4.2.22

TRUFFONE COVID-19!



1. "La truffa dei numeri tra Terapie Intensive e morti", Ing Giovanni Lazzaretti per LNBQ,  3 febbraio 2022


Terapie Intensive intasate dai NoVax? Falso, le presenze contemporanee delle persone non vaccinate in Terapia intensiva sono addirittura minori dei soli posti extra creati per il covid. E la vaccinazione di massa serve a nascondere l'insuccesso della vaccinazione nelle categorie a rischio. Ecco come. 

Il mantra ripetuto dai TG è «le terapie intensive (TI) sono intasate all’80% dai NoVax, i malati oncologici non trovano posto». Innanzitutto aboliamo la trita sigla NoVax, per parlare più correttamente  di Persone Non Vaccinate Covid (PNVC), mentre altri sono Persone Vaccinate Covid (PVC, molte non per scelta).

La prima cosa da chiarire è che le intensive non sono affatto intasate. Il portale AGENAS del governo indica per il 29 gennaio 2022 una presenza da covid del 17,6%, quando la soglia critica è stata fissata al 30%. Guardando le singole regioni/province autonome, si avvicinano alla soglia solo le Marche (27,1%) e Trento (27,8%).
L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è datato 19 gennaio, e porta i dati delle TI nel periodo 3 dicembre 2021 - 2 gennaio 2022: persone entrate in TI = 2.417; PNVC in TI = 1.557; percentuale 64%. Questo è il primo passettino per ridimensionare l’80% indicato nel “mantra” dei TG.

Facciamo quindi un po’ di conti: la degenza media in intensiva è di 15 giorni circa, quindi 1.557 persone x 15 giorni = 23.355 giorni di TI. Dividiamo allora questo monte giorni per il periodo preso in esame che è di 31 giorni: 23.355 : 31 = 753 posti TI occupati da PNVC. Considerato che i posti di TI pre covid erano 8.000 circa e adesso 9.031, significa che i PNVC non occupano nemmeno l’extra di 1.031 posti creato a causa del covid.

La conseguenza è evidente:
La frase «il malato oncologico non trova posto in intensiva per colpa dei NoVax» è falsa. Le persone non vaccinate non occupano nemmeno tutti i 1.000 posti extra creati per il covid. Se quindi il malato oncologico oggi non trova posto, significa che non l’avrebbe trovato nemmeno ieri prima del covid. Perché la nostra sanità già prima del covid era in coma. Il “Sistema Seconda Repubblica” (SSR), che ha sfasciato la sanità, oggi usa le persone non vaccinate come capro espiatorio per coprire le proprie colpe.

Questo è il primo tassello, ma bisogna proseguire. Sì, perché riguardo alle statistiche sulle Terapie Intensive, a quanto abbiamo detto bisogna aggiungere almeno altre quattro ombre (ombre nel senso che non abbiamo dati, ma abbiamo la certezza dell’evento che qualcuno prima o poi dovrà tradurre in dati).

Prima ombra. Tra le PNVC ci sono le persone “non vaccinabili covid”. Poiché un medico non ti fa un’esenzione neanche con la pistola alla tempia, gli esentati sono certamente portatori di patologie pesanti. Se vanno in TI da positivi, questo avviene molto probabilmente per le gravi patologie. Quanti sono? Non lo sappiamo. Quali che siano, vanno tolti dal totale delle PNVC.

Seconda ombra. Bassetti, 12 gennaio 2022: «Nei nostri reparti siamo ben oltre il 35% di ricoverati che con il Covid-19 non c’entrano nulla. Non hanno della malattia nessun sintomo, ma solo la positività al tampone per l’ingresso in ospedale» (dichiarazione all’AGI). Allora, poiché le curve dei morti e delle TI seguono andamenti molto simili, il problema di quel 35% di catalogazione impropria l’abbiamo anche nelle TI.

Terza ombra. Un servizio di Valentina Noseda (ReStart, RAI) è stato autocensurato per la messa in onda, ma lo trovate su RaiPlay. La Noseda intervistava persone che descrivevano il metodo per incrementare il numero dei positivi ospedalizzati, al fine di ottenere i rimborsi di 3.713 euro (ospedalizzati normali) o 9.697 euro (ospedalizzati TI). Vero, falso? Del tutto verosimile. Dove ci sono molti soldi, ci sono anche i servi di Mammona all’opera.

