27.4.23

VELENI NEI "VACCINI" ANTICOVID-19 E CENSURA SU INTERNET!

   


di Gianni Lannes

Nemesi medica, involuzione politica, esperimenti sociali su scala planetaria, controllo militare: l'antipasto della tecnocrazia. Per sapere e non dimenticare le prime prove di dittatura mondiale per sottomettere l'umanità. Fatti documentati, non opinioni covidiote: medici venduti alle multinazionali industriali, politicanti eterodiretti e giganteschi conflitti di interessi economici. Il peggio in preparazione avanzata deve ancora arrivare, ma la censura su Internet è sempre in agguato per oscurare la verità. Quelle che seguono sono prove incontrovertibili e ineludibili.

In data 6 giugno 2022, i medici autori dello studio dal titolo «Analisi al microscopio in fase di contrasto sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo il vaccino anti-covid con Pfizer/Biontech o Moderna», hanno presentato al convegno dal titolo «Goccia a Goccia: Come fuori, così dentro. Salute all'ultimo sangue» i risultati delle loro analisi.

Nello studio gli autori hanno analizzato con un microscopio ottico a contrasto di fase in campo oscuro lo striscio di sangue periferico di 1006 soggetti sintomatici dopo l'inoculazione del vaccino mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), a partire da marzo 2021, 948 soggetti (94 per cento) hanno mostrato aggregazione degli eritrociti e presenza di particelle di varie forme e dimensioni di origine non chiara dopo un mese dall'inoculazione del vaccino mRNA. In 12 soggetti sono stati eseguiti esami del sangue con lo stesso metodo prima della vaccinazione, mostrando una caratteristica ematologica perfettamente normale. Le alterazioni riscontrate dopo l'inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente il sospetto che le modifiche siano dovute ai vaccini stessi. Lo studio riporta 4 casi clinici, scelti come rappresentativi dell'intera casistica.

Le foto di questi 4 casi mostrano alcuni interessanti dettagli: nel primo caso di paziente uomo affetto da cefalea post vaccino, si notano particelle esogene al centro dei globuli rossi fortemente conglobate intorno ad esse, con ammassi di fibrina dopo 2 mesi dalla vaccinazione e assemblaggio di particelle con caratteristiche cristalline ad ali di farfalla e in modalità fibro/tubulare di lunghezza misurata di 166,54 μm; nel secondo caso, una donna di 54 anni ha presentato forte mal di testa post vaccino resistente ai farmaci, profondo peggioramento dell'astenia, disturbi del ritmo sonno/veglia, parestesie e disestesie generalizzate e aspetti psichici con umore depressivo dopo la seconda dose del vaccino Pfizer; mostrava inoltre deformazione del profilo cellulare degli eritrociti e la forte tendenza all'aggregazione con segni di emolisi e strutture tubolari cristallizzate eritociti aggregati/conglobati, emolisi, fibrina a grappolo, anche intorno a una struttura cristallina complessa; nel terzo caso, una donna di 84 anni, alla seconda dose di Pfizer, ha manifestato un intenso eritroderma del viso e del torace, un'intensificazione drammatica dei sintomi di bruciore alla bocca, dolori muscolari insostenibili e refrattari alla terapia analgesica, che il reumatologo ha identificato, in capillaroscopia, come una forma di dermatopolimiosite acuta e presentava agglomerati voluminosi cinque settimane dopo la vaccinazione.

Inoltre, si può notare un'iniziale configurazione lamellare con scaglie cristalline (in questo caso gli autori ipotizzano sia ossido di graphene), agglomerati fibro/tubolari strutturati in forme più complesse circondate anche da fibrina a grappolo, in alcuni casi atteggiamenti auto-simili di natura frattale.

L'ultimo caso riguarda un paziente di 64 anni maschio, con episodi post vaccinali significativi di tachiaritmia trattati con 3 sedute di campo elettrico pulsato; mostrava anche' egli evidenti formazioni tubulari in fase aggregativa con morfologia complessa con sofferenza degli eritrociti, che sembrano essere attratti dai conglomerati corpuscolari. Anche in questo caso gli autori ipotizzano la presenza di ossido di graphene.

Lo studio conclude che, a detta degli autori, non è mai stato osservato un cambiamento così repentino negli strisci di sangue periferico dopo l'inoculazione di vaccini, con passaggio da uno stato di perfetta normalità a uno patologico, con emolisi, impaccamento dei globuli rossi e impilamento degli stessi in conglomerati complessi e giganteschi.

E ancora: problematica dei due nuovi eccipienti mai autorizzati prima nel vaccino COVID-19 di Pfizer: il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159. Con l'articolo scientifico dal titolo «Criticità chimico-fisiche e potenziale tossicologico dei nanomateriali lipidici contenuti nel vaccino Comirnaty/Pfizer» il ricercatore biochimico indipendente Gabriele Segalla esamina alcune evidenti criticità chimico-fisiche del preparato, in merito alla manifesta instabilità della sua composizione quali-quantitativa, nonché al suo conseguente potenziale tossicologico, nella fattispecie correlato alla possibile formazione di ROS (reactive oxygen species), dopo l'inoculazione intramuscolare, in diversi siti biologici, quali, potenzialmente, reni, fegato, cuore, cervello, e altro, provocandone disfunzioni e alterazioni.

Lo studioso afferma in sintesi che il vaccino Comirnaty Covid-19 mRNA BNT162b2, nella sua versione e composizione originale, denominata PBS/Sucrose, presenta numerose criticità e non conformità, esaminate nel dettaglio nello studio e qui appresso sinteticamente elencate: i due eccipienti funzionali preposti alla formazione di nanoparticelle lipidiche, ALC-0315 e ALC-0159, non sono registrati in nessuna farmacopea, né rientrano tra le sostanze esaminate e classificate in conformità al regolamento (CE) CLP n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele in Europa; tali eccipienti non compaiono neppure nell'inventario delle sostanze registrate in conformità al regolamento (CE) REACH n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche in Europa.

Non se ne conosce pertanto il profilo tossicologico in primis; non sono state espletate tutte le procedure di analisi chimico-fisica e test tossicologici previste per le nanoforme di dette sostanze, in contrasto con quanto dettato dal regolamento (UE) 2018/1881 che modifica il regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), per ricomprendervi le nanoforme delle sostanze.

Non sono stati effettuati, con il consenso dell'ente certificatore, studi di cancerogenicità, genotossicità e mutagenicità del preparato, nonostante sia stato ormai comprovato da numerosi studi scientifici come le Specie reattive dell'ossigeno (ROS) generate dalle nanoparticelle possano avere un alto potenziale cancerogeno, genotossico e mutageno.

Le schede di dati di sicurezza del preparato Comirnaty non riportano le informazioni relative alle caratteristiche delle nanoforme presenti nella composizione del preparato stesso, in contrasto con quanto previsto dal succitato regolamento (UE) 2018/1881 e dal regolamento (UE) 2020/878; non sono noti l'indice di polidispersione e il Potenziale Zeta delle nanoparticelle presenti nel preparato. Ciò comporta un'assoluta incertezza nella determinazione della stabilità chimico fisica delle nanoparticelle e dei loro aggregati, con conseguente incertezza inerente sia alla potenziale efficacia del vaccino che al grado di penetrabilità e mobilità delle nanoparticelle all'interno dell'organismo umano, nonché il loro eventuale ingresso nella circolazione sistemica e deposito in organi come reni, fegato, cuore, cervello, tratto intestinale, polmoni.

La presenza di elettroliti nel preparato originale induce ancor più a presumere che il prodotto denominato «Comirnaty PBS/Sucrose» possa dar luogo alla formazione di aggregati e agglomerati, prima, durante o dopo la procedura di inoculazione, e che pertanto possa essere sia inefficace (in quanto non in grado di veicolare l'mRNA codificante per la proteina Spike attraverso le membrane della cellula ospite) sia pericoloso, in quanto andrebbe a depositarsi in tessuti o organi non previsti nel suo destino biologico primario.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista “International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research” dal ricercatore italiano Gabriele Segalla, sarebbe opportuno considerare la sospensione della vaccinazione con Pfizer.

Il 20 aprile 2022, sulla rivista Journal of Hepatology, è stato pubblicato un articolo scientifico dal titolo: «La vaccinazione SARS-CoV-2 può provocare un'epatite dominante a cellule T CD8». L'articolo descrive episodi di epatite autoimmune che sono stati riscontrati in seguito all'infezione e alla vaccinazione da SARS-CoV-2, ma la loro fisiopatologia rimane poco chiara. Qui, si riporta il caso di un maschio di 52 anni, che presenta episodi bimodali di epatite acuta, ciascuno dei quali si verifica 2-3 settimane dopo la vaccinazione con mRNA BNT162b2. Gli studiosi hanno cercato di identificare i correlati immunitari sottostanti. Il paziente ha ricevuto la prima budesonide orale, ha avuto una ricaduta, ma ha ottenuto la remissione con steroidi sistemici. I ricercatori hanno concluso una possibile correlazione tra vaccinazione ed epatite atipica.

Al 23 aprile 2022 sono almeno due i casi accertati di epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta riscontrate nei bambini italiani. La circolare del Ministero della salute afferma anche che «non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune». L'affermazione perentoria di esclusa correlazione tra vaccinazione e epatite anomale, fatta all'inizio del riscontro del problema sanitario, di cui si sa ancora poco o nulla, è una affermazione del tutto non conclusiva, tempestiva e poco affidabile, considerando il fatto che uno studio pubblicato tre giorni prima descriveva una possibile correlazione tra la vaccinazione e il fenomeno.

Il 26 aprile 2022, sul quotidiano La Verità, è stata pubblicata una dichiarazione di Maurizio Federico (Iss) il quale afferma che: «La profilassi anti Covid può aver facilitato la nascita di virus mutanti, che danneggiano gli ospiti privi di immunità naturale, come i piccoli».

Il 27 aprile 2022, su AGI appare la notizia che, secondo l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa), il ceppo di adenovirus chiamato F41 è la causa più probabile delle epatiti acute che colpiscono i bimbi negli ultimi giorni.

Ukhsa dichiara che: «Le informazioni raccolte attraverso le nostre indagini suggeriscono sempre più, che questo aumento dell'insorgenza improvvisa dell'epatite nei bambini è legato all'infezione da adenovirus. Tuttavia, stiamo indagando a fondo su altre potenziali cause». Scienziati e medici stanno ora studiando l'eventualità che ci sia stato un cambiamento nella composizione genetica del virus che potrebbe innescare più facilmente l'infiammazione del fegato. Un'altra possibile spiegazione è che le restrizioni imposte nella pandemia potrebbero aver portato i bambini piccoli a essere esposti per la prima volta all'adenovirus in un momento leggermente successivo della loro vita, portando a una risposta immunitaria «più vigorosa» in alcuni.

Il 20 aprile 2022, su «Jama CARDIOLOGY» è stato pubblicato uno studio scientifico dal titolo: «Vaccinazione SARS-CoV-2 e miocardite in uno studio di coorte nordico su 23 milioni di residenti». In questo sono stati condotti quattro studi di coorte secondo un protocollo comune e i risultati sono stati combinati mediante meta-analisi. I partecipanti erano 23.122.522 residenti, di cui l'81 per cento vaccinati, di età pari o superiore a 12 anni. Sono stati seguiti dal 27 dicembre 2020, fino a miocardite o pericardite incidente, censura o fine dello stadio (5 ottobre 2021). I dati sulle vaccinazioni SARS-CoV-2, le diagnosi ospedaliere di miocardite o pericardite e le covariate per i partecipanti sono stati ottenuti da registri sanitari nazionali collegati in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia.

Tale studio ha considerato i periodi di rischio di 28 giorni dopo la data di somministrazione della prima e della seconda dose di un vaccino SARS-CoV-2, inclusi BNT162b2, mRNA-1273 e AZD1222 o loro combinazioni. Una schedula omologa è stata definita come la somministrazione dello stesso tipo di vaccino per le dosi 1 e 2. I risultati di questo ampio studio di coorte hanno indicato che sia la prima che la seconda dose di vaccini mRNA erano associate a un aumentato rischio di miocardite e pericardite. Per gli individui che hanno ricevuto 2 dosi dello stesso vaccino, il rischio di miocardite era più alto tra i giovani maschi (di età compresa tra 16 e 24 anni) dopo la seconda dose. Questi risultati sono compatibili con un eccesso di eventi tra 4 e 7, in 28 giorni per 100.000 vaccinati dopo BNT162b2 e tra 9 e 28 eventi in eccesso per 100.000 vaccinati dopo mRNA-1273.

