21.9.20

POLITICANTI PARASSITI!

 

di Gianni Lannes

 

Amorali: fingere di cambiare tutto per non mutare niente. In Italia i rifiuti si riciclano soltanto in politica. Votare per chi, per i soliti noti in poltrona a fare niente per la collettività? No, grazie. Oggi, ma solo adesso, vale la regola del riconoscimento facciale per chi gli italidioti che vanno a votare. Giù le maschere anche solo per un momento: il nuovo corona virus sa che ora deve fare il bravo. E nel seggio elettorale non misurano neanche la febbre. Insomma, una presa in giro epocale. La farsa elettorale nel belpaese ha l'unico l’effetto di aumentare o diminuire il potere dei singoli all’interno dei sodalizi eterodiretti di potere, al fine di assicurare salti di carriera. Hanno un ruolo determinante nell’assegnazione dei posti di comando. Sovente rimescolano le carte, ma il mazzo rimane sempre lo stesso. Il risultato è che l’orda dei politicanti parassiti rimane immutata. La casta degli scansafatiche per antonomasia, cioè i politicanti italopitechi, in sostanza è autoreferenziale perché prescinde dalla volontà dell’elettorato: seleziona la "classe dirigente" (eterodiretta da interessi indicibili) senza correre mai il rischio di perdere il cadreghino. Tutti senza esclusione sono in particolare accomunati da un interesse fondamentale: difendono il clan di cui fanno parte, perché è la fonte del loro poterucolo su scala lo e dei loro privilegi nazionali.

Al fine di ottenere il suddetto scopo, i politicanti hanno concordato una strategia comune, assicurandosi che il loro gioco di squadra non sia visibile agli occhi del popolo. In sostanza, sono complici ma si comportano in modo che ad ogni consultazione gli elettori premino ora una fazione ora l’altra, ma non caccino mai via l’intera orda, che quindi rimane salda al comando del governatorato a stelle e strisce.

La maggioranza degli italiani non percepisce l’esistenza di questa banda di sanguisughe: scorge solo coalizioni, al massimo cordate di politicanti. In effetti, tanti elettori alla stregua di meri tifosi, esultano pure quando alcuni politicanti vengono sostituiti al governo da altri, per rimanere delusi quando si rendono conto che i nuovi aspiranti governanti non risolvono i problemi lasciati in eredità dai loro predecessori. Insomma, non riescono a comprendere che in realtà nulla cambia perché è l’orda dei politicanti in massa, la vera regista. Così, appunto l’orda perpetua se stessa.

I politicanti hanno però un grosso problema: l’analfabetismo funzionale e l’assenza di idee innovative. I politicanti hanno trasformato la sete di cambiamento degli elettori in una risorsa nelle loro grinfie. Per offrire un bersaglio al malcontento ed al contempo seguitare ad intercettare il voto popolare, i politicanti tricolore si sono divisi in fazioni (partiti e finti movimenti) che si scambiano fino alla noia accuse reciproche sulle cause del pessimo funzionamento del sistema. In tal modo l’orda evita la dispersione del voto e garantisce ai membri della casta di nullafacenti la sopravvivenza ben remunerata dagli allocchi dei cittadini, alimentando quotidianamente il rimpallo di responsabilità nei salotti televisivi. Il fine è sempre il medesimo:  dividere gli elettori in alcune fazioni, ognuna convinta che tutti i mali siano causati dagli avversari. I telespettatori si arrabbiano con l’una o l’atra parte, ma proprio a nessuno viene in mente di cacciare via l’intera orda che ha occupato da anni lo Stato peggio di una cancrena mafiosa. Grazie a tale dinamica perversa non alla luce del sole, il voto popolare non è mai contro il sistema, bensì organico ad esso. Per conseguire questo risultato l'orda di politicanti mette in scena un giorno sì e l’altro pure, una rissa al proprio interno fagocitando il consenso dell’ignaro elettorato. La lite diventa sempre più offensiva e volgare, gli insulti in diretta televisiva più minacciosi, i contenuti oltraggiosi, affinché gli elettori si confondano e perdano di vista il vero e nebuloso quadro d’insieme. Più lo scontro è violento e più i cittadini s’illudono che il loro voto sia decisivo per l’Italia. In realtà, accade l’esatto contrario: l’orda di politicanti blinda il sistema e impedisce la nascita di qualsiasi movimento politico che provenga realmente dal basso.

Se soltanto si diradasse appena il fumo negli occhi alimentato ad arte, la realtà sarebbe sotto gli occhi di tutti. E sarebbe fin troppo evidente che l’orda dei politicanti è la principale responsabile del declino politico, economico e culturale dell’Italia. La casta dirigente è dunque selezionata dall’alto, mentre dal basso è soltanto legittimata. L’unica soluzione è spazzare via tutta l’orda di parassiti e cambiare le regole. Allora, occorre almeno una rivoluzione delle menti. E invece non accade, per il momento, perché gli elettori sono all’oscuro di quel che accade dietro le quinte, sulla scena del potere, sia pure per conto terzi. Destra, centro e sinistra alla luce dei fatti sono una pessima risma. La politica è morta: non basta la terapia intensiva per affermare lo Stato di diritto.


 


 

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