18.6.24

BOMBE AD OROLOGERIA: LA GENTE SI AMMALA E GIORGIA MELONI TACE!

 

Bussi Officine: fabbrica militare difosgene (24 maggio 2022)- foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 

di Gianni Lannes

Il Belpaese è ancora disseminato di bombe ad orologeria, ovvero pericolosi residuati bellici (proibiti dalla Convenzione di Ginevra del 1925) che seminano malattia e morte nell'ignara popolazione tricolore. Si tratta di industrie chimiche (militarizzate) che, nel corso di oltre mezzo secolo anni, hanno rilasciato nell'ambiente una molteplicità di sostanze inquinanti ad azione cancerogena, mutagena, teratogena e nociva. L'attuale inquilina di Palazzo Chigi in concreto che fa? Niente. Al massimo tace.

Per la cronaca documentata: la Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi del 1993 è entrata in vigore il 29 aprile 1997 e ha sancito definitivamente il bando completo di tali armi. L'Italia ha ratificato la convenzione con la legge 18 novembre 1995, n. 496, modificata ed integrata con legge 4 aprile 1997, numero 93.

Ad esempio l'ex-stabilimento militare NBC (Nucleare Batterico Chimico) di Ronciglione (VT), anche detta «Chemical City», si trova a poche decine di metri dal lago di Vico in provincia di Viterbo e nel cuore di una riserva naturale istituita dalla regione Lazio nel 1982. La zona militare in questione è stata un complesso industriale militare di produzione di armi chimiche tra il 1935 e il 1944. Tale area ha conservato fino agli anni '90 del secolo scorso le armi chimiche ivi prodotte, e non solo; nel 1996 venne scoperto il contenuto chimico ivi contenuto a seguito di un incidente che nel gennaio di quell'anno coinvolse un ciclista di passaggio all'esterno della zona militare.

Il materiale scoperto in quell'anno, durante la prima bonifica della zona da parte dei militari, consisteva in almeno 150 tonnellate di iprite del tipo più micidiale, mescolata con arsenico. In più c'erano oltre mille tonnellate di adamsite, un gas potentissimo ma non letale usato contro le dimostrazioni di piazza. E oltre 40 mila proiettili di tutti i calibri. Dal terreno sono poi sbucate 60 cisterne di fosgene assassino, ciascuna lunga quattro metri; tutte in pessime condizioni, con evidenti lesioni e tracce di ruggine.

L'inchiesta giornalistica realizzata dalla testata locale Tusciaweb sulla base di documenti militari ha evidenziato che la condizione «di precarietà e fatiscenza» delle strutture del centro andava avanti quantomeno dal 1963, con una conservazione dei materiali chimici definita in un documento del 1963 come «compromessa».

Soltanto ampiamente dopo la terribile scoperta il Ministero della difesa comunicava l'avvio di una procedura per la realizzazione di un progetto operativo per la bonifica ambientale del sito in tre lotti, dei quali si avevano informazioni certe su tempistiche e dotazioni finanziarie soltanto per il primo lotto; le attività di bonifica previste concernevano «la rimozione del terreno contaminato da composti di origine antropica (marker riconducibili agli aggressivi chimici, idrocarburi e Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) individuato in quattro aree già interessate da precedenti interventi di bonifica bellica», nonché in relazione alle relative attività «eventuale purificazione di acqua di falda contaminata da composti di origine antropica mediante il trattamento denominato pump and treat» e interventi di fitostabilizzazione per mitigare la concentrazione dei metalli pesanti nell'area.

Da fonti militari qualificate si apprende del completamento degli interventi di bonifica militare e ambientale del primo lotto, ma non si ha notizia circa le procedure di bonifica e delle relative dotazioni finanziarie per gli interventi di bonifica del secondo e terzo lotto.

Al primo ministro pro tempore Giorgia Meloni (definita impropriamente premier) rivolgo alcune domande semplici e facili:

Qual è la situazione infrastrutturale dell'area in oggetto, specialmente in relazione alle criticità sollevate dalle inchieste giornalistiche. Per caso sono state effettuate nel corso del tempo indagini circa gli effetti sulla salute dei lavoratori impegnati nell'area e della popolazione residente? Quali risorse sono state messe a disposizione per la bonifica dell'area in oggetto, nonché qual è il relativo stato di avanzamento delle procedure di bonifica e di pianificazione degli interventi sui due lotti rimanenti? In Italia, quante e quali situazioni simili e del genere insistono attualmente? Il governo da lei comandato cosa intende fare da subito per sanare la gravissima situazione che mette a repentaglio la salute pubblica?

 

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=iprite

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ronciglione 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.