L'Oms (notoriamente finanziata dalla Gates Foundation) ha deciso il 10 dicembre 2021, ha deciso di avviare un processo globale per elaborare e negoziare un accordo per rafforzare la prevenzione delle pandemie, la preparazione e la risposta, adottando un'unica decisione intitolata: «Il mondo insieme», che istituisce un organo negoziale intergovernativo (Inb) per redigere e negoziare una convenzione, ai sensi dell'articolo 19 della Costituzione dell'Oms. Il direttore generale dell'Oms ha affermato che la decisione ha come missione quella di rafforzare l'architettura sanitaria globale per proteggere e promuovere il benessere di tutte le persone. L'Inb ha tenuto la sua prima riunione il 1° marzo 2022 (per concordare modalità di lavoro e tempistiche) e la seconda il 1° agosto 2022 (per discutere i progressi su una bozza di lavoro). Terrà inoltre audizioni pubbliche per informare le sue deliberazioni e presentare un rapporto sullo stato di avanzamento della 76a Assemblea mondiale della sanità nel 2023; e per sottoporre il suo risultato all'esame della 77a Assemblea mondiale della sanità nel 2024.

Il 2 febbraio 2022 keionline.org pubblica la notizia che l'ufficio dell'Inb sarà composto da rappresentanti di Brasile (Tovar da Silva Nunes), Egitto (Ahmed Soliman), Giappone (Kazuho Taguchi), Paesi Bassi (Roland Driece), Sud Africa (Precious Matsoso) e Thailandia (Viroj Tangcharoensathien). I due co-presidenti dell'Inb sono Roland Driece (Paesi Bassi) e Precious Matsoso (Sud Africa). La prima riunione dell'Inb è tenuta giovedì 24 febbraio 2022; il 3 marzo 2022, il Consiglio europeo autorizza la Commissione a negoziare, per le materie che rientrano nelle competenze dell'Unione, un accordo internazionale sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie.

Il Consiglio mondiale per la salute (WCH) ha affermato che: «L'accordo OMS proposto non è necessario ed è una minaccia alla sovranità e ai diritti inalienabili. Aumenta il potere soffocante dell'Oms di dichiarare pandemie ingiustificate, imporre blocchi disumanizzanti e imporre trattamenti costosi, pericolosi e inefficaci contro la volontà delle persone». Anche il Forum europeo per la vigilanza sui vaccini, ha affermato che questo trattato sarà giuridicamente vincolante per tutti gli Stati membri e che nessuno ha coinvolto il popolo democraticamente.

Sulla base di quale mandato parlamentare il Governo italiano ha deciso di aderire, per conto dell'intera Italia, all'iniziativa del Consiglio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità?

L'avvocato nordamericano Aaron Siri, ha chiesto alla Fda mediante una richiesta Foia, per conto di un cliente, di produrre «[tutti] i dati e informazioni per il vaccino Pfizer enumerato in 21 C.F.R. § 601.51(e) con l'eccezione dei rapporti pubblicamente disponibili sull'avversità del vaccino nel Sistema di segnalazione degli eventi avversi».

Il 9 dicembre 2021, la Food and Drug Administration (Fda) ha affermato che erano necessari 75 anni per rilasciare completamente al pubblico i dati del vaccino Pfizer COVID-19, vent'anni in più rispetto a quanto concordato originariamente il 15 novembre, chiedendo a un giudice del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto nord del Texas, divisione Fort Worth3, di concedere tale tempo, affermando che ci sono oltre 59.000 pagine in più rispetto a quelle non menzionate nella prima richiesta, lavorando a 500 pagine al mese.

Il 14 dicembre 2021 il rappresentante repubblicano della Carolina del Sud Ralph Norman ha detto a Fox News: «In che modo un vaccino che riceve l'approvazione in 108 giorni richiede ora 55 anni solo per rilasciare informazioni?».

Il 6 gennaio 2022 il Tribunale, con sentenza n. 4:21-cv-1058-P7, ha ordinato il tempestivo rilascio degli atti; il giudice ha riconosciuto che il rilascio di questi dati è di fondamentale importanza pubblica e dovrebbe essere una delle massime priorità dell'Fda, disponendo che: la Fda produca «più di 12.000 pagine» entro il 31 gennaio 2022 e le restanti a una velocità di 55.000 pagine ogni 30 giorni, con la prima produzione prevista entro il 1° marzo 2022, fino al completamento dell'operazione.

Il 1° marzo 2022, la Fda ha pubblicato le prime 12.000 pagine di documenti, che con buona probabilità vanno ad integrare quelle già rese pubbliche dalla stessa.

La Children's Health Defense, un'organizzazione senza scopo di lucro la cui missione è porre fine alle epidemie sanitarie infantili lavorando in modo aggressivo per eliminare le esposizioni dannose, individuare tutti i fattori irresponsabili e stabilire salvaguardie per prevenire danni futuri, ha analizzato alcune delle pagine pubblicate e ha trovato un rapporto di 38 pagine che contiene un'appendice dal titolo: «Elenco di eventi avversi di particolare interesse», che elenca 1.291 diversi eventi avversi dopo la vaccinazione.

Venerdì 25 febbraio 2022, sul sito del Ministero della transizione ecologica viene pubblicata una consultazione pubblica, ai sensi dell'articolo 12 del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 2241 sul Progetto sperimentale proposto dalla Arcoblu s.r.l. (numero identificativo B/IT/22/01) sull'utilizzo di un vaccino costituito da un ceppo di Herpesvirus geneticamente modificato allo scopo di valutarne l'efficacia contro la malattia di Marek, la bursite infettiva e la malattia di Newcastle nel pollo da carne (inizio consultazione pubblica: 24 febbraio 2022 - Fine consultazione pubblica: 25 marzo 2022).

La consultazione ha per oggetto tre documenti: la sintesi del fascicolo tecnico contenente le informazioni necessarie alla valutazione del rischio ambientale connesso all'emissione deliberata nell'ambiente a scopo sperimentale di Ogm; la valutazione del rischio ambientale e le confusioni sul potenziale impatto ambientale dell'emissione deliberata nell'ambiente dell'Ogm; ogni nuova informazione sui rischi per la salute umana, animale e per l'ambiente.

Un animale geneticamente modificato è un esemplare il cui materiale genetico è stato alterato attraverso l'aggiunta, la modifica o l'eliminazione di alcune sequenze di Dna con modalità che non avvengono in natura. Il Dna è il materiale genetico di un organismo e contiene istruzioni per tutte le caratteristiche che un organismo eredita. Pertanto, le modifiche apportate al corredo genetico di un animale possono venire trasmesse alla generazione successiva.

Il progetto in questione contraddice i dettami della Commissione europea in termini di salvaguardia della biodiversità, riduzione dell'uso dei pesticidi, Farm to fork; ad oggi non è possibile individuare sul lungo termine i pericoli potenziali di tale sperimentazione; sempre più studi scientifici aumentano i dubbi sulla reale sicurezza degli Ogm.

Al fine di garantirsi dai possibili rischi all'ambiente e alla salute umana derivanti dagli Ogm, la Comunità Internazionale ha elaborato, in ottemperanza all'articolo 19 della Convenzione sulla diversità Biologica, il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza.

La sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, con sede in Lussemburgo del 25 luglio 2018 (vincolante per gli Stati membri dell'Ue) conferma, in attuazione del principio di precauzione, la pericolosità degli Ogm e dei nuovi Nbt (da assimilare agli Ogm). L'Italia, in quanto Stato membro dell'Unione europea, ha l'obbligo di recepire le direttive comunitarie e di ottemperare regolamenti.

In Italia sussiste un ampio fronte di opposizione agli Ogm di Associazioni ambientaliste, organizzazioni dell'agricoltura e realtà contadine. Milioni di consumatori hanno, inoltre, chiaramente rivendicato il proprio diritto ad alimentarsi con cibi non manipolati geneticamente. Le grandi aziende agroalimentari e le principali catene di supermercati hanno recepito questo segnale decidendo di escludere gli Ogm e i loro derivati dai prodotti alimentari.

Uno studio dal titolo: «Trascrizione inversa intracellulare del vaccino Pfizer BioNTech COVID-19 mRNA BNT162b2 in vitro nella linea cellulare del fegato umano» nel quale si discute dell'effetto di BNT162b2 sulla linea cellulare di fegato umano Huh7 in vitro. Nello studio le cellule Huh7 sono state esposte a BNT162b2 e la PCR quantitativa sull'RNA estratto dalle cellule ha rilevato livelli elevati di BNT162b2 nelle cellule Huh7 e cambiamenti nell'espressione genica dell'elemento nucleare 1 lungo intervallato (LINE-1). I risultati mostrano anche che l'mRNA di BNT162b2 viene trascritto intracellularmente nel Dna in appena 6 ore dopo l'esposizione a BNT162b2.

Il 27 gennaio 2022, compare sul sito forzearmate.it, la notizia riguardante le anomale reazioni avverse a seguito di vaccinazione COVID-19, occorse al personale militare Usa, denunciati da alcuni informatori militari americani che si stanno facendo avanti per presentare dati che, se verificati, segnalerebbero preoccupazioni di sicurezza estremamente inquietanti sul vaccino che fanno sembrare i dati Vaers un gioco da ragazzi.

Durante l'audizione di cinque ore del senatore Ron Johnson presso il Senato americano su un «COVID-19: Second Opinion», l'avvocato dell'Ohio Thomas Renz, che ha rappresentato cittadini che hanno citato in giudizio gli obblighi sui vaccini, ha presentato i dati del Dod dal Defense Medical Epidemiology Database (Dmed) che dipinge un quadro incredibilmente inquietante sulla salute dei militari in servizio nel 2021. Tre medici militari, dottori Samuel Sigoloff, Peter Chambers e Theresa Long, hanno presentato dati che mostrano un picco scioccante e improvviso in quasi tutti i codici Icd per lesioni da vaccino comuni nel 2021, riscontrando picchi, da anche il 300 per cento, dei codici Dmed registrati per aborti spontanei rispetto alla media quinquennale, delle diagnosi di cancro e anche un aumento del 1.000 per cento dei codici diagnostici per problemi neurologici.

Alcuni altri numeri che non sono stati menzionati nell'udienza ma che sono stati forniti in un'intervista, sono i seguenti: infarto miocardico – aumento del 269 per cento, Paralisi di Bell – aumento del 291 per cento, malformazioni congenite (per i figli del personale militare) – aumento del 156 per cento, infertilità femminile – aumento del 471 per cento, embolie polmonari – aumento del 467 per cento. Secondo i 3 medici «i maggiori aumenti dell'incidenza dei casi sopra discussi di aborti spontanei, tumori e malattie sono dovuti alle “vaccinazioni” COVID-19». Durante l'audizione è stato dichiarato che: «Alcuni medici in tutta la forza (tutti i rami) sono stati intimiditi dagli ordini per non eseguire l'intero spettro di test e aderire alle normative, che implicitamente dirigono il lavoro completo per le reazioni avverse alla vaccinazione EUA. Sarà richiesto ad altri medici militari di farsi avanti e condividere le proprie esperienze, al fine di accertare l'enormità di queste accuse e generare un'indagine nella massima misura».

Tali dichiarazioni e avvenimenti risultano del tutto simili a quanto dimostrato in Italia dalla Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito e vaccini della precedente legislatura, dove era stata appurata una sottostima della correlazione tra patologie occorse ai militari e la pratica vaccinale ordinaria obbligatoria.

Nel gennaio del 2019 riemerge lo scandalo dei finanziamenti delle case farmaceutiche. A proposito: i conflitti di interesse del dottor Franco Locatelli, presidente del Comitato tecnico scientifico creato appositamente per fronteggiare la pandemia. Dai documenti spicca anche il nome di Franco Locatelli, che avrebbe avuto rapporti con la multinazionale svizzera Novartis. Il Codacons risponde con un apposito report sulla base dei dati ufficiali e presenta un esposto all'Autorità anticorruzione. Nell'elenco sono riportati tutti i medici italiani che hanno ricevuto finanziamenti dalle aziende operanti nel settore farmaceutico. Si tratta di «32.623 tra medici, fondazioni e ospedali che hanno complessivamente percepito in Italia 163.664.432,70 euro nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017». Tra i tanti nomi dei produttori di farmaci che hanno versato finanziamenti e rimborsi spiccano: Pfizer, Merck, Msd, GlaxoSmithKline, Novartis e Gilead.