Quarta ombra. Ma i 9.031 posti di TI sono reali? Mentre ero al mare a Pesaro, a fine agosto, leggevo l’intervista a un primario che, essendo prossimo alla pensione, si sbilanciava un po’. «Il suo reparto adesso è molto pieno?» «No, dà sempre l’impressione di essere vuoto. Ho i letti, ma servono 15 medici per coprirli. Di medici ne ho 6, veda un po’ lei…». Ci sono 9.031 posti di TI coi relativi medici? Oppure…

Avanti ancora, c’è un’altra domanda chiave: perché si parla tanto di Terapie Intensive e poco di morti?
La sparata sull’intasamento delle TI da parte delle PNVC è l’ultima arma che resta per far credere a un qualche peso del vaccino in questa gestione dell’epidemia. Ma le TI sfornano un numero di morti modesto rispetto al totale.

Spostiamoci allora sui morti, che sono un dato più pesante rispetto alle TI. L’ultimo rapporto ISS analizza le “diagnosi dal 26 novembre al 26 dicembre 2021 con decesso”: sono 3.742, di cui 1.774 sono PNVC (47%) e 1.968 sono PVC vario grado (53%). Statistica poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.
Guardiamo le corsie dal 3 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022: 25.168 ospedalizzati, di cui 11.487 sono PNVC (46%) e 13.681 sono PVC vario grado (54%). Anche questa è poco spendibile nei TG, coi vaccinati che vanno peggio dei non vaccinati.

A questo punto arriva la solita obiezione: «Quei numeri vanno rapportati a quanti sono i vaccinati e i non vaccinati! Quando i vaccinati sono tanti, scatta il cosiddetto “effetto paradosso”, per cui sembra che vada peggio ai vaccinati».

A questi “contestatori della Domenica” che ci ricordano l’ovvio, pongo intanto una domanda: «Vi sembra un “successo vaccinale” avere 1.968 morti vaccinati in 31 giorni? Era questo che promettevate nel radioso Vaccino-day del 27 dicembre 2020?». Ma, domanda a parte, vi porto come esempio il paese immaginario di Pontevedro.

Nel Pontevedro ci sono 10 milioni di pianurini e 10 milioni di monticiani. I primi si ammalano di covid, i secondi, non si sa perché, non lo prendono. 5 milioni di pianurini si vaccinano, 5 non si vaccinano. Dopo un certo tempo ci sono 1.200 decessi covid di non vaccinati e 1.000 decessi covid di vaccinati.
I non vaccinati totali sono 15 milioni (5 pianurini e 10 monticiani), per cui abbiamo 1.200 : 15 = 80 morti covid per milione. I vaccinati sono 5 milioni, per cui abbiamo 1.000 : 5 = 200 morti covid per milione.
Una martellante campagna governativa convince i monticiani a vaccinarsi. Si vaccinano tutti. Adesso i non vaccinati hanno 1.200 : 5 = 240 morti per milione. I vaccinati invece 1.000 : 15 = 67 morti per milione.
I morti sono sempre gli stessi, ma lo “spostamento di campo” dei monticiani ha alterato le percentuali.

Vi sembra un esempio stupido? Ma è esattamente ciò che hanno fatto in Italia. Vaccinando in massa fasce di età e persone senza patologie che avevano probabilità bassa o inesistente di morire di covid, hanno alterato la percezione globale del “successo vaccinale” portando al denominatore cifre di vaccinati “inutili”, perché a rischio morte vicino allo zero.
Vale a dire che le statistiche sul “successo vaccinale” sono basate su numeri minuscoli e sono alterate dalla massa delle “vaccinazioni inutili” che alterano i rapporti. Se le persone a rischio zero non fossero state vaccinate (come direbbe la logica), l’insuccesso vaccinale sarebbe stato palese.


Riferimento:

https://lanuovabq.it/it/la-truffa-dei-numeri-tra-terapie-intensive-e-morti


2. "Vaccini, l’Aifa rivela soltanto all’Europa gli effetti avversi sugli italiani: 1 su 6 sono gravi", di A. Grizzuti per La Verità, versione integrale pubblicata da La Pekora Nera, giornale online indipendente, 3 febbraio 2021

L’Agenzia del farmaco non pubblica bollettini sui danni da vaccino da quattro mesi. Ma abbiamo scoperto che i dati nascosti ai connazionali vengono forniti all’Ema: quasi 18.000 segnalazioni in questo periodo. E una su sei risulta «grave»: miocarditi, pericarditi, embolie polmonari, trombosi. Giallo sul numero dei morti. A rendere noti i dati è La Verità in un articolo di Antonio Grizzuti.

