foto Gilan |
di Gianni Lannes
Assetate di profitto: le multinazionali puntano a privatizzare l'acqua, ovvero un bene universale, col beneplacito dell'esecutivo Meloni. A dirla per intero: tutti i governi (dulcis in fundo Draghi) hanno fatto a gara per evitare l'attuazione dell'esito referendario: 27 milioni di persone in Italia hanno votato per scegliere una gestione pubblica del servizio idrico.
Non a caso il governino Meloni ha
impugnato la legge regionale pugliese, con cui si rinnova
l'affidamento all'Acquedotto pugliese, società per azioni a totale
capitale pubblico, controllato interamente dalla Regione Puglia. La
Corte costituzionale si pronuncerà non prima di un anno. I fatti
dimostrano che il mercato non è l'unica modalità che possa
garantire efficienza ed economicità. Mediante l'impugnazione la
caporiona Meloni vuole riaprire al mercato, ovvero al mero profitto. Nel 2025
scadrà la concessione: l'AQP (inventato un secolo fa con fondi
pubblici) fa gola a tanti. L'oro blu è di tutti.
Riferimenti:
https://www.aqp.it/societa-trasparente/disposizioni-generali/legge-regionale-n14-del-28-marzo-2024
https://press.regione.puglia.it/-/nota-su-questione-legge-su-acquedotto-pugliese
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=acqua
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