Neonati, bambini e adolescenti italiani sani vaccinati
peggio e più dei militari adulti dell’Alleanza atlantica dediti alla guerra. Poiché non è in atto alcuna epidemia e non dilagano pandemie come ha attestato l'OMS, gli scientisti italidioti si sono limitati ad un copia ed incolla, insomma hanno scopiazzato lo zio Sam. Una volta
c’era carosello che ci avvisava con la pubblicità, adesso lo sappiamo a babbo
morto. Come per la tessera sanitaria italiana che contiene alcuni codici
militari elaborati dal Pentagono ed è gestita dalla Sogei che controlla al
contempo il gioco d’azzardo, anche la nuova profilassi vaccinale imposta da
Washington (un ordine impartito dal presidente USA Obama al ministro Lorenzin il
29 settembre 2014) in modo coercitivo a mezzo di uno sgangherato decreto legge
scritto e rattoppato sotto dettatura multinazionale, addirittura è la fotocopia
peggiorativa dello Stanag 2037. Di che si tratta? Di una procedura dell'anno 2008, aggiornata
al 2012 della North Atlantic Treaty Organization per i propri militari. Scorrendo l’elenco delle cosiddette vaccinazioni
si scopre che sono le stesse per soldati adulti e pargoli italiani. C'è un giudice almeno a Berlino o bisogna pregare un intervento divino?
Si dubita tanto dei vaccini imposti con la forza dallo
Stato, vale a dire a mezzo della violenza istituzionale ed il ricatto espresso
da una norma palesemente fuorilegge di rango minore, ma se lo fa l’Alleanza atlantica
è una garanzia. Certo i soldati in guerra sono adulti mica neonati, bambini e
adolescenti sani ed italiani.
Negli ultimi anni sono state numerose le sentenze
che hanno avuto ad oggetto presunti danni conseguenti a vaccinazioni. In
particolare, per quanto riguarda le vaccinazioni militari, con la sentenza del
24 gennaio 2014 il giudice della sezione lavoro del Tribunale di Ferrara ha
condannato il ministero della salute a risarcire la famiglia di Francesco
Finessi, militare di leva deceduto a 22 anni per un linfoma non-Hodgkin,
riconoscendo un nesso di causalità tra le patologie, anche mortali e le
modalità di somministrazione dei vaccini. Il 19 giugno di tre anni fa il Tar
del Friuli-Venezia Giulia ha accolto il ricorso di Andrea Rinaldelli, padre di Francesco
Rinaldelli, l'alpino di Potenza Picena, scomparso nel 2008 all'età di 26 anni,
a causa di un linfoma di Hodgkin, nell'ambito della "missione Domino”. Il
giudice ha di fatto cancellato il diniego proveniente dal comitato di verifica
del Ministero della difesa, chiedendo un riesame sulla base delle argomentazioni
presentate dai ricorrenti. Queste riguardano, specificatamente, la correlazione
tra le somministrazione dei vaccini senza adeguate anamnesi e senza rispettare
i protocolli e la complessa questione del servizio prestato al petrolchimico. Lo
stesso TAR ha infine considerato carente la valutazione del ministero della
difesa, in quanto risulta, anche da uno studio scientifico condotto per conto
del ministero da istituzioni civili ("progetto Signum"), l'esigenza
di approfondire, nella ricerca delle origini di alcune patologie
particolarmente diffuse tra il personale militare, anche alcune variabili
emerse nel corso dello studio stesso, tra le quali, in particolare, il carico
vaccinale, associato a condizioni di impiego operativo caratterizzate da un
elevato livello di stress. Anche la Corte d'Appello di Lecce ha condannato il ministero
della salute a risarcire la famiglia di Fabio, militare morto nel 2002 di
leucemia; le valutazioni sul possibile ruolo delle modalità di effettuazione
dei vaccini come fattore capace di determinare o codeterminare patologie, in
particolare tumorali, risalgono anche ai lavori della commissione parlamentare
d'inchiesta sull'uranio impoverito nelle diverse legislature, da cui ha preso
il via l'applicazione reale del principio del consenso informato. Non viene
messa in discussione la funzione storica delle vaccinazioni come strumento
essenziale per il contenimento e l'eradicamento di alcune gravi malattie
infettive, ma viene esercitata la massima attenzione rispetto ai possibili
effetti di somministrazione multiple in tempi ravvicinati, specialmente al
personale militare destinato a missioni, sia in Italia che fuori dal territorio
nazionale, rispetto alla completezza dell'anamnesi vaccinale, all'acquisizione
del consenso informato.
