foto Gilan |
di
Gianni Lannes
Telegram (17 giugno 2020) |
Telegram,
attualmente vanta in Italia oltre 43 mila iscritti, 21 canali
pedopornografici collegati e un volume di conversazioni che si aggira
sui 30 mila messaggi ogni giorno. Ai vertici di questa desolante
piramide della mercificazione ci sono tre oggetti di culto: le foto
delle ex, alcuni video amatoriali particolarmente difficili da
reperire e la mitologica «Bibbia 5.0», un enorme file contenente
gli scatti di migliaia di vittime di revenge porn, catalogate per
provenienza (le foto arrivano perlopiù da gruppi Facebook segreti)
ed esposte con nome, cognome e volto visibile, anche di minori.
La
legge numero 69 del 19 luglio 2019, all'articolo 10, ha introdotto
l'articolo 612-ter del codice penale, chiamato più comunemente
«revenge porn», consistente nella sottrazione e diffusione illecita
e senza consenso delle persone rappresentate di immagini o video a
contenuti sessualmente espliciti e destinati a rimanere privati. Tale
comportamento illecito è punito con la reclusione da uno a sei anni
e la sanzione da 5 mila a 15 mila euro; pena, quest'ultima, che si
applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini
o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli
interessati.
Il servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni ha sede a Roma e coordina 20 compartimenti regionali e 80 sezioni territoriali;
le
dotazioni della Polizia postale e delle Comunicazioni necessitano,
tanto a livello di servizio centrale quanto a livello di
compartimenti regionali, di una costante implementazione in modo tale
da poter rispondere alle rapide evoluzioni tecnologiche in materia di
pedopornografia, cyberterrorismo, copyright, hacking, protezione
delle infrastrutture critiche del Paese, e-banking, giochi e
scommesse on line e cyberbullismo.
Nonostante
i notevoli e importanti compiti attribuiti, l'organico dei
compartimenti della polizia postale e delle comunicazioni è
sottodimensionato e nessun provvedimento in senso contrario risulta
ancora essere adottato; in alcuni compartimenti si sono rilevate
carenze infrastrutturali gravi che hanno interessato addirittura le
linee internet in uso.
Il
compito della Polizia postale sta diventando con il passare degli
anni sempre più difficile, ma nello stesso tempo sempre più
necessario ai fini della prevenzione e del contrasto delle frodi
fiscali e dei crimini informatici. Sono proprio quest'ultimi a
generare maggior preoccupazione; infatti, secondo i dati dei rapporto
Clusit, in Italia, dal primo semestre 2016 allo stesso periodo di
quest'anno, i reati in rete sono cresciuti dell'83 per cento. Si va
dai raggiri alle sostituzioni di identità, dalle truffe informatiche
alle diffamazioni online, per non parlare della rete di
pedopornografia.
Nonostante
il pericoloso aumento di questa tipologia di reati che richiederebbe
un potenziamento e una rivalorizzazione di questa specialità, si
assiste invece in questi anni a un vero e proprio depotenziamento
degli organici della Polizia postale a livello nazionale. In poco
meno di un decennio, dal 2010 ad oggi, gli agenti sono passati da
circa 900 a circa 600. Una delle situazioni maggiormente precarie a
livello di organico viene registrata nella sezione di Polizia postale
di Padova, dove si è passati dalle 15 unità del 2008 a 5 unità di
oggi. Con una media di circa 50 interventi al giorno e il sequestro
di oltre 120 computer ogni anno, l'ufficio di polizia postale di
Padova è assolutamente strategico per il lavoro svolto a servizio
dei cittadini e perciò, la grave carenza di organico sta portando e
porterà a gravi conseguenze in termini di sicurezza.
Ecco
un altro esempio. Cuneo e la sua provincia, grazie alla sua posizione
geografica strategica, svolge un ruolo chiave nella questione della
sicurezza di frontiera e quindi di controllo dei confini di Stato, e
il territorio può contare su uomini e donne che lavorano con
dedizione e professionalità nonostante situazioni non sempre facili.
La Polizia postale del capoluogo tratta ogni anno 400 fascicoli,
collaborando con le Procure di tutta Italia, affrontando casi di
truffe on line, pedopornografia, terrorismo, cyber bullismo e
stalking. Recentemente si è assistito ad una riduzione dell'organico
della Polizia postale cuneese, passata da 3 a 2 agenti ed alla
cessazione dal servizio del comandante, con il venir meno quindi del
contributo di una figura importante sia sul piano investigativo sia
quale interlocutore della comunità locale, anche e soprattutto del
mondo della scuola: studenti, insegnanti, genitori e cittadini tutti.