Franco Locatelli, già presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), organo consultivo e propositivo del Dicastero che stabilisce le politiche legate alla salute e alla sanità italiana occupandosi di «politiche vaccinali estese su larga scala», il 17 marzo del 2021 viene nominato al vertice del Comitato tecnico scientifico, con funzioni di coordinatore, un mese dopo l'insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Le dichiarazioni in materia di conflitto di interessi dei membri del Cts sono nebulose e di difficile reperimento, nonostante si tratti di documenti che dovrebbero essere di dominio pubblico e consultabili da chiunque in un sistema democratico sano. Comunque, nella dichiarazione di Franco Locatelli risulta spuntata la voce «consulenza per una società» nella categoria «interessi diretti», mentre, nell'elenco degli «interessi indiretti», emergono attività di «sperimentatore principale», ovvero che è responsabile scientifico di una sperimentazione, nonché che è «sperimentatore». Questi ultimi due incarichi risultano ancora ricoperti all'epoca della compilazione, datata 23 settembre 2020. Le aziende per le quali ha effettuato consulenze soltanto nel 2020 sono: Pfizer, Novartis, Bellicum, Amgen, Neovii e bluebirdbio. I prodotti farmaceutici oggetto delle consulenze sono invece: «Anticorpi monoclonali anti-nepolastici, CAR T cells, farmaci citostatici, terapia genica e genome editing delle emoglobine». Mentre non vi è traccia di alcuna dichiarazione più recente. A tutti gli effetti questa assenza sembra essere un'anomalia, visti gli incarichi occupati da Locatelli. In base al portale di raccolta brevetti statunitense Justia Patents, Franco Locatelli sarebbe inoltre titolare di almeno tre brevetti che sono stati approvati dall'ente regolatore, United States Patent and Trademark Office (Uspto). In particolare, risalta un brevetto richiesto il 30 agosto 2019 e approvato il 30 gennaio 2020, per una tecnologia che consente terapie attraverso composizioni di cellule dell'immunità innata. Nella dichiarazione pubblica d'interessi, compilata il 23 settembre 2020, non vi è tuttavia traccia di alcuna titolarità di un brevetto.

Dal 2016 al 2020, proprio Franco Locatelli avrebbe incassato 23.877,70 euro tra consulenze, eventi e viaggi, organizzati da Big Pharma. Oltre a Pfizer, emergono migliaia di euro versati anche dal colosso farmaceutico svizzero Novartis. Si tratta della seconda multinazionale attiva nel settore farmaceutico per fatturato al mondo, seconda soltanto a Pfizer. Nonostante non abbia sviluppato un vaccino anti-Covid, Novartis ha stipulato più contratti con Pfizer-BioNTech per la produzione di milioni di dosi del preparato nei laboratori del colosso svizzero. Tale Locatelli è passato dall'affermare, a inizio pandemia, che il Sars-Cov-2 non presentasse nei bambini gravi patologie, per poi cambiare completamente narrazione alcuni mesi dopo, avendo dichiarato che «Vaccinare gli adolescenti è decisivo».

Nella puntata di «Fuori dal Coro» (Rete 4) del 15 febbraio 2022, Mario Giordano ha mandato in onda un servizio giornalistico «Virus, perché così tante morti in ospedale?». Nel servizio televisivo, il dottor Luciano Gattinoni racconta di come la polmonite da COVID-19, quindi il trattamento di pazienti avanzati nell'infezione, sia ancora categorizzata come polmonite tipica con trattamento routinario, quale la ventilazione assistita o forzata: «Non è possibile che dopo due anni la gente venga ancora precocemente e inutilmente intubata, come se tutti questi mesi non ci avessero insegnato niente» afferma. «Si osserva chiaramente che nel problema vascolare del polmone la pressione sulla parete già rovinata da una circolazione sanguigna non ottimale provoca il danno irreversibile del tessuto», aggiunge Gattinoni.

Anche il professore Davide Chiumello, direttore del reparto anestesia dell'ospedale San Paolo, ha affermato che «una serie di studi ci hanno fatto capire che la polmonite da COVID-19 aveva della regole e dei Meccanismi completamente diversi» per cui le linee guida tuttora in atto «non servono a niente».

Nel servizio, sono state riportate altresì diverse testimonianze di persone ricoverate personalmente o che hanno avuto parenti ricoverati per COVID-19. Queste dichiarano che, durante il ricovero, hanno «percepito una certa insistenza nel voler intubare i propri cari». Da quanto affermato i nosocomi avrebbero voluto sottoporre a trattamenti con casco o a terapia intensiva i soggetti senza che vi fossero reali situazioni emergenziali, tanto che rientrati a casa – dopo averli rifiutati – si sarebbero ritrovati con buoni livelli di saturazione e sarebbero guariti.

Da tempo la questione dell'intubazione è rimasta al centro di animate polemiche specialmente per quei pazienti sottoposti ad una pratica che poi si è scoperta essere non solo inutile ma dannosa in caso di polmoniti atipiche. Le prestazioni di ricovero per acuti a pazienti affetti da COVID-19, indipendentemente dal codice Drg della dimissione finale, sono remunerate, maggiorando l'ordinaria remunerazione di cui al decreto ministeriale 18 ottobre 2012, con l'incremento tariffario di cui al comma 2 dell'articolo 1 del decreto ministeriale 12 agosto 2021. L'incremento tariffario massimo, per ciascun episodio di ricovero con durata di degenza maggiore di un giorno, è pari a 3.713 euro se il ricovero è avvenuto esclusivamente in area medica e a 9.697 euro se il ricovero è transitato in terapia intensiva.

Ciascun paziente ricoverato in terapia intensiva costa, in base alla complessità delle cure, dai 9 ai 22 mila euro al Servizio sanitario nazionale (Ssn). A rilevarlo è un'indagine scientifica condotta dall'Healthcare Datascience Lab (HD-LAB) dell'Università Carlo Cattaneo-Liuc.

Il 26 novembre 2021 muore improvvisamente il dottor Andreas Noack, medico tedesco, uno dei primi ad individuare la presenza di graphene nei vaccini COVID-19.

Il 13 febbraio 2022 viene pubblicato su notonthebeeb.co.uk uno studio il cui scopo era, identificare eventuali inclusioni solide nelle fiale non dichiarate dai produttori dei vaccini COVID-19. Esso doveva verificare i risultati di composti correlati al grafene come l'ossido di grafene, l'idrossido di grafene di Campara (2021) e segnalare eventuali altre inclusioni biologiche che potrebbero essere interpretate come tossiche per il corpo umano. Il laboratorio Unit è stato incaricato da EbMCsquared di analizzare il contenuto di quattro fiale di vaccino e identificare se uno qualsiasi dei seguenti componenti era presente in queste fiale: grafene, ossido di grafene, parassiti, filamenti biologici. I quattro vaccini oggetto di questa prima indagine da parte di Unit appartenevano a Moderna, Pfizer e AstraZeneca.

L'analisi di tutti e quattro ha identificato oggetti simili, ovvero: nastri di grafene rivestiti con Polietilenglicole, forma composita di grafene 1, composita di grafene 2, calcite microcristallina con inclusioni carboniose, grafene nano forms con e senza fluorescenza, nano-oggetti di grafene e nanoscroll di grafene.

Il decreto-legge numero 127 del 21 settembre 2021 ha reso obbligatorio a partire dal 15 ottobre 2021 l'obbligo del «Green Pass» per l'accesso ai posti di lavoro. Da fonti ufficiali si apprende tuttavia che l'accesso dei donatori di sangue ed emoderivati alle sedi di raccolta non è subordinato al possesso della certificazione verde COVID-19.

Tale disposizione è stata definita a valle di precisa richiesta di chiarimenti circa le procedure di donazione da parte dell'Associazione volontari italiani del sangue (Avis), dal Ministero della salute, con lettera del 14 ottobre 2021 a firma del direttore generale professore Giovanni Rezza; alla data della disposizione del Ministro della salute il numero di casi positivi era irrisorio e risulta, dunque, difficile ascrivere, in quella data, la scarsità degli approvvigionamenti di sangue ed emoderivati la «nuova ondata di contagi COVID-19».

Il 14 gennaio 2022, il Centro nazionale sangue, le strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali Src e il Civis, insieme al coordinamento delle principali associazioni di donatori di sangue in Italia (AVIS, Croce Rossa, Fidas e Fratres), lanciano l'appello per chiunque sia in buona salute di contattare il proprio centro di raccolta più vicino per prenotare una donazione; tale discriminazione mostra una evidente incongruenza in relazione alle norme attualmente vigenti in materia di prevenzione della malattia da COVID-19, ma anche in riferimento a profili di sicurezza per chi riceve sangue da persone vaccinate.

I cosiddetti “vaccini contro il COVID-19” sono volti alla produzione di anticorpi neutralizzanti contro la proteina spike, che il SARS-COV-2 utilizza per il legarsi alle cellule bersaglio. I vaccini a mRNA o vettore adenovirus indirizzano le cellule umane a produrre la proteina spike contro la quale il corpo produce principalmente anticorpi neutralizzanti. Alcuni documenti hanno mostrato che la proteina spike da sola (senza far parte del coronavirus) possa danneggiare le cellule endoteliali e distruggere la barriera ematoencefalica.

Lo studio «Gravità, patogenicità e trasmissibilità delle varianti Delta e Lambda di SARS-CoV-2, tossicità delle proteine spike e possibilità per la futura prevenzione di COVID-19» discute il ruolo della forma proteasi e del recettore ACE2 nell'infezione da virus, le mutazioni hotspot nella proteina spike, la sua tossicità e l'aumentata patogenicità delle varianti Delta e Lambda. Nello studio si fa riferimento al fatto che la tossicità della proteina spike possa intensificare la patogenicità di SARS-CoV-2. Infatti, potrebbe indurre la coagulazione delle piastrine nel flusso sanguigno di pazienti gravemente infetti e stimolare la trombosi, che è una delle preoccupazioni più importante negli attuali vaccini mRNA e adenovirus che esprimono la proteina spike. Difatti può altresì provocare la stimolazione dell'attività piastrinica e il rilascio di fattori della coagulazione, che possono causare trombosi negli individui infetti.

In data 23 settembre 2021 il Garante per la protezione dei dati personali ha chiarito che nessuno può richiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti, né la conoscenza del medesimo può determinare una difformità di trattamento nei confronti degli studenti. L'Autorità garante ricorda che, secondo il quadro normativo vigente, agli istituti scolastici non è consentito conoscere lo stato vaccinale degli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione, né a questi (a differenza degli universitari) è richiesto il possesso e l'esibizione della certificazione verde per accedere alle strutture scolastiche.

La nota 11 dell'8 gennaio 2022 «nuove modalità di gestione dei casi di positività all'infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico – articolo 4, del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1» riporta: «L'istituzione scolastica, per effetto dell'intervento legislativo, è abilitata a prendere conoscenza dello stato vaccinale degli studenti in questo specifico caso. Ai sensi di quanto previsto dalla norma di legge, infatti, nell'ipotesi in cui si siano verificati due casi positivi nella classe, è consentito proseguire la didattica in presenza solamente “per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di centoventi giorni oppure di avere effettuato la dose di richiamo (...)”». Questa è una violazione della privacy su dati sensibili di minori.

In data 10 gennaio 2022 il Ministero dell'istruzione ha emanato un'ulteriore nota con maggiori dettagli e specificando che «il trattamento (dei dati inerenti lo stato vaccinale, ndr) dovrà essere espletato dalle singole istituzioni scolastiche, nella loro qualifica di “Titolari del trattamento (...) in ottemperanza ai principi di cui all'articolo 5 del GDPR”».

Le quarantene in base allo stato vaccinale erano già state previste dalla circolare del 6 novembre, ma finora non risulta che sia stata autorizzata dal Garante nessuna comunicazione diretta fra famiglie e scuola di questi dati. Il dato veniva trattato dalle aziende sanitarie locali nel momento dell'invio del provvedimento di quarantena come unici soggetti autorizzati alla conoscenza dello stato vaccinale degli alunni nel rispetto della privacy di alunni e famiglie.

Il decreto-legge numero 1/2022 non fa nessuna menzione del fatto che questo dato debba essere comunicato direttamente dai genitori o dagli alunni stessi alle scuole; vi è il concreto rischio che, qualora le scuole richiedano l'informazione senza che vi sia uno specificato protocollo di trasmissione e gestione del dato, questo diventi consultabile anche da chi non espressamente autorizzato in segreteria scolastica e che vi sia il concretarsi di condotte volte a conoscere lo stato vaccinale dello studente e/o, peggio ancora, volte ad obbligarlo (anche indirettamente o con persuasioni o pressioni psicologiche) a vaccinarsi, o a discriminarlo pubblicamente, che possono integrare gravi reati, quali ad esempio la violenza privata. Inoltre, va ricordato che ogni reato commesso da docente e personale scolastico è aggravato ai sensi dell'articolo 61, primo comma, numero 9, del codice penale per l'aver commesso il fatto con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto.

