Francia: centrali nucleari |
Francia: aree di coltivzione del grano |
di Gianni Lannes
Il paradosso è che esportiamo il miglior grano italiano all'estero ed importiamo in cambio rifiuti speciali per fare pane e pasta, prediletti dall'industria Made in Italy. Il belpaese, infatti, fa incetta di montagne di frumento da
nazioni nucleari senza adeguati ed approfonditi controlli sanitari. Tra i
principali fornitori spiccano Russia (35 reattori attivi) , Ucraina (15 reattori
attivi), Stati Uniti d’America (99 reattori attivi), Canada (19 reattori attivi)
e Francia (58 reattori attivi). Si tratta dei paesi tra i più inquinati al
mondo dalla radioattività. Basta leggere il database aggiornato dell’IAEA, o in alternativa esaminare gli studi e le analisi della CRIIAD di Parigi
o la letteratura scientifica a livello mondiale, oppure i rapporti dell’Oms. In
Francia l’ultimo incidente, come hanno registrato le cronache internazionali,
si è registrato il 9 febbraio scorso. Senza contare tutti quelli del passato insabbiati o ignoti e comunque gli impianti dismessi, le fabbriche di produzione del combustibile nucleare e i depositi di scorie radioattive. Senza contare il disastro di Chernobyl riverberato su alcuni territori del vecchio continente. Le conseguenze? A danno della salute
umana, soprattutto degli ignari consumatori italiani.
L'Unione europea - alla voce Codex alimentarius - ha innalzato i limiti di radionuclidi inquinanti negli alimenti, che non sono di natura biologica, bensì dettati come sempre dagli interessi finanziari. Giusto per dare un'idea: il plutonio 239 ha un'emività (ossia è pericoloso) di 24.400 anni. Certifica la scienza in materia: anche dosi infinitesimali di radioattività possono innescare processi di cancerogenesi, teratogenesi e mutagenesi. Non a caso in Italia le patologie tumorali aumentano sempre più. E le contromisure? La catena alimentare è compromessa pur di tutelare solo esclusivamente gli sporchi affari di pochi a danno di tanti? Siamo incamminati verso la catastrofe?
Ecco una sorpresa: provate a sovrapporre le mappe geografiche della Francia con le centrali nucleari e troverete anche i campi di grano.
L'Unione europea - alla voce Codex alimentarius - ha innalzato i limiti di radionuclidi inquinanti negli alimenti, che non sono di natura biologica, bensì dettati come sempre dagli interessi finanziari. Giusto per dare un'idea: il plutonio 239 ha un'emività (ossia è pericoloso) di 24.400 anni. Certifica la scienza in materia: anche dosi infinitesimali di radioattività possono innescare processi di cancerogenesi, teratogenesi e mutagenesi. Non a caso in Italia le patologie tumorali aumentano sempre più. E le contromisure? La catena alimentare è compromessa pur di tutelare solo esclusivamente gli sporchi affari di pochi a danno di tanti? Siamo incamminati verso la catastrofe?
Ecco una sorpresa: provate a sovrapporre le mappe geografiche della Francia con le centrali nucleari e troverete anche i campi di grano.
Il frumento tenero è, dopo il mais, il cereale più
diffuso al mondo ed è presente in tutti i continenti. Negli ultimi anni la
produzione mondiale di frumento tenero, destinata all'alimentazione umana,
all'alimentazione animale o all'utilizzo industriale si è collocata tra 650 e
720 Mt (Milioni di tonnellate), pari al 35% circa della produzione cerealicola
mondiale. La Cina, con circa 130 Mt (dati raccolto 2015) è il principale
produttore al mondo, seguita dall'India (90 Mt), dalla Russia (61 Mt), dagli
Stati Uniti (56 Mt) e dalla Francia (43 Mt). I principali esportatori sono
invece gli Stati Uniti (23 Mt), la Russia (23 Mt), il Canada e l’Australia (16
Mt). La produzione di frumento tenero è destinata essenzialmente, per il 70%
circa, all'alimentazione umana e per il 20% circa a quella animale.
L’industria molitoria italiana ha sviluppato una
forte dipendenza dall'estero per l’approvvigionamento del grano tenero. Le
importazioni di frumento tenero – in particolare dalla Francia, Germania,
Austria e Ungheria e dagli Stati Uniti e dal Canada - rappresentano ormai circa
il 60 per cento del fabbisogno interno. Tali importazioni appaiono
riconducibili esclusivamente a fattori di natura commerciale, ovvero alla
deliberata volontà dell’industria molitoria di approvvigionarsi all'estero per
motivi economici, o meglio speculativi, dunque non appaiono motivate da fattori
di ordine qualitativo. In particolare,
la produzione di frumenti teneri di forza , destinati essenzialmente alla
produzione di prodotti ad alta lievitazione, come alcune tipologie di pane e di
prodotti da forno, o all'utilizzazione in miscela con altre tipologie di
frumento tenero. La frammentazione dell’offerta nazionale, dovuta anche alla
struttura della produzione agricola, un sistema logistico inadeguato e una
insufficiente politica di stoccaggio del frumento per classi qualitative
omogenee costituiscono, certamente, altri fattori che incidono negativamente, e
in modo rilevante, sulla competitività della produzione nazionale rispetto alla
produzione estera, ostacolandone la necessaria valorizzazione.
http://www.criirad.org/radioactivite-milieu-aquatique/eaux-de-surface/rapport-CRIIRAD10-140rhone.pdf
http://www.criirad.org/radioactivite-milieu-aquatique/eaux-de-surface/rapport-CRIIRAD10-140rhone.pdf
http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_2016.pdf
http://www.observatoire-du-nucleaire.org/IMG/pdf/la-malbouffe-radioactive.pdf
http://france3-regions.francetvinfo.fr/grand-est/haute-marne/bure-barricades-agricoles-contre-dechets-radioactifs-1129653.html
https://www.francebleu.fr/infos/climat-environnement/la-loire-est-un-des-departements-les-plus-radioactifs-1460476204
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/alimenti-radioattivi-dalla-francia-in.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=grano
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=grano
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