di Gianni Lannes
Il debito economico è una truffa bancaria legalizzata
dal potere politico, lo stesso che riscuote la mancia per il lavoro sporco di
sottomissione dei popoli. Il nodo cruciale non è la moneta, bensì l’etica.
L’unico debito degli esseri umani è nei confronti di
madre Natura. Tanto per dare i numeri ufficiali: ogni ora nel mondo spariscono
ben 20 chilometri quadrati di boschi. Gli alberi sono un propulsore metereologico
naturale atto a richiamare una straripante riserva d’acqua dolce.
Il globo terrestre ha risorse naturali finite e,
dunque, non può essere sfruttato all’infinito, pena l’estinzione dell’uomo; al
contempo il progresso non si misura mediante il prodotto interno lordo.
La velocità e il suo complemento, ossia la sete
devastatrice di energia delle nazioni industrializzate, è la dimensione critica
del rapporto distruttivo che l’uomo moderno ha instaurato sia con la cultura
sia con la natura. L’utilizzazione di elevate quantità d’energia (e quindi la
velocità dei trasporti) ha effetti distruttivi anche per la struttura sociale.
Allora, meri consumatori o esseri umani? L’economia richiede lungimiranza, mentalità
ecologica e consapevolezza etica del mondo. Perfino le riverniciature speculative di verde accelerano la folle corsa dell’uomo verso l’autodistruzione.
Vivere in modo ecologico significa non solo fare attenzione agli equilibri dell’ambiente
che ci ospita, ma anche riflettere criticamente sul presente per dare inizio
immediatamente, a un futuro in cui siano riconciliati i dissidi tra persone e
natura, tra esseri umani, tra mente, spirito e corpo. La prima rivoluzione è interiore, e, a livello sociale o collettivo prende il nome di autodeterminazione dei popoli.
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