Dal 2010 al 2015 in Piemonte i reati informatici sono aumentati del
68 per cento, e nella provincia di Cuneo si assesta poco sopra la
media regionale, facendo registrare un aumento del 69 per cento.
Quali
urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il
Governo italiano ritenga opportuno adottare, per contrastare i reati
commessi per mezzo di strumenti informatici e telematici e per
procedere al blocco immediato di tali contenuti, con oscuramento e
rimozione delle immagini diffuse, così come ad esempio previsto per
il cosiddetto reato di cyberbullismo, ai sensi dell'articolo 2 della
legge n. numero 71 del 2017?
E
ancora: quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare il
governo per l'implementazione delle dotazioni informatiche e
tecnologiche della Polizia postale e delle comunicazioni, tanto a
livello di servizio centrale quanto a livello di compartimenti
regionali?
La
Polizia di Stato è un soggetto fondamentale della macchina della
pubblica amministrazione per garantire sicurezza: ad essa sono
attribuite una molteplicità di funzioni di prevenzione, di
vigilanza, e di controllo. La riorganizzazione dei presidi
territoriali della Polizia di Stato è sicuramente una questione di
interesse nazionale, ma il loro ridimensionamento si ripercuote sul
cittadino nelle singole comunità in termini di tutela e di
sicurezza.
Mafia di Stato? Pedofilia sdoganata? Di sicuro la piaga è ormai cancrena a partire da Roma capitale. Distrazioni virali, violenza sui minori in aumento e protezioni onorevoli o altolocate. Le prime vittime sono i minori, mentre lo Stato tricolore depotenzia la Polizia postale, ovvero chi individua e persegue tanti ignoti criminali. Per caso nel governo grulpiddino e in Parlamento c'è più di qualcuno invischiato nel fenomeno di orgette e festini a numero chiuso? Chi sfrutta ed incoraggia la prostituzione minorile? Come mai il Conte bis non ha presentato la relazione sulla violenza contro i minori? Perché, quando si tratta di proteggere infanzia e adolescenza autorità e istituzioni giocano sempre a perdere nel belpaese? Peggio: l'esecutivo grulpiddino - come il precedente grulleghista - è latitante in materia.
Mafia di Stato? Pedofilia sdoganata? Di sicuro la piaga è ormai cancrena a partire da Roma capitale. Distrazioni virali, violenza sui minori in aumento e protezioni onorevoli o altolocate. Le prime vittime sono i minori, mentre lo Stato tricolore depotenzia la Polizia postale, ovvero chi individua e persegue tanti ignoti criminali. Per caso nel governo grulpiddino e in Parlamento c'è più di qualcuno invischiato nel fenomeno di orgette e festini a numero chiuso? Chi sfrutta ed incoraggia la prostituzione minorile? Come mai il Conte bis non ha presentato la relazione sulla violenza contro i minori? Perché, quando si tratta di proteggere infanzia e adolescenza autorità e istituzioni giocano sempre a perdere nel belpaese? Peggio: l'esecutivo grulpiddino - come il precedente grulleghista - è latitante in materia.
Riferimenti:
Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016.
Una vera piaga, che ovviamente è correlata con l'altro fenomeno da te sempre denunciato della scomparsa di minorenni nel nostro Paese. Posso presumere che i soggetti presenti nei video e nelle foto pedopornografiche siano preda delle medesime organizzazioni che gestiscono tratta e sfruttamento.
RispondiEliminaCome per tutti gli aspetti torbidi della nostra vita di comunità, ricordiamoci che se le istituzioni non fanno (come pare) tutto il possibile per stroncarli, sono da ritenersi co-responsabili.
Mentre occorrerebbe evitare di criminalizzare Telegram o additarla a cloaca di pervertiti: impegnamoci piuttosto tutti a educarci ed educare a fare a meno di andare in cerca di soddisfacimento di falsi ed incoffessabili bisogni. Impariamo a saper riconoscere le esche che il sistema dissemina dappertutto per attrarre verso nuove forme di consumi, nuovi finti bisogni, nuovi circoli viziosi, utili solo a drenare preziose risorse morali ed economiche prosciugando tante esistenze.
Nicola