2.10.24

ISRAELE E LA RAPINA DEL GAS PALESTINESE!

 

Rapporto ONU (22 agosto 2019)


di Gianni Lannes

Cosa contiene l'agenda nascosta di Israele? Ragioni ignobili che violano i diritti umani. Accaparrarsi le più grandi riserve di gas del Mediterraneo, riplasmare il Medio Oriente, orientare la geolitica internazionale e al contempo cacciare gli arabi autoctoni e sterminare i palestinesi. Infatti, un rapporto poco noto agli addetti ai lavori e totalmente ignoto all'opinione pubblica internazionale delle Nazioni Unite, pubblicato il 22 agosto 2019 già dal titolo (“Les coûts économique de l'occupation israélienne pour le peuple palestinien: le potential gazier et pétrolier inexploité”) inquadra la reale situazione. Vale a dire: impadronirsi con la violenza delle riserve marittime di gas naturale della Palestina. 

 



Religioni e terrorismo di Stato? Lo sterminio del popolo palestinese a matrice israeliana ha un indicibile movente nascosto nel profitto economico: i giacimenti in mare (offshore) di gas e petrolio appartenenti a Gaza, scoperti nell'anno 2000. Per accaparrarsi le risorse altrui basta far scoppiare una guerra e ammantarla con pretesti, rappresaglie belliche e rivendicazioni territoriali di un trapassato remoto. Le prime vittime sono i civili, soprattutto i bambini: a Gaza ne sono stati assassinati ufficialmente circa 20 mila in un anno (senza contare quelli sotto le macerie).

L’ultima esplosione di violenza genocida a Gaza è per caso connessa all'imminente scadenza (anno 2024) delle licenze della società petrolifera British Gas al largo della Palestina? Gaza è stata rasa al suolo per ordine del premier Netanyahu (sostenuto militarmente da USA, Ue e pure Italia) per dissolvere la possibilità che le autorità palestinesi trasferiscano i diritti di esplorazione alla Russia o alla Cina? 

 

 

Approfittando della situazione: Eni s.p.a., società il cui capitale è per circa il 30 per cento in mano pubblica dello Stato italiano, ha siglato in piena guerra israeliana di sterminio dei palestinesi, un accordo col governo di Tel Aviv per estrarre gas nelle acque marine dinanzi alla Striscia di Gaza.

Com'è possibile che la multinazionale a sei zampe e il governino Meloni abbiano stipulato contratti che prendono, o meglio rapinano risorse appartenenti al popolo palestinese, mentre è in atto un genocidio? Perché l'Italia in violazione della Costituzione repubblicana e delle sue leggi fornisce armamenti (ad esempio i cannoni Oto melara) ad Israele?

 

 

I gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR, hanno conferito mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di Boston di comunicare a Eni e alle altre società coinvolte, una diffida dall'intraprendere attività in queste acque del Mediterraneo, evocando il rischio di complicità in crimini di guerra.

La firma della convenzione con cui Eni e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza (illegittima) a operare all'interno della zona marittima G, al 62 per cento palestinese, è stata annunciata dal ministero dell'Energia israeliano il 29 ottobre 2023.

Tutto calcolato e programmato da tempo? Quella dell'esecutivo telecomandato targato Meloni è forse una nuova pagina dell'attività predatoria nello sfruttamento di risorse naturali altrui, in termini di approvvigionamento energetico, incurante delle norme del diritto internazionale?

Nel dicembre 2008, Israele invase Gaza con l’operazione “Piombo fuso” (2008-2009), nota anche come “guerra di Gaza” e “massacro di Gaza”. Si trattò di un conflitto armato di tre settimane tra gruppi paramilitari palestinesi della Striscia di Gaza e le Forze di Difesa Israeliane (IDF).

La giustificazione di quella invasione era stata lapidaria: “le persistenti attività terroristiche e la costante minaccia missilistica dalla Striscia di Gaza diretta contro i civili israeliani”. L’operazione Piombo fuso aveva lo scopo di confiscare le riserve marittime di gas naturale della Palestina?