Reazioni Avverse, Vaccino

Che fine ha fatto il report dell’Agenzia italiana del farmaco sulle reazioni avverse ai vaccini contro il Covid? Risale ormai a quasi quattro mesi fa, infatti, la diffusione dell’ultimo documento sugli effetti collaterali provocati dal siero. Era il lontano 12 ottobre 2021 quando gli uffici di via del Tritone sfornavano il nono – e finora ultimo – «Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19». Fino a quella data la pubblicazione aveva cadenza mensile, una frequenza dettata – a detta della stessa Agenzia – per assicurare «sufficienti dati per garantire la robustezza delle analisi, della comparazione e delle valutazioni». Come spiegato alcuni giorni fa su queste pagine, – si legge su La Verità – a ottobre il voltafaccia: «Considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini, il Rapporto di sorveglianza sarà pubblicato con cadenza trimestrale». Una scelta discutibile, ma tant’è. L’uscita del nuovo report era prevista dunque intorno al 12 gennaio, cioè tre settimane fa. E invece nulla. Negli ultimi giorni abbiamo provato a più riprese a metterci in contatto con gli uffici dell’ente per ottenere informazioni sulla data di pubblicazione del prossimo aggiornamento. Risultato? Non c’è stata anima viva che si sia degnata di risponderci. E qui non si tratta di essere «no vax», tutt’altro. Perché, come spiega la stessa Agenzia nell’incipit del rapporto, «nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi», e «verificare che i benefici di un vaccino siano superiori ai rischi e ridurre questi al minimo è responsabilità delle autorità sanitarie che regolano l’immissione in commercio dei prodotti medicinali».

Chi fa da sé fa per tre, dice il proverbio. E così, ispirati dal vecchio adagio, ci siamo mossi per colmare le lacune dell’Aifa. Prima di tutto, – riporta La Verità – confrontando i numeri del rapporto pubblicato lo scorso ottobre con quelli presenti su Eudravigilance, la banca dati continentale dell’Ema per la gestione e l’analisi delle segnalazioni. L’Aifa spiega infatti sul proprio sito che «tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse raccolte nella Rete nazionale di farmacovigilanza sono regolarmente inviate a Eudravigilance», le quali a loro volta vengono poi trasmesse al database Vigibase dell’Organizzazione mondiale della sanità. Obiettivo della nostra ricerca era, in altre parole, comprendere se a essere bloccata fosse solo la pubblicazione del Rapporto mensile oppure l’intero flusso di dati. Con un certo stupore abbiamo appurato che, in effetti, il numero delle segnalazioni presenti sulla banca dati europea risultava più alto rispetto alle cifre rilasciate da Aifa lo scorso autunno. Rilevando un incremento di segnalazioni per tutti i vaccini somministrati in Italia, nell’ordine: Pfizer (+11.262 segnalazioni), Moderna/Spikevax (+6.128), Janssen (+236) e Vaxevria/Astrazeneca (+138). Variazioni che sembrano dimostrare come, in questi ultimi mesi, l’Aifa abbia effettivamente trasmesso i dati alla controparte europea, senza però al tempo stesso rendere conto ai cittadini.

Non paghi del risultato – evidenzia La Verità – abbiamo scavato più a fondo. Nella pagina dedicata alla farmacovigilanza, l’Aifa spiega che i «dati delle segnalazioni di sospette reazioni avverse a vaccini Covid-19 inserite in Rete nazionale di farmacovigilanza sono accessibili dal sistema Ram», consultabili sia per organo o apparato interessato, che per singola reazione avversa. Non senza fatica siamo riusciti ad accedere alla piattaforma: occorre infatti essere titolari di un’utenza Spid, oppure in possesso di una carta d’identità elettronica o tessera sanitaria o carta nazionale dei servizi abilitate. Ma questo è il minimo. Una volta entrati ci siamo imbattuti in una pagina in inglese senza alcun riferimento alla farmacovigilanza dei vaccini Covid. Occorrono diversi ulteriori passaggi, attraverso menù e sottomenù rigorosamente in lingua inglese, per arrivare a destinazione. Finalmente ripagati delle fatiche, davanti ai nostri occhi vediamo materializzarsi i dati delle reazioni avverse aggiornati al 26 gennaio 2022, relativi dunque anche ai periodi successivi al 26 settembre scorso, data di ultimo aggiornamento del report. Le segnalazioni sono divise per singolo vaccino, mese di rilevazione, gravità della reazione, sesso, fascia d’età, descrizione dell’apparato interessato, e per singola reazione avversa.

