di Antonio Bassi
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, in riferimento alla pratica dell'aborto (grassetto aggiunto per enfasi):
2268 Il
quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l'omicidio
diretto e volontario. L'omicida e coloro che volontariamente cooperano
all'uccisione commettono un peccato che grida vendetta al cielo.
L'infanticidio, il fratricidio, il parricidio e l'uccisione del coniuge
sono crimini particolarmente gravi a motivo dei vincoli naturali che
infrangono. Preoccupazioni eugenetiche o di igiene pubblica non possono giustificare nessuna uccisione, fosse anche comandata dai pubblici poteri.
2269 Il
quinto comandamento proibisce qualsiasi azione fatta con l'intenzione
di provocare indirettamente la morte di una persona. La legge morale
vieta tanto di esporre qualcuno ad un rischio mortale senza grave motivo, quanto di rifiutare l'assistenza ad una persona in pericolo.
« Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato » (Ger 1,5).
« Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra » (Sal 139,15).
2271 Fin
dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni
aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane
invariabile. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo,
è gravemente contrario alla legge morale:
« Non uccidere il bimbo con l'aborto, e non sopprimerlo dopo la nascita ».
«
Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione
di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno
dell'uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con
la massima cura; e l'aborto come pure l'infanticidio sono abominevoli
delitti ».
[....]
2273 Il
diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente
rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua
legislazione:
« I diritti
inalienabili della persona dovranno essere riconosciuti e rispettati da
parte della società civile e dell'autorità politica;
tali diritti dell'uomo non dipendono né dai singoli individui, né dai
genitori e neppure rappresentano una concessione della società e dello
Stato: appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in
forza dell'atto creativo da cui ha preso origine. Tra questi diritti
fondamentali bisogna, a questo proposito, ricordare: il diritto alla
vita e all'integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento alla
morte »..
« Nel
momento in cui una legge positiva priva una categoria di esseri umani
della protezione che la legislazione civile deve loro accordare, lo
Stato viene a negare l'uguaglianza di tutti davanti alla legge.
Quando lo Stato non pone la sua forza al servizio dei diritti di
ciascun cittadino, e in particolare di chi è più debole, vengono minati i
fondamenti stessi di uno Stato di diritto. [...] Come conseguenza del
rispetto e della protezione che vanno accordati al nascituro, a partire
dal momento del suo concepimento, la legge dovrà prevedere appropriate
sanzioni penali per ogni deliberata violazione dei suoi diritti ».
2274 L'embrione,
poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona,
dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è
possibile, come ogni altro essere umano. La diagnosi prenatale è
moralmente lecita, se « rispetta la vita e l'integrità dell'embrione e
del feto umano ed è orientata alla sua salvaguardia o alla sua
guarigione individuale [...]. Ma essa è gravemente in contrasto con la
legge morale quando contempla l'eventualità, in dipendenza dai
risultati, di provocare un aborto: una diagnosi [...] non deve
equivalere a una sentenza di morte ».
2275 «
Si devono ritenere leciti gli interventi sull'embrione umano a patto
che rispettino la vita e l'integrità dell'embrione, non comportino per
lui rischi sproporzionati, ma siano finalizzati alla sua guarigione, al
miglioramento delle sue condizioni di salute o alla sua sopravvivenza
individuale ».
« È immorale produrre embrioni umani destinati a essere sfruttati come "materiale biologico" disponibile ».
«
Alcuni tentativi d'intervento sul patrimonio cromosomico o genetico non
sono terapeutici, ma mirano alla produzione di esseri umani selezionati
secondo il sesso o altre qualità prestabilite. Queste manipolazioni
sono contrarie alla dignità personale dell'essere umano, alla sua
integrità e alla sua identità » unica, irrepetibile.
Il vaccino tetravalente MPRV, largamente usato, contiene il ceppo Wistar RA 27/3. Tale ceppo viene coltivato su cellule diploidi umane (MRC-5). Si tratta di cellule provenienti da feti umani abortiti, prelevate molti anni fa da quei feti e riprodotte tramite necrosi tumorale,
come spiega la stessa ditta produttrice: “la crescita di queste cellule
è stata fatta aumentare grazie allʼaggiunta di un fattore di necrosi
tumorale (TNF alfa)”. I vaccini che contengono queste cellule umane
(MRC-5, WI-38), oltre a cellule di origine animale (VERO) sono
largamente usati e sono i seguenti: INFANTRIX HEXA (Glaxo, ritirato nel
2012 in 20 paesi europei ma non in Italia), M-M-R VAXPRO (Pasteur),
PRIORIX (Glaxo), PROQUAD (Pasteur), PENTAVAC (Pasteur). [https:// www.popolounico.org/vaccini-e- le-linee-cellulari-fetali- attacco-alla- genetica-umana].
In
seguito a quanto espresso dal Catechismo della Chiesa Cattolica
(evidenziato in grassetto), c'è da domandarsi cosa aspetti il Papa a
prendere una posizione netta sia contro il decreto legge 73 del 7 giugno
2017 (non giustificato da reale urgenza sanitaria in corso), sia contro
l'uso dei vaccini che contengono cellule di feti umani abortiti che di
quelli che hanno provocato il decesso di diverse persone, come
documentato dai dati ufficiali.
riferimenti:
https://www.informarexresistere.fr/vaccini-sacerdote-attacca-avvenire-e-famiglia-cristiana-mondo-scientifico-cattolico-e-una-vergogna/
riferimenti:
https://www.informarexresistere.fr/vaccini-sacerdote-attacca-avvenire-e-famiglia-cristiana-mondo-scientifico-cattolico-e-una-vergogna/
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