All’inizio di sabato 7 ottobre 2023, Hamas ha lanciato l’operazione “Tempesta di Al-Aqsa”, guidata dal suo capo militare Mohammed Deif. Lo stesso giorno, Netanyahu ha confermato il cosiddetto “Stato di preparazione alla guerra”. Le operazioni militari sono invariabilmente pianificate con largo anticipo. L’operazione “Tempesta di Al-Aqsa” è stata un “attacco a sorpresa”? Netanyahu e il suo capillare apparato di intelligence militare e civile, a partire dal Mossad, erano a conoscenza dell’attacco di Hamas?nEra previsto un piano attentamente formulato per condurre una guerra totale contro la Palestina prima del lancio dell' “Operazione Al-Aqsa Storm”? Non a caso Israele dispone di molteplici informatori all’interno di Gaza e di dispositivi elettronici di ascolto lungo tutto il muro di confine che avrebbero rilevato i movimenti di gruppi e veicoli.

Un fatto è certo: Netanyahu era a conoscenza della situazione e ha scelto di lasciar compiere una strage di ostaggi israeliani per poter cancellare Gaza dalla mappa geografica. L'arbitraria dichiarazione di guerra di Netanyahu del 7 ottobre 2023 contro Gaza è militarmente il seguito dell’invasione di Gaza del 2008-2009. L’obiettivo di fondo è la totale occupazione militare di Gaza da parte delle forze israeliane dell’IDF e l’espulsione degli autoctoni palestinesi dalla loro patria.

A seguito dell’invasione, i giacimenti di gas palestinesi sono stati di fatto confiscati da Israele in deroga al diritto internazionale. Un anno dopo l’operazione “Piombo fuso”, Tel Aviv annunciò la scoperta del giacimento di gas naturale Leviathan nel Mediterraneo orientale “al largo delle coste di Israele”. All’epoca il giacimento di gas era: “ … il giacimento più importante mai trovato nell’area sottoesplorata del bacino levantino, che copre circa 83.000 chilometri quadrati della regione del Mediterraneo orientale”. Unitamente al giacimento Tamar, nella stessa zona, scoperto nel 2009, le prospettive nel 2013 erano quelle di un surplus energetico per Israele, per la Noble Energy, con sede a Houston, Texas, e per i partner Delek Drilling, Avner Oil Exploration e Ratio Oil Exploration.

I giacimenti di idrocarburi palestinesi fanno parte della più ampia area di valutazione del Levante. Ciò che si sta verificando è l’integrazione di questo tesoro naturale, compresi quelli appartenenti alla Palestina, nell’orbita di Israele.

L’invasione militare della Striscia di Gaza da parte delle forze israeliane nel dicembre 2008 ha una relazione diretta con il controllo e la proprietà di riserve strategiche di gas offshore. L'evidenza: una guerra di conquista. Scoperte nel 2000, esistono vaste riserve di gas al largo della costa di Gaza.

British Gas (BG Group) e il suo partner, la Consolidated Contractors International Company (CCC) con sede ad Atene, di proprietà delle famiglie libanesi Sabbagh e Koury, hanno ottenuto i diritti di esplorazione di petrolio e gas in un accordo di 25 anni firmato nel novembre 1999 con l’Autorità Palestinese. I diritti sul giacimento di gas offshore spettano rispettivamente a British Gas (60 percento), Consolidated Contractors (CCC) (30 percento) e al Fondo di investimento dell’Autorità Palestinese (10 percento), come indicato in un articolo dal giornale israeloano Haaretz il 21 ottobre 2007. L’accordo PA-BG-CCC prevede lo sviluppo del giacimento e la costruzione di un gasdotto (Middle East Economic Digest, 5 gennaio 2001).

La licenza di BG copre l’intera area marina offshore gazana, che è contigua a diversi impianti di gas offshore israeliani. Va notato che il 60 per cento delle riserve di gas lungo la costa Gaza-Israele appartiene alla Palestina. Nel 2000 il BG Group ha perforato due pozzi: Gaza Marine-1 e Gaza Marine-2. Secondo le stime di British Gas, le riserve sono dell’ordine di 1,4 trilioni di piedi cubi, per un valore di circa 4 miliardi di dollari. Queste sono le cifre rese pubbliche da British Gas. Le riserve di gas della Palestina potrebbero essere molto più grandi.

Sotto il profilo legale queste riserve di gas appartengono alla Palestina. La morte di Yasser Arafat, l’elezione del governo di Hamas (sostenuta dal governo israeliano) e la rovina dell’Autorità Palestinese hanno permesso a Israele di stabilire un controllo di fatto sulle riserve di gas offshore di Gaza. British Gas (BG Group) ha trattato con il governo di Tel Aviv. A sua volta, il governo di Hamas è stato scavalcato per quanto riguarda i diritti di esplorazione e sviluppo dei giacimenti di gas.

