di
Gianni Lannes
Bullismo di Stato a scuola. Chi sta sopra e chi giace sotto. Chi comanda e chi ubbidisce. Bambini e adolescenti trattati dalle istituzioni come oggetti, e non come soggetti a cui chiedere almeno un parere, magari un'opinione sullo sgangherato andazzo imposto dal Miur. Basta
una spolverata di digitale per fregiarsi dell'eccellenza scolastica e ritenere di progredire nell'evoluzione del pensiero?
La “straordinaria” didattica a distanza ha fatto luce sulla vera
natura della scuola italiana. Il divario digitale è solo l’ultimo banale riflesso di una condizione strutturale: la scuola
tricolore è fondamentalmente, classista e divisiva. Da una parte splendono le scuole “tradizionali” riservate ai rampolli delle
future classi dirigenti; all’estremo opposto le scuole
“dell’innovazione e delle competenze” che spesso smantellano i
contenuti e li semplificano, impastandoli con i mirabolanti e
scintillanti nastrini del digitale, per formare soggetti inabili al
pensiero (critico). In mezzo, nel festival di innumerevoli assurdità governative, tante scuole pubbliche che provano a
resistere al peggio, puntando su
un’idea lungimirante di scuola democratica.
Per colmare il divario tecnologico, cosa ha combinato il ministero della verità assoluta? Ha stanziato 85 milioni di euroni per l’acquisto di dispositivi tecnologici. Per cercare di raggiungere un milione e seicentomila allievi ancora dispersi ai primi di aprile 2020, qual è stata la mossa strategica del Miur in cui alberga l'Azzolina (agli onori delle cronache dimenticate per aver copiato una tesi)? Stabilire l’obbligatorietà della didattica a distanza e della relativa valutazione espressa in decimi. Eppure, la didattica a distanza (assai discutibile per i contenuti) non è democratica; anzi, si moltiplicano i dubbi di costituzionalità sull’obbligatorietà di una modalità didattica somministrata anche mediante test, impiegando piattaforme di controllo elettronico invasivo addirittura dei minori, che non riesce a raggiungere la totalità di studenti.
Sotto gli effetti di questa sindrome da prestazione scaturita da un'emergenza sanitaria
pianificata a tavolino dal potere economico ed amplificata dagli
esecutori politici, nonché dai mass media, le scuole dirette da
dirigenti iperallineati al diktat della didattica delle nuove tecnologie, hanno trasformato gli strumenti digitali in
fine, perseguendo lo smantellamento della scuola della riflessione e
della profondità, a profitto di meccaniche abilità atte a modificare
l’alunno in un essere ubbidiente, plasmabile e prono alle istanze del
mercato e delle autorità. Insomma, la scuola italiana sembra aver abdicato al suo
profondo dovere costituzionale dal lontano 1997, anno della
controversa riforma sull’autonomia. Il verbo fondamentale è imparare ad imparare, usando i sensi umani, per evitare l'autismo digitale.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=didattica
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuola
https://www.youtube.com/watch?v=v51-uWDDuCw
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=didattica
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuola
https://www.youtube.com/watch?v=v51-uWDDuCw