20.3.17

GUERRA NATO IN SICILIA




di Gianni Lannes


Il belpaese? Ridotto dallo zio Sam ad una colonia bellica a stelle e strisce, da cui far decollare la guerra contro mezzo mondo. I codardi italidioti ingrassano, ma a ribellarsi è soltanto l’Etna con le sue recenti eruzioni. Mentre i politicanti - inclusi gli onorevoli grullini volati in gita turistica al Muos di Niscemi  - si trastullano ben pagati dai fessi dei contribuenti, l’alleanza atlantica sta svolgendo l’ennesima prova di guerra nel Mediterraneo di casa nostra. 


Ecco il comunicato stampa numero 18 emesso dalla Marina Militare italiana:

«L’esercitazione NATO “DYNAMIC MANTA 2017 (DYMA 17)” si svolgerà al largo delle coste siciliane, dal 13 al 24 marzo, con mezzi aeronavali ed equipaggi provenienti da 10 Paesi Alleati, riuniti nel Mediterraneo Centrale per un addestramento alla lotta anti sommergibile e alla lotta contro i mezzi di superficie. I sommergibili provenienti da Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti, sono sotto il controllo del Comando Sommergibili NATO (COMSUBNATO) e opereranno con 10 navi militari di Francia, Grecia, Inghilterra, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti. L’Italia, oltre a partecipare con il cacciatorpediniere  Luigi Durand De La Penne, il sommergibile Pietro Venuti, e un elicottero SH90 della Marina Militare, fornirà supporto logistico attraverso il Comando Marittimo della Sicilia, la Base Navale di Augusta e la Base Aerea di Sigonella. La DYNAMIC MANTA 17 rappresenta la principale esercitazione della NATO nel Mediterraneo, dedicata all’addestramento anti sommergibile con l’obiettivo di affinare capacità e tecniche dei sommergibili e delle navi dell’Alleanza Atlantica. Scenari realistici ed eventi con difficoltà crescente caratterizzeranno i temi addestrativi per incrementare la capacità di combattimento in contesti operativi multinazionali. Le navi in addestramento saranno supportate da 14 aerei da pattugliamento marittimo ed elicotteri di Canada, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Norvegia, Spagna, Turchia e Stati Uniti che opereranno dalla base di Sigonella e da bordo delle navi. Il numero di nazioni partecipanti all’esercitazione di quest’anno, è una dimostrazione dell’impegno della NATO per la sicurezza marittima, in particolare, per lo sviluppo di capacità nella lotta anti sommergibile».



La base navale di Augusta e quella aerea di Sigonella (dove c'è un arsenale nucleare USA in violazione del trattato di non proliferazione (TNP) - come di consueto, forniranno il supporto logistico alle complesse manovre in mare delle forze armate d’Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Grecia, Turchia, Germania, Usa, Norvegia e Canada. L’obbiettivo di capacità di combattimento in contesti multinazionali, attraverso una simulazione di “caccia” tra sommergibili che si alterneranno nei ruoli di “cacciatore” e “cacciato”, con il supporto di navi, elicotteri e aerei da pattugliamento. Tra le unità navali impiegate, a preoccupare maggiormente è la presenza di sottomarini a propulsione nucleare, già partecipanti all’edizione dello scorso anno. Per l’ipotesi d’incidente atomico, infatti, manca ad oggi un piano di emergenza esterna - aggiornato e accessibile al pubblico - nonostante il porto di Augusta sia periodicamente interessato dal transito e dalla sosta del naviglio nucleare di Stati Uniti e altri Paesi Nato. 



La notizia è stata confermata indirettamente, nel mese di gennaio, dalla stessa prefettura di Siracusa che, in risposta alla richiesta di alcuni attivisti, aveva negato l’accesso al piano d’emergenza attualmente in vigore, proprio perché «in fase d’aggiornamento». E ciò malgrado le informazioni sul rischio nucleare, in base alla legge, «devono essere fornite alle popolazioni interessate senza che le stesse ne debbano fare richiesta», rimanendo «accessibili al pubblico, sia in condizioni normali, sia in fase di preallarme o di emergenza radiologica» (Decreto legislativo 230/95). Regole che, ad Augusta come nei restanti porti militari e nucleari italiani, da sempre rimangono lettera morta. E questo, già da solo, offre la misura dei pericoli a cui sono esposti i territori a causa della militarizzazione e delle operazioni di guerra che vedono tristemente protagonista la Sicilia e il Mediterraneo. 



In questo quadro s’iscrive anche la Dynamic Manta, che però non sarà l’unico war game previsto, per questo mese, a largo delle coste siciliane. Difatti, quasi del tutto in contemporanea all’esercitazione Nato, le forze speciali statunitensi (Special Forces Group USA) saranno impegnate in esercitazioni di tiro a fuoco presso il poligono marittimo di “Pachino Target Range E321”. Una serie composta di 5 sessioni d’addestramento, partita il 20 febbraio per concludersi il 22 marzo, che sta provocando l’interdizione assoluta della relativa zona di mare «alla navigazione, alla sosta, alla pesca e ai mestieri affini», come da apposita ordinanza della Capitaneria di Porto di Siracusa. Compresa tra Punta delle Formiche e Punta Castellazzo, all’estremo sud della Sicilia orientale, quella coinvolta è un’incantevole area naturalistica, marina e terrestre, da tempo asservita alle periodiche e intense prove belliche della Nato e dei marines, anche tramite l’utilizzo dei famigerati droni (micidiali aerei senza pilota) ospitati a Sigonella. Così, mentre per uomini, donne e minori migranti il Mediterraneo è frontiera da sfidare per la sopravvivenza, gli eserciti Usa-Nato stanno trasformando questo stesso specchio d’acqua in un laboratorio di guerra permanente, che si affianca al ruolo operativo assunto dalla Sicilia come piattaforma offensiva proiettata nei teatri bellici africani, mediorientali e asiatici. Un ruolo, quest’ultimo, aggravato dalla recente conferma del dissequestro del Muos di Niscemi da parte della Cassazione, mentre è in programma l’allargamento della base dei droni-killer di Sigonella  Le continue esercitazioni militari nell’Isola, oltre a danneggiare l’ambiente e a iniettare nei territori una sub-cultura militarista di violenza e prevaricazione, bruciano ingenti risorse economiche sottratte alla scuola, alla cultura, alla sanità, al risanamento e alla messa in sicurezza dei territori. Gli stessi settori colpiti dai continui tagli prodotti dalle politiche di austerità imposte dall’Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale.




Gianni Lannes, Italia, Usa e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=nato 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=muos 

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.