Scopriamo così che, alla data del 26 gennaio, all’Aifa sono giunte 24.077 segnalazioni in più rispetto all’ultimo rapporto, il 64% delle quali per il Comirnaty (Pfizer/Biontech) e il 30% relativamente allo Spikevax (Moderna). Negli ultimi due mesi le segnalazioni relative allo Spikevax risultano in forte crescita, arrivando a dicembre quasi a «raggiungere» il Comirnaty (2.775 del primo contro 3.132 del secondo). Un altro dettaglio interessante, e per certi versi preoccupante, riguarda la gravità, in costante crescita dalla pubblicazione del primo rapporto. Secondo i dati presenti sul sistema Ram, quasi una reazione su sei (16,7%) viene classificata come «grave». Nella prima edizione del report erano appena una su 14 (7,3%). Colpiscono, scorrendo il dettaglio le segnalazioni di miocardite (412 casi), pericardite (629), embolia polmonare (557), e ancora trombosi (349), trombocitopenia (407) e paralisi di Bell (239). Rimane da chiarire il dato relativo alle segnalazioni con esito fatale. Nell’elenco risultano, infatti, 100 casi di «morte improvvisa» e 44 casi di «morte», cifre che cozzano con i 608 casi di decesso post vaccino citati nel report di ottobre 2020 (16 dei quali giudicati correlabili al vaccino).

Rimane un mistero la ragione per la quale l’Aifa si ostini a non pubblicare il rapporto. Per quale motivo tiene per sé informazioni delle quali in realtà dispone? O meglio, le lascia a disposizione dei cittadini ma al contempo accuratamente «nascoste», senza un’adeguata spiegazione a corredo, favorendo così il rischio di interpretazioni scorrette? Negli ultimi tempi l’Agenzia si è limitata semplicemente ad aggiornare i grafici della pagina dedicata alla farmacovigilanza, i quali però forniscono una visione assai parziale e peraltro priva di alcuna analisi. Diversamente dall’estero, dove il regolatore provvede ad aggiornare costantemente i dati sulle reazioni avverse, accompagnandoli di volta in volta con la giusta chiave interpretativa. Tanto per fare alcuni esempi, nel Regno Unito il report sugli effetti avversi è stato aggiornato appena pochi giorni fa, il 27 gennaio, in Spagna il 26 gennaio, nei Paesi Bassi il 23 gennaio, in Francia 21 gennaio, e in Svizzera il 12 gennaio. Più che a farmacovigilanza, a conti fatti, quella dell’Aifa somiglia a farmacosonnolenza, conclude Antonio Grizzuti su La Verità.


Riferimento:

Fonte originale solo per abbonati:

https://www.laverita.info/effetti-avversi-laifa-in-italia-tace-ma-in-europa-i-nostri-dati-li-sanno-2656537423.html


3. "Morti per Covid, comincia ad aprirsi il vaso di Pandora", Il Simplicissimus, 25 gennaio 2022

https://ilsimplicissimus2.com/2022/01/25/morti-per-covid-comincia-ad-aprirsi-il-vaso-di-pandora/


3A. Riportato anche da Paul Craig Roberts il 1 febbraio 2022.


Here are the UK deaths from Covid alone according to the UK Office for National Statistics for 23 months by age and sex

These are Covid deaths, not deaths from other causes of people who tested positive with Covid. The PCR test, now discontinued, produced a high rate of false positives. If you died from cancer but were given the PCR test and tested positive, you were counted as a Covid death. The death was reported as “with Covid,” not “from Covid,” but the media reported the exaggerated number as “Covid deaths.”

As you can see, the numbers who died from Covid are not sufficient to support the claim of a deadly pandemic.

https://www.ons.gov.uk/aboutus/transparencyandgovernance/freedomofinformationfoi/covid19deathsandautopsiesfeb2020todec2021


Riferimento:

https://www.paulcraigroberts.org/2022/02/01/here-are-the-uk-deaths-from-covid-alone-according-to-the-uk-office-for-national-statistics-for-23-months-by-age-and-sex/

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