foto F. Lannes |
Nessuna
autorità ascolta noi bambini. Il primo ministro Conte ai primi di
marzo dell'anno 2020 ci ha tolto la scuola, senza una vera ragione.
Come volete che si senta un ragazzino di 11 anni e così tutti gli
altri, anche quelli più piccoli o più grandi?
Ho perso la serenità,
perché chi comanda ci ha imprigionato in casa per quasi tre mesi,
privandoci del sole, dell'aria, del cielo, della pioggia, del vento,
ma soprattutto del contatto e del gioco con gli altri.
Le autorità
ci hanno anche rubato la felicità, il sorriso, la gioia di vivere.
Le
lezioni a distanza con un computer o un tablet non sono scuola,
istruzione, sapere, come è scritto nella Costituzione italiana.
Noi
bambini non siamo cavie per un esperimento tecnologico o polli da
batteria.
Ma
voi grandi lo sapete, che cosa significa per un bambino rimanere
chiuso in casa senza amici, compagni, nonni, zii, cugini, affetti e
senza poter giocare con gli altri bambini all'aria aperta?
Un bambino
a cui hanno vietato di giocare è un essere umano a cui hanno
tagliato le ali e non può più volare. Contano solo i compitini e i
programmini del ministero?
Chi
comanda si è mai veramente interessato del nostro stato d'animo e
delle nostre condizioni di salute dopo averci privato della libertà?
La
vita non scorre dentro un computer. Lo schermo di un pc non è
scuola.
Francesco
Lannes
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