3.4.23

MORRONE: DA SVENTRARE CON L'ALTA VELOCITA'!

 

foto Gilan

di Gianni Lannes

Parola d'ordine nel Belpaese: annientare le montagne e prosciugare le sorgenti d'acqua. Da regione verde d'Europa a discarica ecomafiosa internazionale? Un nuovo tracciato ferroviario ad alta velocità per Roma, dall'impatto a dir poco devastante: una delicata “area protetta” trasformata in un cantiere industriale. Ben due gallerie ferroviarie lunghe rispettivamente 9,8 e 1,4 chilometri - nel territorio di Scafa e di Pratola Peligna - traforeranno per i prossimi dieci anni circa, il Morrone, nel cuore del parco nazionale della Maiella, sconquassando la falda idrica che disseta l'Abruzzo. Insomma, come al solito distruggere e depredare un'area montana delle sue preziose risorse naturali. 

Faglia del Monte Morrone, potenziale sismogenetico fino a magnitudo 6.7 11 marzo 2017 : rischi e pericoli per l’area di Sulmona e della Valle Peligna 11 marzo 2017, fonte: Ingv


Una zona, peraltro, dai fragili equilibri ecologici, solcata da una faglia sismica attiva e capace, considerata dagli esperti, addirittura una "bomba ad orologeria". Infatti, la nota faglia del Morrone è considerata una pericolosità geologica in un territorio a rischio idrogeologico. Secondo i rilievi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “in prossimità dell'abitato di Roccacasale, emerge una faglia attiva considerata dalla comunità scientifica una delle principali sorgenti sismogenetiche dell’Appennino abruzzese”.




All’interno del lavoro di ricerca “Fagliazione normale attiva lungo il versante occidentale del monte Morrone, Appennino Centrale Italia” di Gori, Galadini, Falcucci (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), Giaccio, Messina, Sposato (Centro nazionale ricerche Istituto di geologia ambientale e geoingegneria) e Dramis (Università degli studi Roma 3 Dipartimento di scienze biologiche’’, vengono messo in evidenza rischi e pericoli derivanti dalla faglia del Monte Morrone, che presenta uno slip rate di circa 0.4 mm ogni anno (ovvero ogni quanto dovrebbe muoversi ogni 365 giorni). Secondo i tempi di ricorrenza e dall’ultimo evento che risale a quasi 1900 anni fa, ci sarebbero ancora 147 anni a disposizione. Ma non è così, perché gli esperti dicono che non sempre queste tempistiche vengono rispettate. Il potenziale sismogenetico della faglia arriva fino a magnitudo 6.6 – 6.7 e rappresenterebbe uno scenario catastrofico per tutto il bacino di Sulmona e per l’Italia centro-meridionale. All’interno della mappa di pericolosità sismica formulata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’area del Morrone e di Sulmona ricade nella zona in cui sono attese tra le massime accelerazione previste lungo tutto il territorio nazionale e conseguentemente viene catalogata come ‘’zona 1’’.

Perché sventrare una montagna dell'Appennino laddove un tempo sorgeva un immenso lago? Nomen omen? Per il completamento dell’opera (senza contare il consueto giro di appalti, subappalti e varianti in corso) è stato nominato Commissario Straordinario di Governo, tale Vincenzo Macello. A chi giova questo immenso danno preannunciato del dilagante cemento armato?

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Per occultare gli irreversibili danni ambientali, Rfi ha furbescamente spezzettato il progetto nel suo complesso in lotti funzionali. Attualmente sono in corso addirittura tre procedure parallele di valutazione di impatto ambientale su altrettante tratte con tempi sfalsati e con documentazione incongruente rispetto al dibattito pubblico, ma soprattutto sul pericolo rappresentato dal previsto traforo, del monte Morrone. Quella fragile montagna presenta una situazione idrogeologica simile a quella del Gran Sasso, per cui se il progetto dovesse andare avanti si rischiano gravi conseguenze, tra l’altro, per l’acquedotto Giardino, che serve oltre mezzo milione di abruzzesi, e anche per le sorgenti sulfuree di Popoli. Né si può sostenere che sia un problema ignoto. Nel paragrafo “Risorse idriche” della Guida geologica regionale dedicata all’Abruzzo, pubblicata nel 2003 a cura della Società Geologica Italiana è scritto a chiare lettere:

