«Entro il 2020 Barilla migliorerà la vita delle
persone promuovendo scelte di consumo in linea con la piramide alimentare.
Entro il 2020 Barilla offrirà alle persone solo prodotti alla base della
piramide ambientale». Addirittura. C’è da crederci o è la solita propaganda da
mulino bianco che spaccia la tradizione mediterranea come propria, usando comparse cinematografiche per mero profitto economico?
Proviamo a vederci chiaro nel cibo industriale che di naturale non ha nulla, e andiamo sul duro citando la farina del sacco di Parma.
SVEVO:
un grano coltivato soprattutto nelle regioni Centrali italiane NORMANNO: una varietà resistente ai climi più
freddi, sviluppata per le regioni più settentrionali, come l’Emilia Romagna
AUREO:
un grano di qualità eccellente coltivato nel Sud Italia che ci ha consentito di
sostituire varietà di alta qualità prodotte nel sud ovest degli USA,
incrementando la produzione e la qualità della filiera italiana e riducendo
allo stesso tempo l’impatto ambientale. A differenza dei grani del Sud Ovest
degli Stati Uniti, infatti, AUREO non viene irrigato. Per questo la produzione
di AUREO nel 2011 ha condotto ad un risparmio di oltre 40 MILIONI di m3
d’acqua, senza contare le emissioni di CO2 legate al trasporto di grano dagli
USA».
Dopo lo spot pubblicitario, ecco un recente lancio
dell’Ansa:
«E'
stato presentato, oggi a Marcianise (Caserta), nello stabilimento della
Barilla, dove si produce la pasta Voiello, l'accordo siglato dalla
multinazionale di Parma con gli agricoltori italiani per l'acquisto di 900mila
tonnellate di grano duro per la produzione dei vari tipi di pasta. L'intesa,
che per la prima volta avrà durata pluriennale - durerà tre anni dal 2017 al
2019 - e vede come partner della Barilla 65mila aziende del Paese per un
indotto indiretto di quasi 200mila lavoratori, ruota attorno, in particolare,
all'acquisto del grano duro di tipo Aureo, prodotto di alta qualità e di
livello proteico elevato - pari al 15,5% - con cui si realizza la totalità
delle tipologie di pasta Voiello, vanto della gastronomia campana. L'accordo
premia gli agricoltori del Centro-sud, quelli di Abruzzo, Molise, Campania e
Puglia, che in tre anni dovranno produrre 210mila tonnellate di grano duro, tra
Aureo (130.000 tonnellate) e Svevo (80 mila tonnellate), per un investimento
totale da parte di Barilla di circa 62 milioni di euro; per le aziende la
remunerazione sarà elevata, pari a 270 euro a tonnellata come prezzo minimo di
vendita rispetto ai 150 euro di qualche anno fa. "La Campania - ha
spiegato il responsabile del Settore Acquisti del Gruppo Barilla Luigi
Ganazzoli - è la Regione in cui i contratti di coltivazione del grano duro hanno
avuto lo sviluppo più significativo: nel nuovo accordo i volumi di acquisto del
grano Aureo da parte di Barilla sono infatti aumentati del +30% (33.000
tonnellate) rispetto al 2016. La durata triennale dei contratti permette poi
alle aziende di programmare e crescere"».
Altro che Mediterraneo, antico e naturale. Il grano
aureo, svevo e pigreco della Barilla, viene commercializzato dalla Syngenta AG,
vale a dire una multinazionale svizzera che produce semi e prodotti chimici per
l'agricoltura. La società è nata il 13 novembre 2000 dalla fusione di Novartis
Agribusiness e Zeneca Agrochemicals. Da uno studio del 2009 la società risulta
essere il terzo rivenditore al mondo di semi e prodotti biotecnologici, dietro
alla Monsanto e alla DuPont Pioneer. La corporation
elvetica malgrado sia stata fondata nel 2000, vanta origini remote. Novartis
scaturì nel 1995 da una fusione tra Geigy, Sandoz Laboratories e Ciba,
società che concentravano le ricerche nel mondo biotecnologico. Zeneca
Agrochemicals faceva parte di Imperial Chemical Industries, colosso britannico
fondato nel 1926. Per la cronaca documentata: nel 2005 Syngenta si oppose alla
messa al bando delle coltivazioni OGM per un periodo di 5 anni stabilito dal
governo svizzero. Il 28 novembre 2005 lo stop agli OGM venne attivato, malgrado
il parere contrario della Commissione europea e le proteste delle major del settore. Syngenta, come altre
società del settore, pratica forme di lobbying
nei confronti di partiti politici e candidati a cariche pubbliche.