Un medicinale è propriamente di terapia genica quando ha come effetto principale noto la regolazione, la riparazione, la sostituzione, l'aggiunta o l'eliminazione di una sequenza genetica;

con lo studio dal titolo «Vaccini Covid-19 basati su mRNA del vettore adenovirale DNA e SARS-CoV-2: possibile integrazione nel genoma umano - I geni adenovirali sono espressi nei vaccini basati sul vettore?» gli studiosi hanno evidenziato che:

a) una dose da 0,5 ml di adenovirus ricombinante ChAdOx1-S di AstraZeneca, contiene circa 2,5 μg di DNA ricombinante di scimpanzé Ad26, che sono probabilmente assorbite dalle cellule del sistema linfatico e del fegato e il loro Dna sarà trasportato ai nuclei delle cellule. Nella recensione, gli autori hanno presentato le prove per l'inserimento del Dna di adenovirus nei genomi del ricevente e le sue conseguenze; b) l'RNA di SARS-Cov-2 o segmenti di esso, come il gene spike, può essere retrotrascritto dalle trascrittasi inverse codificate da LINE-1 o da altri fattori, e il Dna così sintetizzato può integrarsi a frequenze e posizioni sconosciute nei genomi dei vaccinati. Naturalmente, lo stesso vale per tutte le infezioni da SARS-Cov-2. Pertanto, il rischio di eventi di integrazione indesiderati delle trascrizioni inverse dell'Rna SARS-Cov-2 in caso di infezioni da SARS-Cov-2 appare simile a quello della vaccinazione con il vaccino COVID-19 a base di mRNA.

Con lo studio dal titolo: «Indagini approfondite hanno rivelato alterazioni fisiopatologiche coerenti dopo la vaccinazione con i vaccini COVID-19», si è dimostrato, come effetto collaterale dei vaccini anti-SARS-Cov-2 inattivati, esservi modifiche «nell'espressione genica di molti diversi tipi di cellule immunitarie».

In una intervista dal titolo: «L'mRNA dei vaccini COVID-19 può essere integrato nel DNA umano?» pubblicata su Scimex, il professor Thomas Preiss, il leader del gruppo di biologia dell'RNA presso il College of Health & Medicine dell'Australian National University, afferma che: «Al momento non ci sono prove che sia plausibile che l'mRNA dei vaccini COVID-19 sia integrato nel DNA umano, almeno non nel senso che rappresenterebbe un problema medico significativo con i vaccini mRNA» ma che «l'assenza di prove non è prova di assenza» salvo poi tranquillizzare che la probabilità di accadimento dell'integrazione è bassa e che il rischio è minore dei benefici. Pertanto, seppur in forma di effetto collaterale, questi vaccini anti-SARS-Cov-2 si possono qualificare, oltre che Ogm, anche come farmaci a terapia genica. Il fatto che sia un effetto collaterale li rende ancora più pericolosi in quanto, teoricamente, la convinzione della comunità scientifica che uno dei vantaggi dei vaccini a mRNA rispetto a quelli a vettore virale o a Dna stia appunto nella non-integrazione nel Dna del soggetto, fa sottostimare questo come rischio nella valutazione rischio/beneficio, non facendolo prendere minimamente in considerazione, né dai produttori, né dalle autorità di controllo, né dalle autorità che autorizzano la commercializzazione.

Il 3 dicembre 2021, il Prac (Ema) valutando i risultati di due ampi studi europei, ha determinato che il rischio di miocardite dopo la vaccinazione è di circa 1 su 10.000, e che l'aumento del rischio è più elevato tra gli uomini più giovani, per entrambi i vaccini Pfizer o Moderna.

Mentre l'agenzia del farmaco svedese, il 6 dicembre 2021, ha disposto la sospensione di Moderna sotto i 30 anni, in Italia, Patrizia Popoli, presidente del CTS-Aifa a Radio anch'io, dichiarava che: «I dati che abbiamo sul vaccino anti Covid ai bambini sono sufficienti per questa estensione pediatrica. Abbiamo uno studio fatto su 3000 bambini, con dose ridotta e cioè 1/3 della dose: il vaccino si mantiene efficace e senza eventi avversi preoccupanti, solo reazioni locali, un po' di febbre e mal di testa. Per ora non ci sono miocarditi». Lo stesso giorno Maria Paola Trotta, coordinatrice Unità di crisi dell'Aifa-Covid, su Radio24, dichiarava che Aifa ha rivisto tutti i dati, compresi quelli statunitensi Stati Uniti. Al 3 dicembre 2021 che nel database Vaers sono state raccolte 30.550 reazioni avverse, 234 disabilità permanenti e 54 morti. Data l'incompletezza dell'informazione, si deduce che lo studio a cui si riferisce Patrizia Popoli, sia quello dal titolo «Valutazione del vaccino BNT162b2 Covid-19 nei bambini dai 5 agli 11 anni», finanziato da BioNTech e Pfizer, che fa riferimento al trial clinico NCT04816643 che prevede una fase 1 per il dosaggio e uno studio randomizzato di fase 2-3, che terminerà il 23 luglio 2024, per valutare la sicurezza, l'immunogenicità e l'efficacia per 2 dosi di BNT162b2 in bambini tra 6 mesi e 11 anni. Lo studio esamina la sperimentazione di fase 2-3 su 2268 bambini, reclutati sani (ovvero con condizioni preesistenti assenti o stabili, ad eccezione di quelli con un disturbo da immunocompromissione o immunodeficienza, quelli con una storia di MIS-C o quelli che ricevono terapia immunosoppressiva), con un follow-up mediano di 2,3 mesi, dal quale emerge che non sono stati rilevati eventi avversi gravi correlati al vaccino.

Non eticità della sperimentazione e assenza di etica nella scienza medica quando sottopone a sperimentazione bambini. In ogni caso, non è significativo uno studio condotto su circa 2000 bambini selezionati all'origine e più sani rispetto alla media, con riguardo alle reazioni avverse, in quanto al massimo si possono esplorare le reazioni con frequenza 1:1000.

Altri 3 studi internazionali, dal titolo «Miocardite dopo la vaccinazione contro il Covid-19 in una grande organizzazione sanitaria», «Miocardite dopo vaccino mRNA BNT162b2 contro Covid-19 in Israele», e «Miocardite clinicamente sospetta temporaneamente correlata alla vaccinazione contro il COVID-19 negli adolescenti e nei giovani adulti», hanno anch'essi evidenziato la miocardite come reazione avversa correlata alla vaccinazione nei giovani under 30.

Nell'articolo scientifico dal titolo: «Consegna terapeutica dell'mRNA: il mezzo è il messaggio» si evidenzia come l'avvento dell'uso dell'RNA, antisenso e catalitico, ha fornito strumenti molecolari contro cancro e malattie infettive, trovando utilità sotto forma di vaccini genetici.

Con l'articolo scientifico: «La Spike SARS-CoV-2 compromette la riparazione del danno al DNA e inibisce la ricombinazione V(D)J in vitro», i ricercatori hanno fornito prove che la proteina spike dirotta, in vitro, il meccanismo di riparazione del danno al Dna, e il meccanismo immunitario adattativo. I ricercatori ritengono che le osservazioni cliniche mostrano come il rischio di malattia grave o morte con COVID-19 aumenti con l'età, in particolare per gli anziani che sono a più alto rischio, e sia coerente con le loro risultanze di laboratorio. Ciò può essere dovuto al fatto che le proteine spike di SARS-CoV-2 possono indebolire il sistema di riparazione del Dna delle persone anziane e, di conseguenza, impedire la ricombinazione V(D)J nelle cellule B e l'immunità adattativa, rappresentando un potenziale effetto collaterale del vaccino basato sulla proteina spike a lunghezza intera.

In occasione del World Health Summit tenutosi a Berlino tra il 24-26 ottobre 2021, Stefan Oelrich, responsabile della divisione farmaceutica della Bayer dal 2018, ha dichiarato che: «In definitiva, i vaccini mRNA sono un esempio di terapia cellulare genica. Come amo ripetere, se due anni fa avessimo fatto un sondaggio al pubblico chiedendo: “sareste disposti a farvi iniettare nel corpo una terapia genica cellulare?” avremmo avuto un tasso di rifiuto del 95 per cento». Inoltre, dalla lettura della documentazione scientifica riportata in un articolo dal titolo: «Chiare, fresche e dolci acque. Con spike o senza?», che la proteina spike indotta dai vaccini, si stia disperdendo nell'ambiente, generando un vero e proprio problema ambientale, la cui valutazione, per questi farmaci emergenziali Ogm non è prevista dal regolamento europeo 1043/2020, ma resta considerabile come un rischio prevedibile, come ha ribadito la Commissione europea nella risposta all'interrogazione E-000323/2021, e che nessuno ha mitigato; il predetto regolamento è già stato impugnato con la causa T633/2020 del 9 ottobre 2020.

 Klaus Schwab è il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, l'Organizzazione internazionale per la cooperazione pubblico-privato nonché fondatore della Fondazione Schwab per l'imprenditoria sociale, del Forum of Young Global Leaders (per leader under 40) e della Global Shapers Community (per potenziali leader di età compresa tra 20 e 30 anni), per la promozione dell'imprenditoria sociale e integrare i giovani nei processi decisionali globali e in progetti concreti, e del Network of Global Future Councils, principale rete di conoscenza interdisciplinare al mondo sul pensiero innovativo sul futuro.

Lo stesso è autore di: The Fourth Industrial Revolution (2016), Shaping the Fourth Industrial Revolution (2018) e COVID-19: The Great Reset (2020). Il 10 gennaio 2016 Dairus Rochebin ospita Klaus Schwab che, intervistato sul libro sulla quarta rivoluzione industriale, afferma come nei prossimi 10 anni vi sarà la possibilità di una fusione del mondo biologico, fisico e digitale. Infatti, nel libro afferma come una confluenza di innovazioni tecnologiche emergenti, intelligenza artificiale (AI), robotica, Internet delle cose (IoT), autonomia veicoli, stampa 3D, nanotecnologia, biotecnologia, scienza dei materiali, accumulo di energia e calcolo quantistico, modificazioni genetiche, porterà a fondere il mondo fisico, digitale e biologico e con un ruolo determinante della biologia sintetica.

L'11 novembre 2016 il Wef pubblica un articolo nel quale immagina un futuro senza il possesso dei beni. L'articolo ora non è più online. Nell'articolo del febbraio 2018, dal titolo «La quarta rivoluzione industriale: opportunità e sfide», gli autori affermano che: «La quarta rivoluzione industriale [...], descrive un mondo in cui gli individui si muovono tra domini digitali e realtà offline con l'uso della tecnologia connessa[...]».

Il 3 giugno 2020, Schwab sosteneva che «Ora è il momento di un “grande reset” in quanto “l'ansia per le prospettive sociali ed economiche del mondo si sta solo intensificando” e che “Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio e dal gas alla tecnologia, deve essere trasformato. Serve insomma un “Grande Reset” del capitalismo».

Il volume COVID-19: The Great Reset, scritto con Thierry Malleret, il co-fondatore del Monthly Barometer, un'analisi predittiva per investitori privati e influenti opinion e decision maker, senior partner e fondatore di IJ (Informed Judgement), che fornisce consulenza per gli investitori dai patrimoni elevati, fondatore del Global Risk Network al Wef, una rete che riunisce opinioni e politici di spicco, amministratori delegati e accademici per esaminare come le questioni globali influenzeranno le imprese e la società a breve e lungo termine, risponde alla domanda: «quando le cose torneranno alla normalità» con: «mai», introducendo nuovi termini, «prima del coronavirus» (BC) e «dopo del coronavirus» (AC), facendo eco a Bill Gates con il suo termine «Pandemia I» e sostenendo una «nuova normalità».

Dall'articolo dal titolo «COVID-19: The Great Reset-A Review» si apprende come Schwab sostenga un «capitalismo degli stakeholder per sostituire il capitalismo finanziario di oggi» e come la crisi generata dal lockdown e la crisi climatica abbiano alcune cose in comune. Schwab e Thierry considerano quindi la pandemia come una «finestra di opportunità».

Mario Draghi è intervenuto durante la pandemia covidiota sostenendo che «per rilanciare l'economia servono test e tracciamento». Il 22 novembre 2021 il Presidente Draghi ha incontrato Klaus Schwab in veste ufficiale. Quale autorità Klaus Schwab rappresentava per essere accolto a Palazzo Chigi?

In merito ai contratti di Pfizer con alcuni Paesi come ad esempio Argentina e Brasile, i quali, secondo la denuncia fatta dal Bureau of Investigative Journalism (un'organizzazione senza scopo di lucro per il giornalismo investigativo), avevano confessato l'esistenza di un atteggiamento di «bullismo» da parte della Pfizer nei confronti degli Stati. Secondo le fonti governative dei due Paesi Pfizer avrebbe infatti preteso che alcuni asset pubblici argentini e brasiliani fossero messi come garanzia per il rispetto dei contratti.

