di Gianni Lannes
“Rinunciare
alla libertà”: ripete il Conte bis, senza neanche uno straccio di prova scientifica, mentre i magggiordomi dello Stato tricolore approntano nuovi arresti domiciliari per la succube popolazione italiana. Non esiste alcuna giustificazione medica per rinunciare alla libertà e proseguire nella falsa emergenza.
I decreti ministeriali sono atti amministrativi emanati dal presidente del Consiglio dei Ministri. In punta di diritto sono atti di secondo grado, poiché nella gerarchia giuridico-istituzionale sono di rango inferiore rispetto alla legge. Il contenuto dei DPCM, riguarda prevalentemente questioni tecniche. Tali provvedimenti (inferiori alla legge) devono essere prescritti espressamente dalla legge, che ne determina i principi direttivi generali. In ogni caso i dpcm non coinvolgono il Parlamento, e quindi sono espressione della sola maggioranza politica, o meglio di chi la manovra. Peraltro, l'obbligo dell'inutile mascherina (il Sars CoV-2 è una nanoparticella che passa ovunque) all'aperto confligge con l'articolo 85 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica sicurezza, nonché con le normative: legge 152/1975, legge 533/1977, legge 155/2005, ed istiga a commettere un reato. In altri termini, un qualsiasi dpcm non può assolutamente annichilire o sospendere i dettami costituzionali. La libertà personale è inviolabile.
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