Che singolare coincidenza. Nel giorno in cui firma
un accordo triennale con cui si impegna
ad aumentare del 40 per cento i volumi acquistati di “grano duro sostenibile”
italiano di alta qualità, Barilla annuncia il suo disappunto all’etichettatura
della pasta con l’origine del grano: «l’origine
da sola non è sinonimo di qualità» ha detto Luca Virginio, responsabile
relazioni esterne del gruppo. Secondo Barilla indicare in etichetta solamente
l’origine non è sinonimo di qualità. Inoltre, non incentiverebbe i coltivatori
italiani a produrre grano con gli standard richiesti dai pastai, compromettendo
anziché rafforzare la competitività dell’intera filiera. «Tutto a svantaggio
del consumatore”, precisa il responsabile Barilla, “che potrebbe addirittura
pagare di più una pasta meno buona. E l’industria della pasta, con un prodotto
meno buono, perderebbe quote di mercato soprattutto all’estero».
Non è tutto. Il giornale Il sole 24 ore ha
annunciato trionfalmente un accordo stretto dalla Barilla con i produttori della
provincia di Taranto, un’area purtroppo notoriamente inquinata dall’Ilva ma non
solo, in particolare con il consorzio Global Fresh Fruit che ha sede a
Massafra, dove è attivo da anni un gigantesco inceneritore di rifiuti del gruppo
Marcegaglia:
«Nella
Puglia segnata dalle proteste per la guerra del grano, con Coldiretti regionale
che denuncia da luglio del 2015 ad oggi nei porti della regione sono stati
scaricati oltre 2milioni di tonnellate di grano estero per fare pane e pasta –
in testa, nelle importazioni, Ucraina con più 315 per cento di grano tenero per
il pane e Canada col 4 per cento in più di grano duro per la pasta – ci sono
realtà, nel Tarantino, che, oltre a puntare su produzioni di qualità, sono
diventate anche fornitrici di un gruppo di rilievo come Barilla, stipulando
contratti che le mettono al riparo dalla svendita del prodotto. La qualità è
chiamata «grano aureo» e attraverso il consorzio «Global Fresh Fruit» da due
anni i produttori cerealicoli tarantini hanno in piedi un contratto di filiera
con Barilla che acquista il loro frumento ad un prezzo minimo garantito. Il
contratto funziona così: a settembre, prima ancora della semina, viene
sottoscritto un accordo. Da un lato le aziende agricole si impegnano a
coltivare sui loro fondi frumento rispettando precisi standard qualitativi,
tali da garantire al compratore un prodotto «top quality». Dall’altro, invece,
Barilla si impegna ad acquistare tutto il loro raccolto ad un «prezzo minimo
garantito» prestabilito. Prezzo che può eventualmente aumentare in base a un
calcolo basato sulla media, in un determinato periodo, del prezzo del grano
duro al listino della Borsa merci di Foggia. Il contratto di filiera è il primo
realizzato nel settore cerealicolo nel Sud e permette di garantire sia i
produttori, sul piano del prezzo, che l’acquirente, sul piano della qualità del
prodotto e dei quantitativi. Il «grano aureo» è una qualità che si coltiva solo
in Italia. Nasce nel 2009, in seguito ad una ricerca e collaborazione del
gruppo Barilla con l'azienda «Produttori Sementi Bologna». Col «grano aureo»,
si evidenzia, si garantiscono parametri d’eccellenza (contenuto proteico e
forza del glutine) che classificano questa tipologia come alta qualità,
raggiungibile in genere solo in ambienti con condizioni climatiche particolari.
Il consorzio «Global Fresh Fruit» ha sede a Massafra ed è stato costituito da
sei soci ai quali, con contratti di produzione annuale, si sono via via
aggregate altre aziende. Il primo anno sono state 18, quest'anno 56, mentre per
la prossima produzione si prevedono circa 150 produttori. Le aziende si trovano
in una zona molto estesa del Tarantino che va da Laterza a San Giorgio Jonico.
L’anno scorso i produttori del consorzio hanno raccolto 2mila quintali di grano
per un valore di 90mila euro, mentre quest’anno hanno raccolto, sui 150 ettari
destinati a coltivazione di qualità, circa 6mila quintali per un valore di
180mila euro. Per l’anno prossimo, invece, è stata assicurata a Barilla la
coltivazione di 250 ettari che dovrebbero produrre 10-11mila quintali».