Una seconda denuncia è arrivata da Public Citizen, un'importante associazione internazionale di consumatori no profit, che ha l'obiettivo di difendere l'interesse pubblico, che ha pubblicato recentemente un report dal titolo «il potere della Pfizer», a firma di Zain Rizvi, esperto farmaceutico con pubblicazioni su riviste importante come The Lancet. Public Citizen ha identificato diversi contratti Pfizer sui vaccini Covid, nei quali la società sembra aver avuto il potere di impedire ai Paesi di donare i loro vaccini COVID-19 ad altri Paesi, modificare unilateralmente i programmi di consegna in caso di carenza e richiedere che i beni pubblici fossero utilizzati come garanzia. Public Citizen riporta diversi Paesi ed istituzioni coinvolte in queste pratiche del tutto scorrette portate avanti dalla Pfizer, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Albania, Brasile, Colombia, Cile, Repubblica Domenicana, Perù e anche l'Unione europea, Oltre a confermare l'esistenza di beni pubblici usati come garanzia da parte degli Stati, ci sarebbe inoltre un'ulteriore clausola svelata da Public Citizen. Qualsiasi controversia che sarebbe sorta tra la Pfizer e gli Stati non sarebbe dovuta essere risolta da una Corte nazionale, in un classico foro pubblico, bensì con un arbitrato privato sotto la giurisdizione di New York.

Il contratto siglato dalla Commissione europea e Pfizer, presenta, inoltre, una clausola di salvaguardia per l'azienda farmaceutica in merito ai danni a terzi per colpa del vaccino. Infatti «Stando ai termini pattuiti, tutta la responsabilità spetta alla Commissione Ue e agli Stati membri. Pfizer se ne farà carico solo nel caso in cui si possa registrare un errore nella produzione del siero, altrimenti decade qualsiasi ipotesi di risarcimento».

La Commissione europea ha reso pubblici i contratti con Pfizer, a seguito di diverse interrogazioni europee, tra cui la n. E-000419/2021, ma i documenti pubblicati presentano degli stralci importanti nei punti di maggiore interesse. Questo contratto pare garantire la fornitura di 1,8 miliardi di dosi per il 2021-2023.

Il 2 novembre 2021, è stato pubblicato l'articolo scientifico: «Rilevamento del grafene nei vaccini COVID-19 mediante spettroscopia Micro-RAMAN» dall'università di Almerìa in Spagna, che aveva l'obiettivo di effettuare un campionamento di segnali spettrali di vibrazione Raman che, associati a immagini di microscopia ottica accoppiate agli spettri, consentono di determinare la presenza di derivati del grafene in campioni di vaccino COVID-19 commercializzati con quattro marchi diversi:

Pfizer 1 (Rd1). Lotto EY3014. Sigillato;

Pfizer 2 (Wbr). Lotto N. FD8271. Sigillato;

Pfizer 3 (Ros). Lotto N. F69428. Sigillato;

Pfizer 4 (Arm). Lotto N. FE4721. Sigillato;

AstraZeneca (Az Mit). Lotto N. ABW0411. Sigillato;

Moderna (Mod). Lotto N. 3002183. Non Sigillato;

Janssen (Jan). Lotto N. Non disponibile. Non Sigillato.

Sono stati analizzati più di 110 oggetti visibili al microscopio ottico, con un aspetto compatibile con le strutture del grafene; di questi un totale di 28 oggetti sono stati selezionati per questo rapporto per la loro compatibilità con la presenza di graphene o derivati nei campioni, tenendo conto della corrispondenza tra le sue immagini e segnali spettrali con quelli ottenuti da un campione standard e dalla letteratura scientifica. Di questi 28 oggetti, in 8 di essi l'identità del materiale con l'ossido di graphene è determinante a causa dell'elevata correlazione spettrale con il pattern. I restanti oggetti mostrano un'altissima compatibilità con le strutture del graphene, considerando insieme sia i loro spettri che la loro immagine ottica.

L'8 luglio 2021, è stato pubblicato tino studio dal titolo: «Generazione rapida di immunità coronavirale utilizzando Nanodiamanti ricombinanti modificati con peptidi» con il quale alcuni ricercatori propongono adiuvanti vaccinali a base di nanodiamante, come una piattaforma rapida e versatile per la coniugazione dell'antigene, utilizzando peptidi comuni a diversi ceppi patogeni e rendendo questa strategia un buon candidato per a Vaccino pronto all'uso. La tecnologia si basa sul fatto che la capacità degli organismi viventi di intrappolare nanostrutture come i nanodiamanti con formazione di trappole extracellulari dei neutrofili (Net) dia inizio ad una reazione infiammatoria con conseguente risposta immunitaria. In questo lavoro, il peptide del coronavirus omologico per Mers-CoV, inibitore della fusione, è stato coniugato a nanodiamanti e utilizzato per indurre neutrofili infiammazione autolimitante guidata. Secondo i ricercatori l'adiuvante risulta essere sicuro e non ha indotto alcun tessuto danno nel sito di iniezione. I topi immunizzati presentano una concentrazione di anticorpi (Titoli) di IgG di 1/4,000 entro 28 giorni. L'immunizzazione dei conigli ha portato alla formazione di un alto livello di anticorpi persistentemente presenti fino a 120 giorni dopo la prima immunizzazione (durata della vita dell'animale - 3 anni). Il peptide usato per l'immunizzazione si è dimostrata reattiva con i sieri di pazienti convalescenti COVID; dimostrando la possibilità di sviluppare candidati al vaccino pancoronavirale.

La possibilità di trovare questi prodotti nelle quantità, seppur sottosoglia e non rilevabili dalle autorità per assenza di metodologia e di regolamentazione, fa temere che le case farmaceutiche stiano sperimentando la loro tossicità nei farmaci in modo non regolare.

Il 2 novembre 2021, Paul D. Thacker, giornalista investigativo, ha pubblicato un articolo sulla rivista del British Medical Journal, dal titolo «COVID-19: il ricercatore denuncia i problemi di integrità dei dati nella sperimentazione sui vaccini di Pfizer». L'articolo denuncia come, per i ricercatori che stavano testando il vaccino di Pfizer in diversi siti in Texas durante quell'autunno, la velocità nell'effettuare la sperimentazione potrebbe essere andata a scapito dell'integrità dei dati e della sicurezza del paziente. Un direttore regionale che è stato impiegato presso l'organizzazione di ricerca Ventavia Research Group ha detto al BMJ che la società ha falsificato i dati, impiegando vaccinatori non adeguatamente formati ed è stata lenta nel seguire gli eventi avversi riportati nello studio cardine di fase III di Pfizer. Il personale che ha condotto i controlli di qualità è stato sopraffatto dal volume di problemi riscontrati. Dopo aver ripetutamente informato Ventavia di questi problemi, il direttore regionale, Brook Jackson, ha inviato un reclamo tramite e-mail alla Food and Drug Administration (Fda) statunitense. Ventavia l'ha licenziata lo stesso giorno. Jackson ha fornito il BMJ con decine di documenti aziendali interni, foto, registrazioni audio ed e-mail. Nella sua e-mail del 25 settembre alla Fda; Jackson ha scritto che Ventavia aveva arruolato più di 1.000 partecipanti in tre siti. Lo studio completo (registrato con NCT04368728) ha arruolato circa 44.000 partecipanti in 153 siti che includevano numerose aziende commerciali e centri accademici. Ha poi elencato una dozzina di preoccupazioni di cui aveva assistito, tra cui: partecipanti collocati in un corridoio dopo l'iniezione e non monitorati dal personale clinico; mancanza di follow-up tempestivo dei pazienti che hanno manifestato eventi avversi; le deviazioni del protocollo non vengono segnalate; i vaccini non venivano conservati a temperature adeguate; campioni di laboratorio etichettati erroneamente.

Nel giro di poche ore Jackson ha ricevuto un'e-mail dalla Fda ringraziandola per le sue preoccupazioni e informandola che la Fda non poteva commentare alcuna indagine che potesse risultare. Pochi giorni dopo Jackson ha ricevuto una chiamata da un ispettore della Fda per discutere il suo rapporto, ma gli è stato detto che non potevano essere fornite ulteriori informazioni, e non ha sentito più nulla in relazione al suo rapporto.

Nel documento informativo di Pfizer presentato alla Fda, il 10 dicembre 2020 per l'autorizzazione all'uso di emergenza del suo vaccino contro il COVID-19, la società non ha menzionato problemi nel sito di Ventavia; nell'agosto di quest'anno, dopo la piena approvazione del vaccino di Pfizer, la Fda ha pubblicato una sintesi delle sue ispezioni sullo studio cardine dell'azienda. Nove dei 153 siti dello studio sono stati ispezionati, i siti di Ventavia non sono stati elencati. L'ufficiale ispettivo della Fda ha osservato: «La parte di integrità e verifica dei dati delle ispezioni BIMO [monitoraggio della ricerca biologica] era limitata perché lo studio era in corso e i dati richiesti per la verifica e il confronto non erano ancora disponibili per l'IND [nuovo farmaco sperimentale]».

Il 14 gennaio 2021, il ministro Speranza, ha dichiarato che si sarebbe proceduto con la sperimentazione sulla fascia 6-12 e poi 2-6 anni e che sperava nel vaccino entro la fine del 2021; il 25 marzo, Pfizer avviava la sperimentazione sui bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 26 marzo dichiarava che gli effetti collaterali negli adolescenti erano simili a quelli osservati nei giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Il 31 marzo, da fonti di stampa si apprendeva che Pfizer avrebbe iniziato anche la sperimentazione nella fascia tra i 2 e 5 anni e su quella tra 6 mesi e 2 anni.

Il 27 aprile 2021, Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia, dichiarava: «A breve presenteremo a Fda ed Ema i dati sulla vaccinazione dai 12 ai 15 anni (...). Intanto ci sono studi su altre fasce di età da 6 mesi a 12 anni». Il 28 aprile 2021 è partita negli Usa la sperimentazione del vaccino Pfizer a partire da bambini di 6 mesi in su; il 13 maggio 2021, sul Bmj nell'articolo dal titolo: «Vaccinare i bambini contro SARS-CoV-2» gli autori argomentano cometa vaccinazione sia difficile da giustificare per la maggior parte dei bambini nella maggior parte dei Paesi, sostenendo anche che, sfortunatamente, poiché la circolazione del virus diminuisce, l'età dell'infezione primaria aumenta e, poiché l'età è direttamente associata alla patogenicità, la vaccinazione dei bambini porterebbe probabilmente a tassi di infezione inferiori ma a tassi di mortalità più elevati. Inoltre, a seconda della durata relativa dell'immunità indotta da vaccini e infezioni e del tasso di cambiamento antigenico virale, la vaccinazione dei bambini potrebbe aumentare la frequenza di grandi epidemie stagionali, portando a un aumento complessivo della morbilità e mortalità indotte dal virus; il 20 maggio 2021, il Ministro dichiarava: «Si prevede che il 28 maggio l'Ema rilasci l'autorizzazione al vaccino Pfizer per la fascia 12-15 anni».

Il 26 maggio, il professor G. Frajese, e un team di medici inglesi (Unite4Truth), denunciano il numero preoccupante di decessi nei bambini, associati alla vaccinazione, (4178) e segnalati al sistema Vaers negli Stati Uniti, e che un numero simile, circa 1600, è stato segnalato in Israele.

Il 28 maggio, l'Ema autorizza l'uso del vaccino Pfizer tra i 12 e 15 anni; il 1° giugno 2021, l'Aifa autorizza a sua volta; il 2 giugno 2021, il Ministero della salute di Israele ha fatto sapere di aver riscontrato un piccolo numero di casi d'infiammazione al cuore, in giovani uomini fra i 16 e i 19 anni è di circa 1 su 3.000. Al 28 maggio l'EMA ha comunicato circa 107 report di miocardite post vaccinale, su pazienti giovani under 30; il 28 luglio 2021, le vendite del farmaco Pfizer, Eliquis contro la cardiomiopatia, sono aumentate del 13 per cento; il 21 settembre 2021, Pfizer dichiara che il suo vaccino è sicuro nella fascia dai 5 anni in su e che nei test eseguiti sui bambini, sono state utilizzate dosi maggiori di un terzo rispetto agli adulti; il 29 ottobre 2021, la Fda americana autorizza Pfizer tra i 5 e gli 11 anni. Nel dossier di registrazione si apprende che Pfizer ha modificato la formulazione sostituendo il phosphatebuffered saline (PBS), con il tromethamine (Tris) già contenuta anche nel vaccino di Moderna, usato in farmaceutica, per ristabilire il ritmo cardiaco nei pazienti con arresto cardiaco.

