In Italia 35 morti ogni 100 mila abitanti per
inquinamento. Si muore per un respiro. Ecco la vera emergenza. Altro che sedicenti “malattie infettive”,
altro che epidemie e pandemie inesistenti, altro che motivazioni genetiche. La causa
fondamentale del cancro è l’inquinamento ambientale. E allora perché non si interviene
alla radice per debellare il male, invece di insistere con il pericoloso
palliativo della chemio e radioterapia? Se il governo Gentiloni ha tanto a cuore la salute
pubblica e quella dei bambini, allora perché non bonifica le aree inquinate
dove sopravvivono 10 milioni di italiani? Purtroppo il diritto alla vita salubre e a un ambiente non inquinato di grandi e piccini, è soltanto di carta straccia. D'altronde chi ha i soldi paga la sanzione ed evita l'inoculazione ai figli. Così crolla il muro di ipocrisia istituzionale sul contagio alimentato dai media. E' in atto una sperimentazione di massa accoppiata ad una lucrosa speculazione.
Ricorda la Commissione: ogni anno muoiono
prematuramente centinaia di migliaia di europei e molti altri patiscono a livello
respiratorio e cardiocircolatorio. La legislazione in materia è chiara e anche
il fatto che vanno attuati piano quando i valori limiti sono superati, anche
se, per invertire la rotta servirebbero comunque misure strutturali: bisogna
ridurre i volumi complessivi di traffico ma anche guardare a un’economia
diversa e capace di cambiare sul fronte emissioni. Secondo il parere odierno,
in Italia sono 12 le zone riscontrate dove persistono le violazioni dei valori
limite per l’inquinamento da diossido di azoto: discorso che riguarda
ovviamente anche le grandi metropoli come Roma, Milano, Torino. La direttiva in materia (2008/50/CE – “Qualità
dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”) è chiara ma i
provvedimenti idonei dopo 9 anni ancora latitano da noi.
riferimenti:
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