«L’idrostruttura dei monti Morrone e Roccatagliata è drenata dalla sorgente Giardino (circa 1mc/s), captata a scopo idropotabile e dal fiume Pescara nell’attraversamento delle gole di Popoli (ca 0,7 mc/s) di cui parte modulata da emungimenti da pozzi ad uso idropotabile). La struttura alimenta subordinatamente, attraverso le conoidi del versante occidentale, la piana alluvionale di Sulmona».

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Un traforo che entrerebbe nel cuore del Morrone interessando «completamente le sorgenti del Giardino, site solo a dieci metri al di sotto del piano della galleria, col rischio che in presenza di drenaggi le stesse possano addirittura seccarsi». A denunciarlo, chiedendo di rivedere il progetto così come fatto anche dal Forum H2O, dal Wwf che avevano già parlato di rischi per le risorse idriche, è la sezione abruzzese di Italia Nostra che si appella all'applicazione del cosiddetto “principio di precauzione”, annunciando di avere intenzione di portare la questione nel dibattito nazionale.

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Modifiche necessarie quelle al tracciato, sostiene l'associazione, sia per ragioni ambientali che sociali. Le prime risiedono proprio nella previsione di realizzazione di un traforo da 930 milioni di euro i cui tempi di realizzazione sono stimati in oltre 7 anni e che, soprattutto, «intercetta trasversalmente il flusso della grande falda idrica del Monte Morrone che alimenta 37 sorgenti tra cui quelle del Giardino, con acque di eccezionale qualità chimico-fisica, captate fin dal 1958 ad uso potabile e distribuite tramite il principale acquedotto d’Abruzzo». A rischio, dunque, sarebbero le sorgenti del Giardino che, con gli 88 milioni di metri cubi di acqua immessi ogni anno, forniscono complessivamente 450 mila abitanti, anche nel Comune di Pescara, con punte di oltre 650 mila nei periodi estivi. Quel traforo, dunque, sostiene l'associazione, metterebbe a rischio non solo le sorgenti stesse con gravi danni ambientali, ma anche «tutti i centri abitati della Valle del Pescara e con le interconnessioni acquedottistiche, i 64 Comuni dell’Ambito Ottimale gestito dall’Aca», toccando quindi non solo tutti quelli del pescarese, ma anche Comuni costieri come Francavilla Al Mare e dell'interno come Bucchianico, ma anche parte di quelli di Teramo (Silvi e Atri).

L'appello di Italia Nostra è quello di non ripetere l'errore fatto con il Gran Sasso la cui esperienza «dimostra che quando si interviene con trafori su un massiccio carsico di grande dimensione e di estrema complessità, grande serbatoio di preziosa acqua, è necessario realizzare drenaggi permanenti. Come conseguenza si produce svuotamento della montagna, disseccamento di sorgenti, scomparsa habitat con la loro biodiversità, diminuzione drastica delle portate idriche fluviali (com’è avvenuto per il fiume Tirino che ha dimezzato le sue acque), e neppure le acque drenate e 'recuperate' sono immuni da impatti perché soggette a episodi d’inquinamento». Quello di cui si chiede la puntuale applicazione è dunque l'universale “principio di precauzione”. A dimostrarlo altre esperienze negative che hanno ferito il territorio italiano. Tra queste la “devastazione”, come viene definita, dell'equilibrio idrogeologico del Mugello, causata dai tunnel ferroviari realizzati nella tratta Firenze-Bologna tanto che i corsi d'acqua “sono stati dichiarati biologicamente morti, a causa della perdita totale del deflusso estivo”, con la falda che “si è abbassata di almeno 200 metri (600 metri quella del Gran Sasso) e grandissimi volumi di acqua sono andati perduti per sempre”. Altro esempio quello delle gallerie principali del Tav (Vaglia Fiorenzuola e Raticosa) che “hanno svuotato la montagna drenando l'acqua, come avviene nel Gran Sasso, con conseguenti scomparse di sorgenti, pozzi e torrenti”.