Ad inizio della crisi pilotata, alla data del 20 marzo 2020, risultavano 6 casi su 627 di morti totali (5.986 casi totali); al 28 maggio 2020 il numero era di 131 su 31.851 deceduti; il 5 ottobre 2021, l'Istituto superiore di sanità, elabora il «Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da Sars-CoV-2 in Italia» aggiornando, dopo un anno, l'analisi dei dati relativi alle 7.910 cartelle cliniche su 131.904 che sono state esaminate; di queste, 230 presentavano 0 patologie pregresse e quindi sono decedute solo a causa del COVID-19; si tratta di un totale del 2,9 per cento che se esteso a tutta la popolazione dei deceduti, fa desumere una popolazione di morti senza patologie pregresse pari a 3.825 persone.

L'autopsia, esame medico dettagliato e attento del corpo e dei relativi organi della persona dopo la morte per stabilirne le cause, le modalità e i mezzi che l'hanno causata, è stata di fatto sconsigliata (vietata) dal Ministero della salute con circolare dell'8 aprile 2020 e del 2 maggio 2020: «Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione», che ordinava «per l'intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all'esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio».

In Italia si è deciso di inserire nel numero di decessi da Coronavirus, tutti i casi di coloro che sono stati scoperti positivi al COVID-19, durante la propria vita o addirittura nel post-mortem; secondo le schede tecniche illustrate nel rapporto dell'Iss, redatto in collaborazione con Istat e Inail n. 49 del 2020, versione del 26 aprile 2021, viene scritto che la causa di morte è quella che: «Quando un decesso è dovuto a COVID-19, questa condizione è probabilmente la causa iniziale di morte e quindi dovrebbe essere riportata sulla riga 1 della Parte I del quesito 4 della scheda di morte», mentre le condizioni mediche che possono aver aumentato il rischio di morire dovevano essere riportate nella Parte II del quesito 4; il report Istat del 16 luglio 2020, illustra quante persone siano probabilmente morte a causa del COVID-19 grazie alla positività del tampone Pcr, secondo i criteri sopra riportati, ha analizzato un campione di 4.942 cartelle cliniche su 31.573 morti, redatte come sopra, dove veniva riportata la probabilità di morte da COVID-19, come causa direttamente responsabile della morte nell'89 per cento dei casi.

Bill Gates e Mario Draghi. In data 27 agosto 2021, l'Oms ha pubblicato un rapporto dal titolo: «Documentazione digitale dei certificati COVID-19: stato vaccinale: specifiche tecniche e linee guida per l'attuazione», finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, dal Governo dell'Estonia, dalla Fondation Botnar, dallo Stato del Kuwait e dalla Fondazione Rockefeller. Alla stesura hanno partecipato membri di: Oms, World Bank, Path, Icao, direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, direzione della Commissione europea per le reti di comunicazione, i contenuti e la tecnologia, Ernst & Young, International Port Community Systems Association, centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, Federal Institute for Drugs e Dispositivi medici, Germania; il pubblico target principale di questo documento sono le autorità nazionali incaricate di creare o supervisionare lo sviluppo di una soluzione di certificato di vaccinazione digitale per COVID-19. Nel documento si discute di come nel contesto della pandemia COVID-19, il concetto di Documentazione digitale dei certificati COVID-19 (Ddcc) si propone come un meccanismo attraverso il quale i dati sanitari di una persona correlata al COVID-19 possono essere documentati digitalmente tramite un certificato elettronico. Un certificato di vaccinazione digitale che documenta il corrente stato di vaccinazione di una persona per la protezione dalla malattia e che può quindi essere utilizzato per la continuità delle cure o come prova di vaccinazione per scopi diversi dall'assistenza sanitaria; vengono descritti diversi scenari come quello per la continuità assistenziale nel contesto del COVID-19, allo scopo di garantire alle persone di sapere se e quando avranno bisogno di una dose successiva di vaccino; quello per definire l'utilizzo del Green pass come prova della vaccinazione COVID-19; quello per decidere sulla fornitura di servizi sanitari basati sull'anamnesi; quello per definire l'utilizzo del Green pass al fine di garantire la salute ai lavoratori, con l'accesso a un'accurata cronologia delle vaccinazioni contro una malattia per cui serve l'immunizzazione. In questo ambito si dice che spetterà agli Stati definire come questo scenario viene applicato e adattato al loro contesto e livello di maturità digitale, in conformità con la loro legislazione.

Il 22 settembre 2021, su La7, l'ex presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, sul tema del Green pass, ha dichiarato: «Adagio adagio lo si estende e la gente si convince perché va a lavorare e ha paura perché a scuola ha paura e allora il Green pass segue la passione della gente». Le politiche del Governo sul Green pass non siano del tutto scevre da influenze esterne, e ci sia l'intenzione internazionale di usare l'Italia come incubatore sperimentale di politiche discriminatorie basate sullo stato vaccinale delle persone, per poi estendere queste discriminazioni anche a seguito della pandemia, al fine di farle diventare normalità. Tali disposizioni risulterebbero in pieno contrasto con i principi costituzionali, faticosamente conquistati a seguito della seconda guerra mondiale e sulla scorta dell'esperienza nazifascista.

L'11 aprile 2018 lo studio «Interfacciamento di materiali a base di graphene con cellule neurali» affronta l'utilizzo del graphene per applicazione biomediche e la sua tossicità nonché le applicazioni nelle neuroscienze; il 3 giugno 2019 la Commissione europea ha investito 1 miliardo di euro nel graphene, in un progetto chiamato Graphene Flagship; il 27 settembre 2020 viene presentato il brevetto CN112220919A che riguarda un vaccino nucleare ricombinante 2019-nCoV che contiene ossido di graphene; il 18 dicembre 2020 viene depositato il brevetto DCN112089834A circa l'invenzione di un nanoadiuvante a base di graphene ossidato e di un vaccino di co-consegna adiuvante/antigene. L'invenzione fornisce il nano adiuvante utilizzando graphene nano ossidato come supporto che facilita il rilascio prolungato della medicina, prolunga efficacemente l'effetto della medicina, previene la tolleranza immunitaria, migliora notevolmente gli effetti immunitari e prolunga il tempo di reazione; l'11 marzo 2021 viene depositato il brevetto KR20210028065A che riguarda una soluzione iniettabile, salina fisiologica di glucosio e una soluzione di Ringer con un vaccino contro il coronavirus destinati alla prevenzione di diverse malattie tra cui anche MERS, SARS e Corona. La polvere di graphene con una dimensione di 0,2 nm o inferiore viene dispersa in un mezzo utilizzato come soluzione per iniezione, soluzione di Ringer, soluzione salina fisiologica e soluzione di glucosio utilizzata negli ospedali convenzionali e utilizzata come agente terapeutico. La soluzione di Ringer in cui è dispersa la polvere di graphene viene iniettata nel corpo umano dove il virus è penetrato e, quando il virus e la polvere di graphene si incontrano, la polvere di graphene e il virus vengono attratti l'uno dall'altro da una forza nano-coesiva e si attaccano a ciascuno altro. Quando la polvere di graphene aderisce al corpo e alle punte del virus, il virus non funziona correttamente, quindi non può moltiplicarsi e alla fine muore.

Alcune scoperte pubblicate in diversi studi pubblicati tra maggio e luglio 2021 mostrano le risposte anticorpali con memoria immunologica al SARS-CoV-2 e ai vaccini contro il COVID-19; gli studi «Antigene del vaccino SARS-CoV-2 circolante rilevato nel plasma dei destinatari del vaccino mRNA-1273» del 20 maggio 2021, «La vaccinazione contro l'mRNA SARS-CoV-2 induce anticorpi funzionalmente diversi contro NTD, RBD e S2» del 22 luglio 2021, «Profilo degli anticorpi IgG e IgM contro il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2)» del 27 aprile 2021 e «Risposte umane IgG e IgA ai vaccini mRNA COVID-19» hanno dimostrato che gli anticorpi specifici in circolazione contro il SARS-CoV-2, gli IgG e IgA, sono diventati rintracciabili già dal giorno dopo la vaccinazione fino ad un picco di 1-2 settimane dopo la somministrazione dei vaccini a mRNA, ma che la maggior parte degli anticorpi indotti dal vaccino non aveva attività neutralizzante. A parere dell'interrogante, ciò sta a significare che la produzione rapida di IgG e IgA indica una risposta secondaria del tipo della memoria che viene suscitata attraverso la nuova stimolazione delle cellule immunitarie preesistenti. Questa risposta indica un'immunità preesistente e a reazione incrociata, dovuta ad un'infezione da sollecitazione dei coronavirus respiratori umani comuni. La risposta IgM ritardata rappresenta quasi sicuramente una risposta primaria ai nuovi epitopi specifici del SARS-CoV-2. Questo è stato documentato per l'immunità mediata dalle cellule T. Infine, il nostro sistema immunitario sembra riconoscere efficientemente il SARS-CoV-2 persino ad un primo contatto. I casi gravi della malattia, quindi, potrebbero benissimo essere causati o aggravati da un'immunità preesistente attraverso l'ampliamento dipendente dagli anticorpi, già trattata in precedenti interrogazioni come la n. 4-09951. La risposta anticorpale vaccinale alla prima iniezione è del tipo della memoria, e il breve intervallo di tempo dopo l'iniezione potrebbe mitigare le reazioni avverse, ma la situazione cambia drammaticamente con la seconda iniezione. In questo caso le proteine spike prodotte nel flusso sanguigno, che già pullula sia di linfociti reattivi che di anticorpi potrebbero provocare un auto-attacco.

Con lo studio «SARS-CoV-2 suscita robuste risposte immunitarie adattative indipendentemente dalla gravità della malattia » del 1° giugno 2021, sono stati registrati i profili degli anticorpi sierologici di 203 individui che avevano avuto l'infezione da SARS-CoV-2. Il 99 per cento dei partecipanti mostravano gli anticorpi specifici del SARS-CoV-2 e nel 95 per cento, hanno prevenuto l'infezione da SARS-CoV-2 nella coltura cellulare e inibito il legarsi della proteina spike al recettore ACE2. A parere dell'interrogante questo studio conferma che la risposta immunitaria al contatto iniziale con il SARS-CoV-2 è del tipo della memoria. In aggiunta, mostra che questa reazione si verifica in quasi tutti gli individui.

Se l'obiettivo della vaccinazione è quello di stimolare la produzione di anticorpi, si è scoperto avvenire anche alla minima offensiva virale, senza la vaccinazione. Perciò, è improbabile che la vaccinazione fornisca benefici significativi nella prevenzione dell'infezione polmonare grave da SARS-CoV-2. I tentativi di sviluppare vaccini contro il virus Sars originale sono falliti ripetutamente a causa dell'ADE. Il rischio di ADE non è stato adeguatamente tenuto in conto nelle sperimentazioni cliniche di nessun vaccino contro il COVID-19. È perciò prudente evitare il pericolo di indurre l'ADE attraverso la vaccinazione, affidandosi ad altre forme di terapia per affrontare la malattia clinicamente grave da COVID-19.

I batteri magnetotattici (MTB) rappresentano un gruppo polifiletico di batteri. Questi microrganismi vivono negli ambienti acquatici in zone a basso contenuto di ossigeno; sono caratterizzati dalla capacità di formare organelli chiamati magnetosomi (o Bacterial Magnetic Particle, BMP), compartimenti lipidici all'interno dei quali si verifica la biomineralizzazione di cristalli magnetici di magnetite (Fe3O4) e/o grigite (Fe3S4). I magnetosomi si allineano in una o più catene lungo la cellula, creando un dipolo magnetico che consente agli MTB di allinearsi passivamente lungo le linee del campo magnetico terrestre; gli MTB codificano i geni necessari per questi processi nei cluster di geni magnetosomici (MGC). Negli organismi modello più studiati, Magnetospirillum magneticum AMB-1, M. gryphisvaldense MSR-1 e Desulfovibrio magneticus RS-1, gli MGC sono strutturati in isole geniche magnetosomiche (MAIs). Tra le specie correlate, vi è una grande quantità di omologia genetica nel MAI; M. magnetotacticum MS-1 è stato il primo batterio magnetotattico a essere isolato in coltura pura. Successivamente, i ceppi AMB-1 e MSR-1 sono stati coltivati con successo e impiegati come organismi modello in laboratorio, rendendo possibile la manipolazione dei loro genomi; gli MTB vengono usati in varie applicazioni biotecnologiche. I magnetosomi sono attualmente in fase di studio per il loro impiego come agenti di contrasto di risonanza magnetica (MRI), sistemi di somministrazione di farmaci, trattamenti ipertermici e fototermici per il cancro, biorisanamento di metalli pesanti e altre nanotecnologie Si prestano molto bene come carrier di proteine ricombinanti o di proteine ancora, con applicazioni nella ricerca, nella diagnostica e come biosensori. In un esperimento classico, si è fatta esprimere in un MTB la proteina ricombinante MagA-ProteinaA, con la quale può legare la parte costante delle Ig. Isolate le BMP ricombinanti le si è incubate con l'anticorpo anti-IgG coniugato con la Fosfatasi Alcalina. In questo modo si è potuto dimostrare, che l'anticorpo era effettivamente legato alle BMP.