Nel 2003, Ariel Sharon ha posto il veto a un accordo iniziale che avrebbe permesso alla British Gas di rifornire Israele di gas naturale dai pozzi offshore di Gaza (The Independent, 19 agosto 2003). Nel 2006, la British Gas “era vicina a firmare un accordo per pompare il gas in Egitto” (Times, 23 maggio 2007). Allora il premier Tony Blair intervenne a gamba tesa per conto di Israele per spostare l’accordo con l’Egitto. L’anno successivo, nel maggio 2007, il Gabinetto israeliano approvò una proposta del Primo Ministro Ehud Olmert “per acquistare gas dall’Autorità Palestinese”. Il contratto proposto era di 4 miliardi di dollari, con profitti dell’ordine di 2 miliardi di dollari, di cui un miliardo sarebbe andato ai palestinesi.

Tel Aviv, tuttavia, non aveva intenzione di condividere i ricavi con la Palestina. Un gruppo di negoziatori israeliani fu istituito dalle autorità gpvernative israeliane per trovare un accordo con il BG Group, aggirando sia il governo di Hamas che l’Autorità palestinese. L’obiettivo era quello di annullare il contratto firmato nel 1999 tra BG Group e l’Autorità Palestinese di Yasser Arafat.

Secondo l’accordo proposto nel 2007 con BG, il gas palestinese proveniente dai pozzi offshore di Gaza doveva essere convogliato da un gasdotto sottomarino al porto israeliano di Ashkelon, trasferendo così il controllo sulla vendita del gas naturale a Israele.

L’accordo saltò e i negoziati furono sospesi. L'obiettivo non dichiarato di Israele era quello di precludere la possibilità di pagare le royalties ai palestinesi. Nel dicembre 2007, il BG Group si è ritirato dai negoziati con Israele e nel gennaio 2008 ha chiuso il suo ufficio in Israele.

Secondo fonti militari israeliane, il piano di invasione della Striscia di Gaza nell’ambito dell’operazione “Piombo fuso” è stato avviato nel giugno 2008: «Fonti dell’establishment della difesa hanno detto che il Ministro della Difesa Ehud Barak ha dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane di prepararsi per l’operazione più di sei mesi fa [giugno o prima di giugno], anche quando Israele stava iniziando a negoziare un accordo di cessate il fuoco con Hamas” (Barak Ravid, Operation “Cast Lead”: L’attacco dell’aviazione israeliana ha seguito mesi di pianificazione» (Haaretz, 27 dicembre 2008).

 La decisione di accelerare i negoziati con British Gas (BG Group) ha coinciso, cronologicamente, con la pianificazione dell’invasione di Gaza iniziata a giugno. Sembrerebbe che Israele fosse ansioso di raggiungere un accordo con BG Group prima dell’invasione, che era già in fase di pianificazione avanzata. Inoltre, questi negoziati con British Gas sono stati condotti dal governo di Ehud Olmert con la consapevolezza che un’invasione militare era in preparazione. Con ogni probabilità, il governo israeliano stava contemplando anche un nuovo assetto politico-territoriale “postbellico” per la Striscia di Gaza. Infatti, nell’ottobre 2008, 2-3 mesi prima dell’inizio dei bombardamenti del 27 dicembre, erano in corso negoziati tra il British Gas e funzionari israeliani.

Nel novembre 2008, il Ministero delle Finanze israeliano e il Ministero delle Infrastrutture nazionali hanno dato istruzioni alla Israel Electric Corporation (IEC) di avviare trattative con British Gas per l’acquisto di gas naturale dalla concessione offshore di BG a Gaza.

Che si attende ad arrestare una volta per tutte le attività criminali impunite di Israele? C'è un giudice almeno a Berlino?

   

Riferimenti:

Gianni Lannes, Israele. Olocausto finale?, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2024.

https://www.pellegrinieditore.it/israele-olocausto-finale/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israele

https://www.globalresearch.ca/operation-cast-lead-israeli-air-force-strike-followed-months-of-planning/11521

http://www.bggroup.com/OurBusiness/WhereWeOperate/Pages/pgIsraelandAreasofPalestinianAuthority.aspx+

https://unctad.org/publication/economic-costs-israeli-occupation-palestinian-people-unrealized-oil-and-natural-gas

https://www.globalresearch.ca/israel-gas-oil-and-trouble-in-the-levant/5362955

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/02/eni-governo-meloni-la-rapina-del-gas.html


Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.