Tutte esperienze che impongono, ribadisce Italia Nostra, l'applicazione del “principio di prevenzione” laddove la Via (Valutazione di Impatto Ambientale), pur presente, non si è dimostrata capace di “prefigurare compiutamente o semplicemente con sufficienza, l'impatto ambientale effettivo” che opere che intervengono su sistemi naturali complessi possono avere. “Nello spirito e nella lettera della procedura di Valutazione dell’impatto ambientale – spiega ancora Italia Nostra - si richiede di verificare opzioni alternative e che venga garantita un’effettiva partecipazione dei cittadini, attraverso le loro rappresentanze associative, al processo decisionale, prendendo in seria considerazione tutte le osservazioni e motivarne la valutazione, sia in caso di accettazione che di rigetto”. Ai danni ambientali si aggiungono poi quelli sociali dato che il collegamento esclude, spiega ancora l'associazione, “i Comuni di Tocco da Casauria, Bussi sul Tirino e di Popoli coi loro centri limitrofi. Per i cittadini di quest’area è una disincentivazione all’utilizzo del treno. 

La velocizzazione della linea ferrata e il raddoppio dei binari rappresentano per il territorio senza dubbio una opportunità, ma questo non autorizza a progettare ignorando o sottovalutando criticità ambientali e senza ascoltare realmente la voce dei cittadini e di chi ha a cuore la natura. Il traforo del Morrone va assolutamente evitato: una alternativa dev’essere prevista e realizzata se si vuole portare avanti il progetto già preconfezionato e imposto, in violazione della Convenzione di Aarhus, ratificata dalla legge italiana 108 del 2001. L'ambiente è cosa nostra?


Riferimenti:

https://www.ingv.it/newsletter-ingv-n-2-aprile-2019-anno-xiii/la-faglia-attiva-del-monte-morrone

http://sgi2.isprambiente.it/ithacaweb/SchedaFaglia.aspx?faultcode=22800

http://sgi2.isprambiente.it/ithacaweb/

https://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/note_illustrative/369_Sulmona.pdf

https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/cartografia/carta-geologica-dell-area-pedemontana-orientale-della-majella-in-scala-1-25.000/index

file:///C:/Users/HP/Downloads/FAGLIAZIONE_ATTIVA_E_DEFORMAZIONI_GRAVIT.pdf

https://www.fsitaliane.it/content/dam/fsitaliane/Documents/opere-strategiche/linea-roma---pescara/Dossier%20progetto%20linea%20ferroviaria%20Roma%20-%20Pescara_LOTTI%201%20-%202.pdf

https://condivisionext.rfi.it/mimse/Documenti%20condivisi/PFTE%20Velocizzazione%20Roma-Pescara%20-%20Lotto%201%20-%20Interporto-Manoppello/00%20-%20ELABORATI%20GENERALI/IA9600R05RGMD0000001B.pdf

https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/opere-strategiche/linea-roma--pescara.html

https://www.fsitaliane.it/content/dam/fsitaliane/Documents/opere-strategiche/cv-commissari/BIOGRAFIA%20VINCENZO%20MACELLO.pdf

https://www.ilpescara.it/attualita/raddoppio-ferroviario-pescara-roma-italia-nostra-rischio-sorgenti-giardino.html

https://bussola.s3.eu-west-1.amazonaws.com/1756961/Allegato-Parere-n.-2-del-08.02.2022-CSLLPP-%28Lotto-1%29.pdf

https://www.ilpescara.it/attualita/forum-h2o-raddoppio-ferrovia-pescara-roma.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Maiella

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Abruzzo



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