Con lo studio dal titolo «Particelle magnetiche batteriche come nuovo ed efficiente sistema di somministrazione di vaccini genici» pubblicato su Gene Therapy nel dicembre 2012, gli studiosi del dipartimento di immunologia, Cancer Institute e Cancer Hospital, di Pechino, hanno utilizzato magnetosomi come portatori di un DNA ricombinante composto da una chemochina di tessuto linfoide secondaria, papilloma virus umano tipo E7 (HPV-E7) e frammento Ig-Fc (pSLC-E7-Fc) per generare un vaccino genico (BMP-V) per l'immunoterapia del tumore.

Il Ministero della salute nel 2018 ha pubblicato, in conformità con la decisione 2020/569/UE per la trasparenza sull'utilizzo degli animali a fini scientifici, la sintesi non tecnica di un esperimento su topi relativa all'uso di nanoparticelle magnetiche per la termoterapia dei tumori. In questo progetto, i ricercatori hanno proposto i magnetosomi come agenti teranostici, cioè come possibili mediatori d'ipertermia magneto-fluida (MFH) e come agenti di contrasto in MRI. Lo scopo finale del loro lavoro sarà quello di sviluppare una nuova terapia MFH per il cancro utilizzando i magnetosomi estratti dai batteri o sintetizzati in laboratorio; nel documento di Assessment report del 19 febbraio 2021, EMA/707383/2020, relativo al vaccino Pfizer, Comimaty, si legge che «I principali cambiamenti tra i processi AS 1 e 2 sono: [...] purificazione con sfere magnetiche sostituita con digestione della proteinasi K e fasi UFDF» e che «Occasionalmente è stato osservato materiale particolato visivo in lotti di prodotti finiti»; il Giappone il 27 agosto 2021 ha sospeso l'uso di 1,63 milioni di dosi del vaccino Moderna dopo aver ricevuto segnalazioni di contaminanti in alcune fiale da una sostanza magnetica.

Il Journal of Medical – Clinical Research & Reviews è una rivista internazionale, ad accesso aperto, che dà particolare importanza alla pubblicazione di ricerche e recensioni nei campi della ricerca medica generale e scientifica e della pratica clinica. Pubblica anche preziosi studi in malattie infettive e sostiene fortemente l'iniziativa Open Access. Gli articoli pubblicati sono disponibili gratuitamente per tutti subito dopo la pubblicazione; l'8 febbraio 2021, è stato pubblicato sulla rivista Journal of Medical – Clinical Research & Reviews, Issn: 2639-9458, lo studio dal titolo «Vaccini a base di RNA COVID-19 e rischio di malattie da prioni»; nello studio si prendono in considerazione gli attuali vaccini Sars-CoV-2 a base di RNA approvati in fase emergenziale. Nello specifico in questo documento il vaccino Pfizer Covid-19 è stato valutato per il potenziale di indurre la malattia da prioni nei soggetti vaccinati. Secondo l'autore la sequenza dell'RNA del vaccino e l'interazione del bersaglio della proteina Spike hanno il potenziale di convertire le proteine leganti l'RNA intracellulare TAR DNA binding protein (TDP-43) e Fused in Sarcoma (FUS) nelle loro conformazioni patologiche del prione. I risultati indicano che l'RNA del vaccino ha sequenze specifiche che possono indurre TDP-43 e FUS a ripiegarsi nelle loro conferme patologiche di prioni. Nell'analisi sono state identificate un totale di sedici ripetizioni in tandem UG (ΨGΨG) e sono state identificate ulteriori sequenze ricche di UG (ΨG). Sono state trovate due sequenze GGΨA. Sempre secondo l'autore la proteina Spike, creata dalla traduzione dell'RNA del vaccino, lega l'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2), un enzima contenente zinco. Questa interazione ha il potenziale per aumentare lo zinco intracellulare. È stato dimostrato che gli ioni di zinco causano la trasformazione di TDP-43 nella sua configurazione patologica del prione. È noto che il ripiegamento di TDP-43 e FUS nelle loro conferme patologiche di prioni causa Sla, degenerazione lombare temporale anteriore, morbo di Alzheimer e altre malattie degenerative neurologiche.

Il 18 luglio 2021, è stato pubblicato sulla rivista Journal of Medical – Clinical Research & Reviews, Issn: 2639-944X, lo studio dal titolo «Malattia di Parkinson associata al vaccino COVID-19, un segnale di malattia da prioni nel database degli eventi avversi del cartellino giallo del Regno Unito»; nello studio si analizza il database Yellow Card del Regno Unito delle segnalazioni di eventi avversi del vaccino Covid-19 alla ricerca di segnali coerenti con un'epidemia in corso di malattia da prioni indotta dal vaccino Covid-19. I tassi di reazioni avverse del vaccino di AstraZeneca sono stati confrontati con i tassi di eventi avversi dei vaccini Covid-19 di Pfizer. L'analisi ha mostrato un aumento altamente statisticamente significativo e clinicamente rilevante (2,6 volte) della malattia di Parkinson, una malattia da prioni, nelle segnalazioni di reazioni avverse di AstraZeneca rispetto alle segnalazioni di reazioni avverse del vaccino Pfizer (p= 0,000024); la scoperta di febbraio e le conferme di giugno 2021, nonché i potenziali rischi aggiuntivi, portano l'autore a ritenere che l'approvazione normativa dei vaccini a base di RNA per Sars-CoV-2 fosse prematura e che il vaccino possa causare molti più danni che benefici. L'autore suggerisce che l'uso diffuso dovrebbe essere interrotto fino al completamento degli studi di sicurezza a lungo termine che valutano la tossicità da prioni.

La questione del fenomeno dell'Ade, ovvero il potenziamento da anticorpo-dipendente: lo studio «La potenziale minaccia della sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini durante la pandemia di COVID-19» del gennaio 2021, e lo studio «Fenotipo, suscettibilità, autoimmunità e immunoterapia tra la malattia di Kawasaki e la sindrome infiammatoria multisistemica associata alla malattia di coronavirus-19 nei bambini» del 26 febbraio 2021, hanno preso in esame il potenziale ruolo del potenziamento anticorpo-dipendente (ADE) come spiegazione per la progressione verso una grave malattia, per cui gli anticorpi specifici Sars-Cov-2 possono promuovere la patologia.

Lo studio «Due diversi rischi di potenziamento dipendente dall'anticorpo (ADE) per gli anticipi Sars-CoV-2» del 24 febbraio 2021, ha osservato che il potenziamento anticorpo-dipendente (Ade) può essere coinvolto nell'osservazione clinica di una maggiore gravità dei sintomi associati a livelli precoci di anticorpi Sars-CoV-2 nei pazienti e che il rischio è indipendente dalla tecnologia del vaccino o dalla strategia di targeting selezionata a causa delle previste infezioni delle cellule immunitarie fagocitarie dopo l'assorbimento dell'anticorpo. Lo studio conclude affermando che «i dati passati su più tentativi di vaccini Sars-CoV-1 e Mers-CoV sono falliti a causa dell'ADE in modelli animali» ed «è ragionevole ipotizzare un rischio di ADE simile per gli anticorpi e i vaccini Sars-CoV-2».

Lo studio «L'impatto delle campagne di vaccinazione COVID-19 che rappresentano il potenziamento dipendente dagli anticorpi anti» del 22 aprile 2021, ha sottolineato che l'Ade è stato osservato anche in Sars-CoV e Mers-CoV sia in vitro che in vivo e nella Sars-CoV-2, si verifica molto probabilmente tramite una maggiore attivazione immunitaria. Qui, gli anticorpi subottimali formano complessi immunitari con il virus che si depositano nei tessuti delle vie aeree e attivano le citochine e le vie del complemento. Con questo meccanismo, i vaccini potrebbero potenzialmente provocare sintomi più gravi in caso di infezione da Sars-CoV-2. Tra gli individui suscettibili ci sono anche i già vaccinati, ma con l'esito della vaccinazione ancora in attesa, quelli parzialmente immunizzati o che la vaccinazione non è riuscita a immunizzare completamente. L'insorgenza di Ade e l'efficacia del vaccino non sono indipendenti, vale a dire, l'Ade si verifica solo se il vaccino non riesce a immunizzare correttamente ovvero l'efficienza è bassa. La malattia potenziata associata al vaccino (Vaed) può insorgere quando sono presenti più sierotipi di virus circolarizzati, o quando il virus utilizza anticorpi per il trofismo espanso della cellula ospite delle cellule immunitarie fagocitiche. La stessa AstraZeneca nel «Piano di gestione del rischio» del suo vaccino ha evidenziato preoccupazione teorica del rischio di Vaed/Vaerd e che non c'è modo di prevederli; dai reclutamenti dei trial clinici del vaccino risultano esclusi coloro che avevano o anamnesi di COVID-19 o conferma di positività. Il Ministero della salute ha emanato la circolare 32884-21/07/2021 nella quale si considera possibile la somministrazione di un'unica dose di vaccino anti-Sars-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da Sars-CoV-2; lo studio «La protezione della precedente infezione da Sars-CoV-2 è simile a quella della protezione del vaccino BNT162b2: un'esperienza nazionale di tre mesi da Israele» ha dimostrato come l'immunità naturale acquisita sia equiparabile a quella vaccinale.

Con lo studio «Anticorpi contro Sars-CoV-2 e varianti circolanti suscitati dal vaccino mRNA» pubblicato su Nature il 10 febbraio 2021, gli autori hanno ipotizzato che l'emergere di particolari varianti siano in risposta alla selezione immunitaria in individui con immunità non sterilizzante;

con lo studio «Resistenza anticorpale delle varianti Sars-CoV-2 B.1.351 e B1.l.7» dell'8 marzo 2021 pubblicato su Nature, gli autori, studiando sieri di personale sanitario vaccinato con il vaccino di Moderna e Pfizer, hanno concluso che la variante B. 1.351 è refrattaria alla neutralizzazione da parte della maggior parte degli anticorpi monoclonali. Inoltre, la recente comparsa delle mutazioni B.1.1.7, B.1.351 e P.1 ha segnato l'inizio della deriva antigenica di Sars-CoV-2. Il virus sta andando nella direzione di sfuggire agli attuali interventi terapeutici e profilattici diretti contro la proteina spike virale. Gli studiosi inoltre ritengono che se la diffusione dilagante del virus continua e si accumulano mutazioni più critiche, allora si continuerebbe ad inseguire continuamente il Sars-CoV-2 in continua evoluzione, come per il virus dell'influenza.

Con lo studio in pre-print «Evasione immunitaria Sars-CoV-2 per variante B.1.427/B.1.429» del 10 aprile 2021, i dati presentati indicano che SARS-CoV-2 B. 1.427/B.1.429 è associato a una riduzione della sensibilità agli Abs neutralizzanti del plasma provocata dalla vaccinazione con due dosi di Pfizer/BioNTech BNT162b2 o Moderna mRNA-1273 e dall'infezione con il prototipo SARS-CoV-2 e B.1.1.7 VOC.

Con lo studio «Considerazioni epidemiologiche ed evolutive dei regimi di dosaggio del vaccino Sars-CoV-2» del 23 aprile 2021 pubblicato sulla rivista Science, si è dimostrato come tra il tempo che intercorre tra le due dosi di somministrazione del vaccino si possa aumentare il potenziale di evoluzione antigenica se le risposte immunitarie non sono ottimali e il virus continua a replicarsi in alcune persone vaccinate, portando potenzialmente a mutazioni di fuga immunitaria.

Con lo studio «Rischio più rapida fuga evolutiva dagli interventi biomedici mirati alla proteina spike Sars-CoV-2» pubblicato il 28 aprile 2021, gli studiosi avvertono che se l'evoluzione all'interno dell'ospite di Sars-Cov-2 contribuisce all'evasione immunitaria a livello di popolazione, potrebbe accelerare l'emergere di ceppi resistenti al vaccino nei mesi successivi alla distribuzione dello stesso; ciò può anche portare ad un aumento del rischio di potenziamento anticorpo-dipendente (ADE), già ripreso dall'interrogante con più interrogazioni.

