Abruzzo - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Selvaggina o peggio res nullius: questa è la base di una mentalità egoistica e primitiva che ancora alberga nel Belpaese, spesso incoraggiata dalle istituzioni di qualsiasi ordine e grado. La strage di ben 469 cervi in Abruzzo, deliberata lo scorso agosto dalla giunta capeggiata dal camerata di Giorgia Meloni, tale Marco Marsilio, è stata temporaneamente sospesa dal Consiglio di Stato fino al 7 novembre 2024. In ogni caso, i politicanti e gli espertoni di turno non hanno il diritto di decretare la fine di qualsiasi creatura, tantomeno sulla base di un tornaconto o calcolo economico. Nomen omen:
“La sospensiva decretata dal Consiglio di Stato sul contenimento faunistico del cervo non invalida il portato della delibera regionale né contesta la correttezza del procedimento amministrativo intrapreso da parte della Regione Abruzzo, ma adotta tale decisione sulla base di un generale principio precauzionale”. Lo precisa in una nota il vicepresidente della giunta regionale dell’Abruzzo e assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Emanuele Imprudente a seguito della pubblicazione dell’ordinanza del Consiglio di Stato che sospende gli effetti della delibera regionale sulla caccia di selezione al cervo. “... non abbiamo commesso alcuna forzatura nel prevedere, come in tutte le altre regioni italiane in cui si pratica da decenni la selezione del cervo, una gestione faunistica improntata a metodi scientifici di una specie cacciabile per legge, assolutamente non in via di estinzione e al di fuori di qualsiasi area protetta o parco nazionale. L'equilibrio ecosistemico, la pubblica incolumità e la salvaguardia delle attività agricole sono le motivazioni della nostra azione amministrativa” – ha concluso Imprudente.
La coppia di partito Marsilio&Meloni è la stessa che intende sventrare la montagna del Morrone per l'alta velocità da Pescara a Roma, in un'area danneggiando il prezioso acquifero che disseta da sempre la popolazione autoctona. Per tre anni consecutivi ho vissuto in questa meravigliosa regione, esplorando boschi e foreste, scalando montagne, solcando fiumi e sentieri. Ho acquisito nel tempo un'esperienza diretta: in Abruzzo, come in gran parte d'Italia (alla voce Gargano), si spara (365 giorni l'anno) impunemente col tacito avallo delle autorità di controllo, anche nelle cosiddette "aree protette" - come ad esempio nel Parco Nazionale del Gran Sasso e in quello della Maiella - uccidendo caprioli, camosci, lupi, cinghiali e anche orsi. Chi è l'uomo in doppiopetto o divisa da sparatore per decretare a tavolino la morte di altri esseri viventi? L'unica legge universale da rispettare è quella della vita, non della morte (cruenta).
Gli animali selvatici non sono meri capi da abbattere, ma esseri viventi, parte integrante della vita naturale. Al contrario di chi li vuole sterminare per il macabro gusto di sparare a qualcosa di vivo e non imprigionabile o sfruttabile, va tutelato e rispetto. Non si può permettere che l'interesse di un branco di facinorosi prevalga sulla salvaguardia della natura. L'unico sentiero è quello del rispetto e della convivenza pacifica.
Riferimenti:
Gianni Lannes, l'Italia trema, Mondo Nuovo edizioni, Pescara, 2023.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/08/abruzzo-lo-sterminio-dei-cervi.html#more
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=marsilio
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