17.1.24

MARCHE INQUINATE!

di Gianni Lannes

Inquinamento irreversibile in cambio di apparente sviluppo industriale, spacciato per progresso economico. La prassi distruttiva che ha colpito il Belpaese nel secondo dopoguerra, non ha risparmiato l'Italia centrale e le Marche in particolare. Ecco un paradigmatico esempio che si somma al limitrofo inferno di Falconara Marittima. Chi inquina non paga e i danni, soprattutto in termini di vite umane deteriorate o perdute, risultano incalcolabili. A che punto è il risanamento ambientale? È stato effettivamente realizzato oppure è stato il classico pretesto per sperperare denaro pubblico?

Il comune di Monsano (in provincia di Ancona) ha subito impunemente, per oltre 30 anni, una delle più pesanti operazioni a livello europeo di inquinamento delle falde acquifere da cromo esavalente, a partire dalla fine degli anni '60 e almeno fino al 2001.

Il danno ambientale causato da un'industria del settore della cromatura dei metalli (la RCD prima e la SIMA Industrie del gruppo Venturi poi), risulta essere stato provocato dallo sversamento nei fossi di sostanze tossiche. Il fenomeno cronico ha interessato dapprima la zona di Sant'Ubaldo e, poi, negli anni, un'area molto più vasta, fino a Marina di Montemarciano.

Il cromo esavalente - che viene utilizzato nell'industria per via delle sue proprietà antiruggine - è considerato altamente tossico e, sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche, è stato classificato dalla IARC (International agency for research on cancer) come cancerogeno per l'essere umano (classe I, al pari dell'amianto e del nichel); si tratta di una sostanza attiva anche a concentrazioni molto basse che, se non vengono adottate adeguate misure di prevenzione, provoca tumori nelle prime vie aeree, tumori dello stomaco e del polmone.

Dunque, il cromo esavalente, sversato nelle falde acquifere, come nel caso della zona di Monsano, crea un danno incalcolabile e difficile da circoscrivere. Questo composto, infatti, è solubile e persistente in acqua e, potendo facilmente raggiungere la falda acquifera, lo si può trovare anche a distanza di tempo e di luogo; la RfD (reference dose), è di 5 microgrammi al giorno per chilogrammo di peso corporeo. Il cromo esavalente causa tumore ai polmoni, e gli effetti più noti sono, oltre alla perforazione del setto nasale, una serie di disturbi di tipo rinitico che poi possono degenerare in tumori ai polmoni e allo stomaco. Se ne deduce facilmente che non si deve bere acqua che contiene cromo esavalente e nemmeno irrigare i campi con le colture agricole o dissetare gli animali.

Questa sostanza oltre ad essere cancerogena ha anche proprietà mutagene, il che vuol dire che può modificare il DNA. Il rischio di avere dei figli malformati, o comunque patologie di tipo malformativo e tumorale non è solo ipotizzato ma costatato in particolare in alcune zone in cui le piante sono state innaffiate con acqua inquinata da cromo esavalente. Ebbene i frutti e le piante così coltivate presentano delle palesi anomalie nello sviluppo. In rete ci sono immagini molto interessanti che sono state girate a Tezze (Vi), dove si vedono delle margherite che anziché essere tonde sono lunghe e strette. Il dottor Roberto Topino, medico del lavoro, e un suo collaboratore, Roberto Bava sulle conseguenze dell'esposizione al cromo esavalente che hanno fornito in una intervista il loro parere sul cromo esavalente hanno dichiarato che l'unico amianto, nichel e cromo esavalente che non fanno male sono quelli che non ci sono. I frutti e le piante innaffiate con acqua inquinata da cromo esavalente presentano delle palesi anomalie nello sviluppo.

La situazione estremamente critica di Monsano ha consentito di attingere al cosiddetto Fondo per la promozione dello sviluppo sostenibile, destinato alle aree ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA), 3 milioni e 510.000 euro da destinare a 6 progetti presentati dal Comune di Ancona e dal Comune di Monsano per la bonifica dei siti inquinati; tra le aree a rischio sono comprese quella di Ancona, Falconara e bassa valle dell'Esino. Nel 2005 il Consiglio regionale delle Marche ha approvato il piano per il risanamento dell'AERCA con la conseguente sottoscrizione dell'intesa istituzionale tra la Regione, la Provincia di Ancona e i Comuni interessati (Ancona, Falconara Marittima, Montemarciano, Chiaravalle, Monte San Vito, Monsano, Jesi, Agugliano e Camerata Picena);

Per il Comune di Monsano il progetto di recupero e bonifica dell'area ex RCD prevedeva un contributo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di 450.000 euro; al fine di procedere alla realizzazione dell'intervento risulta che il ministero dell'Ambiente abbia sottoscritto un'intesa con il Comune di Monsano e con la Regione Marche, attribuendo a quest'ultima un ruolo di regia. Nel documento venivano definiti ruoli, modalità e tempistiche per la realizzazione, nonché gli aspetti finanziari del progetto che, secondo quanto preventivato, avrebbe avuto un costo complessivo di 924.000 euro.

Considerata l'urgenza di procedere alla mitigazione di tale criticità, la Regione Marche avrebbe stanziato un finanziamento di oltre 181.000 euro finalizzato alla progettazione e all'immediata realizzazione delle indagini preliminari.

Sull'argomento, secondo le dichiarazioni dell'assessore provinciale Marcello Mariani «la Provincia di Ancona ha il ruolo di accertare il completamento degli interventi di bonifica, messa in sicurezza, nonché la conformità degli stessi al progetto approvato e si è già impegnata con un contribuito di 218 mila euro. (...). La quota invece a carico del Comune di Monsano ammonta a 74 mila euro. Gli interventi - come ha spiegato il progettista Gianni Napoleone - sono divisi in tre stralci funzionali, oltre ad una fase propedeutica per acquisire elementi di analisi e mettere a punto attività sperimentali. Il Comune ha già iniziato le opere con l'avvio delle procedure per la realizzazione dello stralcio iniziale del progetto, necessaria ai fini della progettazione esecutiva e quindi all'appalto. Le opere avrebbero dovuto concludersi entro il 2010» (“Vivere Jesi” del 23 gennaio 2009).

All'efficientissima inquilina pro tempore di Palazzo Chigi, Giorgia Meloni, indirizzo alcune domandine super faciline.

A quanto ammontino effettivamente e con esattezza i finanziamenti statali erogati? Quali opere di bonifica ad oggi siano state effettuate? Se e quali controlli si intenda attuare, data la gravità dell'inquinamento verificatosi, per accertare che le stesse garantiscano la messa in sicurezza delle popolazioni interessate? Se sia stata mai effettuata un'approfondita indagine epidemiologica per valutare e quantificare gli effetti sulla salute dei cittadini eventualmente procurati dall'inquinamento da cromo esavalente e se sia intenzione del ministro della Salute procedere per quanto di competenza, al fine di avviare tale studio epidemiologico, indicando anche una presumibile tempistica?
 

Riferimenti:


https://www.viverejesi.it/2009/01/23/monsano-bonifica-dellarea-ex-rcd-sima-industrie-ecco-il-progetto/186810/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/01/avvelenamento-e-inquinamento-per.html 

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