5.6.20

PUGLIE SUL MARE!

Trani - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 

di Gianni Lannes

A Trani fu stilato il più antico codice marinaro del mondo: gli Statuti Marittimi risalenti all'anno 1063. Ecco come i musulmani descrivevano la Puglia 5 secoli fa: 

"È bene sapere che si chiamano Puglie propriamente i borghi che vanno da Manfredonia sino ad Otranto. Puglia significa basso: infatti sono tutte coste basse e i loro unici contrassegni sono i campanili. Sulla costa ci sono due monti: uno Monte Sant’Angelo, l’altro è il Monte Santa Maria di Leuca, fra i quali intercorre una distanza di 200 miglia…”.


 Manfredonia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


La descrizione è tratta dal Kitab – I Bahriyye: Il Libro della Marina, tradotto dall’orientalista Alessandro Bausani nel 1979. Si tratta del primo portolano turco redatto – nel 932 dell’Egira – tra il 1521 e il 1525, da Ahmet Muhiddin Piri, meglio noto come Piri Re’is. Nel XV e XVI secolo divennero terrificanti le incursioni ottomane. 





Taranto ignota - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


 
I musulmani piombavano frequentemente con agili vascelli sulle coste appule per catturare prede umane e tesori. Tanto che a Napoli, la capitale del viceregno, fu istituito il Monte della Redenzione dei Cattivi: affrancava i prigionieri cristiani facoltosi, pagando ingenti riscatti. Nel viceregno vi erano 1500 chilometri di costa da proteggere. Gli iberici non si diedero per vinti, mutuarono così un principio difensivo utilizzato dai romani.


 
Gargano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Torri di avvistamento, in luoghi strategici affinché ognuna avesse la visuale della successiva e della precedente - peraltro già edificate da normanni, svevi e angioini -per segnalare coi “fani” notturni (fuochi di avviso) e fumate diurne, i pericoli. Nel 1532 don Pietro di Toledo ordinò alle università costiere di approntare a proprie spese la difesa del territorio. 

Nel dicembre del 1539, considerata l’inefficacia delle sue disposizioni, impose con scarsi risultati che “si fortificassero tutte le terre poste sul litorale”. Nel 1563 don Parafan de Ribera riconfermò l’ordine. I lavori di realizzazione procedettero con lentezza esasperante: nel 1590 il numero complessivo ammontava a 339. Nel 1748 se ne contavano 379. 131 erano disseminate in Puglia: 80 in Terra d’Otranto, 25 in Capitanata, 16 in Terra di Bari. Sotto la Torre di San Pietro in Bevagna (oggi al Bagno) vi è una cripta nella quale la tradizione vuole che l’apostolo celebrasse la prima messa appena sbarcato dalla Terrasanta. Per l’edificazione si adoperarono maestranze locali e materiali costituiti da conci di pietra irregolari, impastati alla malta, alla pozzolana e al pietrame minuto. Una delle caratteristiche principali è l’orientamento dell’ingresso, sopraelevato e difeso da una caditoia a perpendicolo. L’accesso è ubicato sulla parete rivolta a monte, alla quale corrisponde sul mare, una parete cieca. 

 
 
Gargano: torre del lago di Varano (piccola) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

 
In queste fortificazioni - che avevano il precipuo compito di avvistare e segnalare - prestavano servizio a turno, giorno e notte, due sentinelle. La torre cavallara era spesso provvista di una feluca con la quale le guardie sorvegliavano le zone di difficile accesso. Vi erano rocche, torri capitane (poste a difesa dei porti) e un battaglione mobile. Soltanto in seguito alla sconfitta ottomana nella battaglia di Vienna (1683), l’incubo si dissolse. Sopravvivono i ruderi: parecchie si stagliano a sfidare il grecale o l’incuria, il degrado e le ristrutturazioni feroci del secolo breve.