di Gianni Lannes
L'impronta digitale sul corpo del reato è un serbatoio ausiliario venduto dagli statunitensi e montato su uno dei caccia di Tel Aviv che hanno colpito il Dc-9 Itavia, causando la morte di 81 persone (tra cui 13 bambini), nonché i tracciati radar della stazione militare inglese di Akrotiri nell'isola di Creta. Le autorità italiane non hanno mai richiesto tali informazioni, in compenso hanno fatto sparire in gran fretta sulla Sila con l'ausilio dei carabinieri, il caccia targato "Stella di Davide", caduto la sera del 27 giugno 1980, sostituendolo con un Mig 23 fatto decollare appositamente da Pratica di Mare il 18 luglio 1980. Non esiste alcuna prova del fantomatico viaggio di Gheddafi in Polonia quella sera. Nella nota telefonata intercorsa tra Ciampino e Siracusa, viene segnalata la discesa di due velivoli militari sulla G-8, l'aerovia militare che dalla Campania scende verso la Calabria e poi prosegue verso la Grecia, impegnati nel far ritorno alla “terra promessa”. Ecco la risposta alle rogatorie al NATO Programming Center di Bruxelles:
“Tra le 17.24 e le 17.50/Z sono state registrate varie tracce con velocità diverse superiori a Mach 0.9 in volo ad altitudini tra i 27 e i 42 mila piedi sul Golfo di Napoli e la Calabria”.
Nella cosiddetta zona D in fondo al Mar Tirreno in corrispondenza del Punto Condor, dove si incrociano l'aerovia civile Ambra 13 e quella militare Delta Whisky 12, in prossimità dell'area dove era avvenuto ''attacco all'aereo civile italiano, il 15 maggio 1992 venne recuperato appunto un serbatoio ausiliario sub-alare per aerei militari prodotto negli USA dalla Pastushin Industries.
Negli anni '70 Francia e Italia avevano
aperto la via del plutonio all'Iraq con la cessione di tecnologia
nucleare per produrre ordigni atomici, così provocando la reazione
criminale di Israele, ordinata dall'allora premier Menachem Begin,
completata il giugno 1981 col bombardamento da parte dell'Heyl
Ha'avir del complesso nucleare di Tuwaitha (costruzione italo-francese) a 20 chilometri da Bahdgad.
Il 18 marzo 1980 il New York Times aveva titolato: “Gli Stati Uniti
accusano l'Italia di vendere tecnologia per la bomba atomica
all'Iraq”. Alla fine del giugno 1980 era in programma il
trasferimento di uranio arricchito al 93 per cento dalla Francia
all'Iraq, sorvolando l'Italia. L'IAEA il 28 e 29 giugno 1980 - come attestano i suoi rapporti - procedette alla verifica degli impianti. Quella strage è stata un clamoroso
errore dell'aviazione israeliana? Le autorità italiane hanno
“sacrificato” 81 persone per salvaguardare un lucroso affare? Petroldollari in cambio di capacità atomica.
Come spiegare l'incredibile ritardo nell'operazione di ricerca
dell'aereo precipitato nel Tirreno? A quel punto non doveva salvarsi
nessuno? Tutti complici. Ecco perché la verità, dopo 44 anni è ufficialmente
indicibile e si continua a distrarre l'opinione pubblica con menzogne
di Stati alleati e depistaggi multinazionali, veicolati nel Belpaese da giornaloni e televisioni. Vale e prevale il segreto di Stati alleati. La nazione ebraica è sempre intoccabile? Un fatto è certo: l'Italia è priva non solo di memoria critica, ma di indipendenza, sovranità, giustizia e dignità.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Ustica e Bologna, Due stragi senza verità, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.
https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/ustica-e-bologna/
Gianni Lannes, Israele. Olocausto finale?, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2024.
https://www.pellegrinieditore.it/israele-olocausto-finale/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/05/israele-e-la-strage-di-ustica.html#more
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.