Taranto: inquinamento - foto Gianni Lannes (tuti i diritti riservati) |
Ma ecco cosa ha dichiarato al Corriere della Sera
(edizione del 4 giugno 2013) un responsabile della Barilla:
«Noi
abbiamo cominciato nel 1989», racconta Marco Silvestri, responsabile ricerca
agronomica di Barilla, «a sviluppare varietà di grano duro che mantenessero
standard qualitativi costanti nel tempo». VARIETÀ E MACROAREEE CLIMATICHE - Ma
gli studi aziendali sono stati utili anche per affrontare il problema del
climate change: «Studiamo varietà che abbiano caratteristiche adattabili a zone
di coltivazione diverse. Ci basiamo su macroaree climatiche e in questo modo
possiamo spostare gli areali e la produzione in base ai cambiamenti climatici»,
aggiunge Silvestri. Ad esempio cambiando le coltivazioni dall’Arizona al Sud
Italia: «La varietà Aureo, un grano di qualità eccellente, non ha necessità di
essere irrigato. Questo ci ha permesso di risparmiare ben 40 milioni di metri
cubi d’acqua nel 2011, di incrementare la filiera italiana e di aggirare il
problema della siccità». «ATTREZZATO» PER IL FREDDO - Ma il colosso di Parma ha
fatto di più. Insieme con il proprio partner di ricerca privato, la Produttori
sementi Bologna, ha sviluppato una specie più attrezzata per i climi rigidi, da
coltivare sotto casa: «Normanno è una varietà più adatta a essere coltivata
nelle regioni del centro-nord Italia, come l’Emilia Romagna, spingendosi fino a
certe zone del Veronese e del Mantovano». Per ora, quindi, di spostare le
coltivazioni dallo Stivale non se ne parla: «Per l’Italia produciamo circa un
milione di tonnellate di pasta all’anno (il 70% della nostra utenza globale)»,
dicono ancora dall’azienda, «realizzata all’80% con grano italiano». Le
campagne del Nord Europa, quindi, possono attendere: «Non è un’area adatta alla
coltivazione del grano duro», conclude Pignone. «Il bacino del Mediterraneo
resta la zona migliore per questo tipo di specie».
Quindi, a conti fatti, a fronte di un consumo di 1
milione e 400 mila tonnellate all’anno di grano duro, la Barilla acquisterà nei
prossimi tre anni 300 mila tonnellate di frumento inventato in laboratorio, ma
prodotto in Italia, addirittura in alcune aree notoriamente inquinate. Se la
matematica non è un’opinione basta fare una sottrazione per avere la quantità
di 1 milione e centomila tonnellate ogni 365 giorni. All’estero, esattamente, dove
si approvvigiona la Barilla e con quali navi approda il grano in Italia? Un
porto fantasma è quello di Ravenna.
Ecco la strada da seguire: i grani antichi del Sud
Italia. Alti valori proteici e, quindi, nutrizionali, da cui partire per creare
un mercato di nicchia rivolto anche ai consumatori intolleranti al glutine:
grazie alla ricerca del Centro di ricerca per la cerealicoltura di Foggia è
stato possibile salvare dalla scomparsa la Saragolla , la varietà per
eccellenza di frumento duro, molto diffusa in Puglia e Basilicata, prima di
essere soppiantata da altre tipologie di grano con spighe più basse e
commercialmente remunerative. La Saragolla è la prima specie di frumento
recuperata e iscritta nel registro delle varietà vegetali come varietà da
conservazione, ossia quelle minacciate dall'erosione genetica. L'altezza della
pianta oscilla tra i 140 e i 160 centimetri, come l'altra antica e pregiata
varietà Cappelli; l'epoca di spigatura, poi, è più tardiva rispetto a quella
dei frumenti duri più comuni. L'obiettivo è quello di tutelare e valorizzare il
patrimonio genetico delle antiche varietà di frumento tipiche, per proporre
nuovi prodotti di qualità.
riferimenti:
http://www.ilfattoalimentare.it/voiello-pasta-italiana-aureo.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/barilla-grano-straniero-ravenna.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/grano-nucleare-brevettato-in-italia.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=massafra
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ilva
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=barilla
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/barilla-grano-straniero-ravenna.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/grano-nucleare-brevettato-in-italia.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=massafra
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ilva
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=barilla
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