?” Ha 500 anni e viene dalla Puglia. L’ho pagato una sciocchezza: diecimila euro. “Monumenti scolpiti nella natura”: è lo slogan di un vivaista di Padova. Giganti nati e cresciuti per secoli sotto il sole del Mediterraneo si ritrovano a fare da spettatori ad un aperitivo tra amiche, trattati peggio dei bonsai. E’ un andazzo predatorio che non si limita agli alberi. 

Non è tutto. Infatti, scompaiono chilometri di muretti a secco. E nelle vecchie masserie non si trovano più le macine dei frantoi e addirittura le chianche (lastroni di pietra). Un trullo completo di base e del tipico tetto a forma di cono, debitamente smontato per il trasporto, costa dai 15 ai 30 mila euro. Ma i ladri alla luce del sole non si limitano a rubare i patriarchi arborei, sottraggono campane di chiese rurali, altari, statue, madonne, santi, fontanili, cancellate e perfino tegole. Discorso a parte, ma ancora più grave, è il furto ininterrotto di reperti archeologici che finiscono negli Stati Uniti d'America.

2 commenti:

  1. Buon giorno Lannes.

    Preciso la foto del vivaio e di Esine ... per la cronaca .

    La valle camonica e' molto legata con la puglia L'IVA DI TARANTO .

    Gli ulivi si comprano finche c e' qualcuno che li vende.

    Se ti reca disturbo chiedilo ha chi gli sradica in Puglia .

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  2. Buongiorno Sig. Fulvio.
    Due cose voglio dirLe:
    - si scrive "li sradica" e non "gli sradica" e "buongiorno" nella sua accezione va scritto attaccato (in italiano).
    - se tutto un sistema tende a impoverire una parte della nazione la colpa non può essere di chi è costretto a vendersi le mutande.
    Commenti come il suo mi fanno perdere ogni speranza.
    La saluto.

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