Già nel 2015 con gli studi «La necessità di interventi sulle malattie evolutivamente razionali: la vaccinazione può selezionare per una maggiore virulenza» e «La vaccinazione imperfetta può aumentare la trasmissione di agenti patogeni altamente virulenti» si erano affrontate le questioni di come interventi sulle malattie, come la vaccinazione, possano portare all'evoluzione di agenti patogeni più dannosi, infatti, se da un lato i vaccini riescono a mantenere in vita gli ospiti non impedendo la trasmissione, potrebbero consentire a ceppi molto virulenti di circolare nella popolazione.

Il 21 giorno 2021, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha cambiato la nomenclatura alle varianti, attribuendo alle stesse lettere greche. Ad oggi sono censite 11 varianti, per un totale di 28 lignaggi.

Il 14 luglio 2021, le associazioni: AsSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute, Associazione Arte e Medicina, Comitato Giù le mani dai Bambini ONLUS, Fondazione Allineare Sanità e Salute, Fondazione per la Salutogenesi ONLUS, Gruppo No Grazie, LUMEN APS, Medicina Democratica ONLUS, Rete Euromediterranea per l'Umanizzazione della Medicina, Saluteglobale.it, Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia Sociale, tutte membre della Rete Sostenibilità e Salute, hanno presentato il «Documento scientifico – Proposta di moratoria sulla vaccinazione dei bambini contro la COVID-19» e del «Documento scientifico – Evitare pressioni e informazioni parziali per indurre le donne a effettuare vaccinazioni antiCovid-19 e antinfluenzali in gravidanza».

Essa si basa su alcuni punti fondamentali: in Italia i minori di 18 anni hanno una probabilità di contagiarsi più bassa rispetto alla popolazione generale; quando si infettano hanno manifestazioni lievi o sono asintomatici; i rischi di ricovero in ospedale sono molto ridotti, quelli di morte minimi (meno di 1 su 400.000 soggetti in età pediatrica) e riguardano di regola bambini con altre patologie; la sindrome infiammatoria multisistemica correlata a COVID-19 (MIS-C) ha un'incidenza modesta e non è chiarito se le vaccinazioni la evitino; con la vaccinazione, bambini e adolescenti sarebbero esposti a rischi di reazioni ed eventi avversi frequenti e anche severi; l'OMS afferma che vaccinare i bambini non è una priorità e che il rientro a scuola deve avvenire a prescindere dalla vaccinazione; la suscettibilità all'infezione nei ragazzi sotto i 20 anni è circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni; se anziani e soggetti fragili sono immunizzati, i rischi di trasmissione derivanti dalla mancata vaccinazione dei bambini sono ridotti al minimo; questi vaccini riducono ma non interrompono la trasmissione del virus ad altri, sono meno efficaci su alcune varianti già emerse, non è nota l'entità né la durata della protezione.

La Federazione SIGO e le quattro Società professionali di ginecologia e ostetricia ad essa afferenti (SIGO, AOGOI, AGUI e AGITE) si sono espresse con forza a favore della vaccinazione, sottoscrivendo la richiesta che «le donne in gravidanza siano considerate popolazione fragile alle quali va fatta offerta attiva di vaccinazione, a prescindere dall'età e dalla condizione lavorativa». Le argomentazioni a supporto sono espresse in un Position Paper trasmesso al Ministro della salute e alle massime Istituzioni sanitarie nazionali. Fino a che non saranno pubblicate nuove e forti prove che dimostrino che non vi sono rischi per il feto, gli scarsi dati disponibili e il principio di precauzione dovrebbero frenare la spinta a praticare la vaccinazione alle donne in gravidanza.

Il Ministero della salute esercita la vigilanza sugli ordini provinciali e regionali e sulle relative Federazioni nazionali delle professioni sanitarie. Gli ordini e le relative Federazioni nazionali sono enti pubblici e agiscono quali organi sussidiari dello Stato, al fine di tutelare gli interessi pubblici, garantiti dall'ordinamento, connessi all'esercizio professionale. Promuovono e assicurano l'indipendenza, l'autonomia e la responsabilità delle professioni e dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale, la salvaguardia dei diritti umani e dei principi etici dell'esercizio professionale indicati nei rispettivi codici deontologici, al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva. Gli ordini non svolgono ruoli di rappresentanza sindacale.

Agli ordini non è affidato alcun ruolo di sostegno politico alle azioni del Governo, né tantomeno un ruolo di influenza politica o scientifica sull'operato libero e indipendente del medico, infatti il codice deontologico prevede all'articolo 4, che il medico deve svolgere la sua professione in piena «libertà e indipendenza» seguendo principi di «libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità». Il medico si deve ispirare ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura, compresa, a giudizio dell'interrogante quella di natura economica e politica. Inoltre l'articolo 6 stabilisce che è il medico a fondare l'esercizio delle proprie competenze tecnico-professionali mediante una costante verifica e revisione dei propri atti; dunque, se ne deduce che non è il Ministero o l'ordine di appartenenza.

In più di una occasione, il presidente della Federazione nazionale dell'ordine dei medici avrebbe esercitato un ruolo che va oltre le sue competenze, suggerendo al Governo e ai cittadini, come fosse attività sindacale e politica, percorsi terapeutici o di prevenzione. Il presidente della federazione non ha un mandato politico e non viene eletto per le sue idee politiche o scientifiche, né per parlare a nome dei medici iscritti agli ordini, ma per svolgere un semplice ruolo di rappresentanza istituzionale, ai sensi dell'articolo 60 del regolamento della Fnomceo verso il Ministero; inoltre, ogni singolo membro del consiglio nazionale è presidente del singolo ordine di appartenenza il quale ha anch'esso un ruolo di mera rappresentanza istituzionale e non politica o scientifica;

recentemente, il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ha dichiarato, come presidente e inserendosi nel dibattito pubblico politico e scientifico sulla vaccinazione pediatrica anti COVID-19, che: «Si possono ripetere dei focolai come è successo nell'autunno scorso quando si sono anche riscontrati a scuola e poi hanno dilagato in famiglia e con la variante Delta, [...] consiglio di affrettarsi a fare la vaccinazione prima dell'inizio della scuola».

Il presidente, con queste dichiarazioni, svolge un'attività di influenza nel decisore politico verso i medici che, influenzati anche dalla situazione politica vedono sempre di più compresso il loro diritto ad esercitare una libera professione. Il presidente nelle sue dichiarazioni ha puntato ad influenzare anche i genitori sulle scelte terapeutiche nei confronti dei figli. Si ricorda come la Federazione sia già intervenuta nel 2016, con il «Documento Vaccini», interferendo nel dibattito pubblico e scientifico sulle vaccinazioni pediatriche, minacciando procedimenti sanzionatori nei confronti dei medici che hanno dubbi basati su evidenze, a suo insindacabile giudizio, non scientifiche. Sarebbe opportuno che il presidente della federazione nazionale dell'ordine dei medici si attenesse al suo mero ruolo istituzionale nel rispetto del codice deontologico.

AstraZeneca abbia ottenuto immunità legale da alcuni Paesi europei. Comunque, è possibile accertare direttamente la responsabilità del produttore di un vaccino per danno derivante da un asserito difetto di quest'ultimo; sul tema sono intervenuti anche diversi parlamentari europei, presentando alcune interrogazioni parlamentari rivolte alla Commissione europea, lamentando che la gestione della pubblicità dei contratti non ha consentito di affrontare la questione della responsabilità per gli effetti collaterali dei vaccini. I deputati hanno chiesto alla Commissione chi si possa ritenere responsabile se i pazienti manifestano effetti collaterali a seguito della somministrazione del vaccino e a chi chiedere un risarcimento (E-000344/2021), nel caso del vaccino BNT162b2 cosa succeda se qualcuno dovesse subire effetti collaterali a lungo termine a causa della sua somministrazione e come possa richiedere un risarcimento ai sensi di un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata (E-000977/2021) e se la Commissione stia valutando di istituire un meccanismo di coordinamento per fornire un risarcimento per gli effetti collaterali del vaccino COVID-19 in modo trasparente (P-001043/2021).

La Commissione nel fornire le risposte ha garantito che gli accordi di acquisto sono pienamente conformi al diritto dell'Unione europea sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi e che, in conformità con questa direttiva, la responsabilità rimane del produttore. In caso di danni, che si ritiene siano causati dalla somministrazione del vaccino, i pazienti hanno il diritto di chiedere un risarcimento al produttore, il cui difetto dovrà essere accertato dinanzi al tribunale competente con una prova del danno, del difetto e del nesso causale tra difetto e danno, ricordando altresì che però le procedure di compensazione per gli effetti collaterali dei farmaci sono decise a livello nazionale.

La sentenza del 27 giugno 2017 della Corte di giustizia europea, inoltre, stabilì che l'articolo 4 della direttiva 85/374/CEE del Consiglio, del 25 luglio 1985, relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, dev'essere interpretato nel senso che «la sussistenza di un nesso di causalità tra il difetto attribuito al vaccino e il danno subito dal danneggiato deve sempre essere considerata dimostrata in presenza di taluni indizi fattuali predeterminati di causalità» anche se la ricerca medica non stabilisce né esclude l'esistenza di un nesso. Questo è il caso dei vaccini anti Covid-19 che sono ancora in fase di sperimentazione clinica.

Mediante la conversione del decreto-legge 1° aprile 2021 , numero 44, all'articolo 3 e 3-bis, si è stabilito che, durante l'emergenza sanitaria, per i fatti di cui agli articoli 589 e 590 del codice penale verificatisi, sotto emergenza e a causa della somministrazione di un vaccino anti Covid-19, la punibilità è esclusa e che i reati commessi nell'esercizio di una professione sanitaria sono punibili solo nei casi di colpa grave. La legge numero 210 del 1992 e l'interpretazione della Corte Costituzionale hanno posto lo Stato come responsabile civile in caso di danno da vaccino obbligatorio o fortemente raccomandato, mentre la legge 8 marzo 2017, numero 24, stabilisce che è la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata a rispondere, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle condotte dolose o colpose dell'opera del professionista sanitario di cui si avvale, a livello civile.


Riferimenti:

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/03/30/pandemic-treaty-op-ed/pdf

https://www.ansa.it/europa/notizie/qui_europa/2021/03/31/ue-e-oms-lanciano-un-trattato-mondiale-contro-le-pandemie_21fb03d7-7680-4474-8e8f-d63f46c78480.html

https://www.ndmagazine.it/analisi-soggetti-trattati/

https://ijvtpr.com/index.php/IJVTPR/article/view/68

https://vimeo.com/797934237

https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005438_049283_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3#page=14

https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/jcovden-previously-covid-19-vaccine-janssen-epar-product-information_it.pdf

https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/spikevax-previously-covid-19-vaccine-moderna-epar-product-information_it.pdf

https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/comirnaty-epar-product-information_it.pdf

https://www.cdc.gov/vaccines/pubs/pinkbook/downloads/appendices/b/excipient-table-2.pdf

https://academictree.org/cellbio/publications.php?pid=247698

https://www.theepochtimes.com/health/people-died-from-mrna-vaccine-damaged-hearts-new-peer-reviewed-german-study-provides-direct-evidence_4919662.html

https://eventiavversinews.wixsite.com/eventiavversi/post/il-documento-della-fda-mostra-un-ingrediente-misterioso-non-divulgato-nel-vaccino-covid-che-cos-%C3%A8

https://thepulse.one/2021/09/22/fda-document-shows-an-undisclosed-mystery-ingredient-in-covid-vaccines-what-is-it/

https://rumble.com/v1gck83-top-merck-scientist-admits-that-polio-vaccines-contained-leukemia-sv40-and-.html

https://www.zerohedge.com/covid-19/pfizer-moves-dismiss-lawsuit-covid-19-vaccine-trial-citing-prototype-agreement

https://www.newstarget.com/2022-08-21-graphene-radio-frequency-electronics-biological.html

https://www.redvoicemedia.com/2022/03/breaking-worm-eggs-found-in-vials-german-doctors-report-hatching-eggs-in-vaxx/?fbclid=IwAR3u-OoPlz83Qb5JzcKWX2PeUVy0YAMjP0ZyRTrrbVwSpoL5CBnyD7EsozE

https://gloria.tv/post/okGrGEcE9yyE1RShTa7DFp9fp#10

https://drsambailey.com/resources/videos/vaccines/nz-scientist-examines-pfizer-jab-under-the-microscope/

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https://patentimages.storage.googleapis.com/68/80/73/6a17a66e9ec8c5/US11107588.pdf


https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini

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 ://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

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Gianni Lannes, Vaccini dominio assoluto, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.

Gianni Lannes, Vaccini cavie civili e militari, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.

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