Quali iniziative il ministro Beatrice Lorenzin
intende adottare
per rispondere in modo adeguato alla censura espressa dal TAR del
Friuli-Venezia Giulia in data 19 giugno 2014, per non avere l'amministrazione preso
adeguatamente in esame le osservazioni dei ricorrenti in ordine alla ritenuta
incidenza causale degli intensi e ravvicinati cicli vaccinali? Quali iniziative
intende assumere il ministro Lorenzin perché venga data piena attuazione alle norme riguardanti l'obbligo
di segnalazione all'AIFA dei casi avversi, e affinché l'Ispettorato generale
della sanità militare adotti una direttiva che stabilisca con precisione
termini e modalità di effettuazione dell'anamnesi vaccinale da parte del
personale vaccinatore? Quali misure intende assumere il ministro Lorenzin affinché sia garantita per
tutti l'applicazione reale del principio del consenso informato ad essere
sottoposti o meno a vaccinazioni, con quali modalità intenda intervenire per
assicurare la piena tutela del diritto alla salute ai militari attualmente in
servizio nonché a quelli futuri, e per riconoscere come vittime del dovere
coloro che si sono ammalati o sono deceduti per accertate patologie causate o
concausate da modalità di somministrazione dei vaccini durante il servizio militare,
riconoscendo agli stessi e alle loro famiglie la corresponsione dei benefici
previsti dalla normativa, ai sensi del decreto legislativo numero 81 del 2008 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, vista
anche la direttiva SGDG-022 "Direttiva per l'esercizio dell'attività di
vigilanza in materia di sicurezza e salute sul lavoro nell'ambito del ministero
della Difesa del gennaio 2012?
Ministro Pinotti a quali conclusioni sono giunti i lavori del gruppo interforze sull'aggiornamento della direttiva tecnica
per l'applicazione del decreto 31 marzo 2003 sulle procedure vaccinali? Quali sono
i risultati, su questo specifico argomento, delle ricerche commissionate dal ministero
della difesa e dal ministero della salute al Comitato scientifico per la
prevenzione e cura della malattie dei militari istituito con decreto ministeriale
del 23 novembre 2007?
Quali iniziative intendono attivare i ministri Lorenzin e Pinotti affinché vengano riprese ed applicate in pieno
le proposte di intervento e di prevenzione indicate nella citata relazione
conclusiva?
La Commissione parlamentare, nelle conclusioni, ha
espresso la necessità di: «adottare norme di legge che includano le erronee
modalità di vaccinazione tra i fattori di possibile rischio per la salute del
personale militare, e provvedano quindi a stabilirne l'indennizzabilità, nel
caso dell'insorgere di gravi patologie invalidanti o in caso di decesso;
riesaminare l'intero processo e le procedure poste alla base delle attività
vaccinali in ambito militare, valutando anche le eventuali lacune registrate sul
piano dei controlli interni, ivi compresi quelli relativi all'effettiva ed
efficace attuazione delle direttive impartite dall'Ufficio generale della
sanità militare, nonché alla piena attuazione delle norme riguardanti l'obbligo
di segnalazione dei casi avversi all'AIFA; adottare, da parte dell'Ufficio
generale della sanità militare, una direttiva che stabilisca con precisione
termini e modalità di effettuazione dell'anamnesi vaccinale da parte del
personale medico vaccinatore».
riferimenti:
http://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/ISSMI/Documents/Dottrina_Interforze_per_il_Supporto_Sanitario_della_Difesa.pdf
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
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RispondiEliminasig. Gianni la ringrazio di cuore per il suo lavoro libero ed indipendente ma mi permetta di capire una cosa: sto seguendo diverse interviste e divulgazioni da parte del prof. Montanari e della dott.ssa Gatti e da quanto ascolto mi risulta evidente che si stiano adoperando per informare su quello che è il loro lavoro in merito all'analisi di diversi vaccini. Non hanno mai negato e nascosto di aver lavorato per la NATO ed aver fornito prestazioni anche a loro (come un cliente qualsiasi) quindi non trovo niente di cosi preoccupante in tutto questo. Vorrebbe essere cosi gentile da farmi capire che cosa mi sta sfuggendo?
RispondiEliminae quale sarebbe secondo lei il gioco che starebbero giocando? sono così ingenuo? eppure conosco tutti questi giochi di potere e dominio ma avrei giurato che questi nostri ricercatori siano dalla parte della verità.
sono in attesa trepidante di una sua autorevole risposta circa il mio precedente commento. notte
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