4.6.20

ISPRA: “ITALIA, AMBIENTE INQUINATO!”

Italia (estate 2020) - foto Gilan


di Gianni Lannes

Cancro a norma di legge nel belpaese e stato di salute comatoso. Mentre la farsa del nuovo coronavirus rischia di degenerare in tragedia, terra, acqua, cielo e biodiversità in Italia sono inquinati sempre più, con specie animali e vegetali a rischio estinzione. La più immediata conseguenza è la malattia e poi la morte di tante ignare persone, altro che nuovo coronavirus (Sars Cov 2). A certificarlo, ora anche l'ISPRA, cioè lo stesso Stato tricolore, corresponsabile di tale disastrosa situazione. Rimedi istituzionali? Zero, pari a zero.

L'ultimo rapporto Ispra appena presentato (in diretta streaming) offre il quadro aggiornato sullo stato di salute (pessima) dell'Italia. Partiamo dall'acqua. Neanche la metà dei 7.493 corsi d'acqua che scorrono nelo Stivale, isole comprese, raggiunge un stato ecologico buono o elevato (appena il 43 per cento), mentre è ancora più grave la situazione dei laghi (solo il 20 per cento). Lo stato chimico è buono per il 75 per cento dei fiumi (anche se il 18 per cento non è ancora classificato) e per il 48 per cento dei laghi.

Quanto alla bioversità, con le sue 60 mila specie animali e 12 mila vegetali, l'Italia è uno dei Paesi europei più ricchi, che presenta livelli elevatissimi di endemismo (specie esclusivo del “nostro” territorio). Purtroppo, però, questo patrimonio vede alti livelli di minaccia per flora e fauna. A tentare infruttuosamente di arginare ikl dilagante degrado a base di cementi armato, asfalto e rifiuti il sistema delle aree protette (sulla carta): quelle terrestri sono 843 e coprono il 10,5 per cento del territorio nazionale, 29 le aree marne protette, 2.613 i siti della rete natra 2000 (19,3 per cento del territorio nazionale).

Quanto allo stato di salute della fauna in Italia, tra i vertebrati sono i pesci d'acqua dolce quelli più minacciati (48 per cento), seguiti dagli anfibi (36 per cento) e dai mammiferi (23 per cento). “Tra le piante più tutelate dalle norme Ue, il 42 per cento è a rischio”, spiega un comunicato dell'Ispra.

Le minacce più gravi vengono dal costante aumento delle specie esotiche in Italia – più di 3.300 nell'ultimo secolo – dal degrado, dall'inquinamento e dalla frammentazione del territorio. Anche il consumo di suolo grava sulla perdita di biodiversità. Nel belpaese, ormai, la superficie antropizzata è pari a 23 mila chilometri quadrati, con una velocità di trasformazione di quasi 2 metri al secondo tra il 2017 e il 2018.

Inoltre, il territorio italiano è fortemente esposto al dissesto idrogeologico. La popolazione a rischio frane che risiede in aree a pericolosità elevata e molto elevata ammonta a 1.281.970 abitanti, pari al 2,2 per cento del totale.

Quanto alla qualità dell'aria, la Pianura padana è una delle aree dove l'inquinamento atmosferico è più rilevante in Europa. Osservando i dati del 2019, il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato nel 21 per cento delle stazioni di monitoraggio (50 microgrammi per metro cubo da non superare più di 35 volte l'anno).

Riferimenti:

https://www.isprambiente.gov.it/it/events/lo-stato-dellambiente-in-europa-e-in-italia 

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=inquinamento 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ispra 

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.