di Gianni Lannes
La Presidente del Consiglio Meloni e il
ministro Pichetto Fratin l'hanno addirittura definita “tutela
dell'ambiente”. In realtà, a ben vedere, si tratta di una vera
deregulation in trita salsetta ecologica. Insomma, mediante il solito
decretino-legge, una lenzuolata di semplificazioni per accelerare
tutti gli impianti energetici “di preminente interesse strategico
nazionale”. Soprattutto le autorizzazioni in sede Via (valutazione
di impatto ambientale) e Vas (valutazione ambientale strategica) per
quelle cosiddette “opere” che – tra campi fotovoltaici e
impianti industriali eolici – dovrebbero garantire all'Italia il
rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione del Pniec e del Pnrr
stabiliti da burocrati al servizio delle multinazionali che stuprano
l'ambiente un giorno e l'altro pure). Al contempo l'esecutivo Meloni
ha blindati le coltivazioni di gas offshore (in mare) in atto,
riducendo il limite da 12 miglia a 9: infatti viene ridotta
sensibilmente la distanza dalle coste. In tal modo, con buona pace degli ecosistemi marini, aumenta il
perimetro entro il quale è consentita l'attività upstream di
esplorazione ed estrazione di gas. Per quelle già autorizzate il
governino Meloni conferma le concessioni in essere o in via di
rilascio. Le opere da considerare “prioritarie”
saranno indicate con successivo decreto firmato a quattro mani dai
ministeri dell'Ambiente e pure della Cultura (ma che ci azzecca il tremolante, privo di competenza in materia e neanche laureato ministro Giuli?). Latitanti ambientali? Sia Meloni che Pichetto Fratin, anche in materia ecologica eludono sistematicamente gli atti di sindacato ispettivo del Parlamento (interrogazioni e interpellanze di deputati e senatori), ovvero non rispondono agli interrogativi più spinosi.
Riferimenti:
https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-99/26750
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=pichetto+fratin
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