13.5.21

ESPERIMENTI VIRALI ANCHE SU NEONATI E BAMBINI!


di Gianni Lannes

Tante piccole cavie in pasto alla tecnocrazia. Efficaci e sicuri? La famigerata Pfizer che in Italia mantiene sul libro paga fior di medici, politicanti, esperti da bar sport, televirologi domenicali, veterinari addomesticati, istituzioni sanitarie, università e centri di ricerca, ha annunciato un cosiddetto “vaccino” anche per chi si è appena affacciato alla vita. Eppure, i sieri anticovid-19, non sono mai stati adeguatamente testati sugli esseri umani (adulti), in paese violazione delle normative nazionali, europee e mondiali. Infatti, nei bugiardini ministeriali è scritto testualmente, come nel caso Pfizer:

«La sicurezza e l’efficacia di Comirnaty nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 16 anni non sono state ancora stabilite. I dati disponibili sono limitati. (...) L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con Comirnaty nella popolazione pediatrica per la prevenzione di COVID-19 (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico). Questo medicinale è stato autorizzato con procedura “subordinata a condizioni”. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L’Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni su questo medicinale e il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario (…) La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. Come per tutti i vaccini, la vaccinazione con Comirnaty potrebbe non proteggere tutti coloro che lo ricevono. I soggetti potrebbero non essere completamente protetti fino a 7 giorni dopo la seconda dose del vaccino. È pertanto essenziale continuare a seguire scrupolosamente le raccomandazioni di sanità pubblica (mascherina, distanziamento e lavaggio frequente delle mani)».

Con un articolo dal titolo «Peter Doshi: I vaccini Pfizer e Moderna “efficaci al 95 per cento” abbiamo bisogno di maggiori dettagli e dati grezzi», Peter Doshi, editore associato di The BMJs, ha riesaminato i dati ufficiali in merito alla sperimentazione Pfizer in possesso della Fda nordamericana, affermando che una stima approssimativa dell'efficacia del vaccino contro lo sviluppo di sintomi di Covid-19, con o senza un risultato positivo del test Pcr dà una riduzione del rischio del 19 per cento, molto al di sotto della soglia di efficacia del 50 per cento per l'autorizzazione stabilita dalle autorità di regolamentazione USA; inoltre anche dopo la rimozione dei casi verificatisi entro 7 giorni dalla vaccinazione (409 sul vaccino Pfizer vs 287 sul placebo), che dovrebbe includere la maggior parte dei sintomi dovuti alla reattogenicità del vaccino a breve termine, l'efficacia del vaccino rimane bassa: 29 per cento. È notizia abbastanza recente della morte di numerose persone in Norvegia a seguito della vaccinazione Pfizer attualmente sospesa.

in Italia si stanno verificando preoccupanti casi di focolaio post vaccinazione, come ad esempio quello della Rsa Santa Caterina di via San Vincenzo a Prato, dove 97 su 102 anziani sono risultati positivi dopo la vaccinazione.

Il 27 luglio 2020, Pfizer e BioNTech, con gli studi clinici di fase 1/2 e in consultazione con il Cber e la FDA statunitense e altri regolatori globali, hanno annunciato di promuovere il loro vaccino BNT162b2, come candidato per uno studio di fase 2/3 che ha ricevuto la designazione fast track della Food and drug administration (Fda) degli Stati Uniti.

Già in un articolo del NewYorkTimes (datato 8 giugno 2020) si affermava che anche se un vaccino genera anticorpi ciò non prova che il vaccino sia efficace nel prevenire l'infezione e potrebbe dare alle persone la falsa sensazione di essere protetti.

Lo studio «Sicurezza e immunogenicità di due candidati al vaccino Covid-19 a base di RNA» descrive la sperimentazione americana di fase 1: n° NCT04368728 la cui fine è prevista l'11 dicembre 2022. La sperimentazione ha confermato che il BNT162b2 era associato a una minore incidenza e gravità delle reazioni sistemiche rispetto al BNT162b1 e quindi sarà scelto per gli studi di fase 2 e 3. Da tale studio si evince come il 17 per cento dei partecipanti tra i 18 e 55 anni e l'8 per cento tra i 65 e 85 anni ha riportato febbre (da ≥38,0 a 38,9° C) dopo la seconda dose di 30 μg BNT162b2, con un piccolo numero eventi gravi sistematici. A 1 mese dal ricevimento della seconda dose, il 25 per cento dei partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni ha subito eventi avversi. I prossimi studi programmati saranno uno di fase ancora 1-2 su 120 persone con la variante b2 e uno studio su 160 partecipanti con la versione b3. Entrambi in scadenza nell'inverno 2021.

Il funzionamento del vaccino Pfizer è simile a quello di Moderna Inc – mRNA-1723 e si basa su un «modRNA», basato a sua volta su un mRNA, il BNT162, contro il Sars-CoV-2. Questa tecnologia è stata usata per la prima volta per la manipolazione del programma genetico del cuore dei mammiferi adulti, per innescare la rigenerazione cardiaca. Il problema più rilevante è che qualsiasi mRNA non modificato viene riconosciuto dall'immunità innata del soggetto ricevente, causando il rilascio di interferoni e citochine e porta alla morte cellulare.

L'11 novembre 2020, l'Unione europea ha dato il via libera a sottoscrivere un contratto con Pfizer-Biontech, per 300 milioni di dosi; a seguito della notizia del 10 novembre 2020 il Ceo di Pfizer e il vicepresidente esecutivo hanno venduto sul mercato le azioni della casa farmaceutica.

La micidiale Pfizer (controllata da holding finanziarie a dir poco mafiose e criminali) è nota per «il contenzioso di Kano», nonché per le 47 condanne e 4.421.846.055 di dollari pagati a titolo di risarcimenti e/o sanzioni, dal 2000 al 2019.

Domanda a Mattarella, Draghi&Speranza: sulla base di quali considerazioni scientifiche il Governo tricolore ha deciso di utilizzare questo vaccino, dato che, come per tutti gli altri, non ha ancora terminato gli studi preliminari di sicurezza ed efficacia?

L'aggiornamento del database Vaers relativo alle razioni avverse del vaccino Pfizer, del 12 marzo 2021, riporta che nel 2020, ben 31.797 persone hanno riportato un evento avverso, di cui 58 persone hanno avuto reazioni anafilattiche e 11 persone sono morte; mentre dal 1° gennaio 2021 al 5 marzo, 50.076 persone hanno riportato un evento avverso, di cui 132 persone hanno avuto reazioni anafilattiche e 578 persone sono morte; 4 persone hanno subito morte cerebrale e ci sono stati 6 aborti e 19 problematiche varie ai feti di donne in gravidanza e 4 persone hanno riportato casi di cancro.

Non è tutto. Il database inglese delle reazioni avverse al vaccino Pfizer, dell'11 marzo 2021, riporta che: 2.294 persone hanno avuto disordini del sangue; 1.153 problemi cardiaci; 819 disturbi alle orecchie; 12 disturbi al sistema endocrino; 1.398 disturbi agli occhi; 10.534 disturbi gastrointestinali; 28.915 disordini di carattere generale; 18 disturbi epatici; 528 disturbi al sistema immunitario, di cui 197 reazioni anafilattiche; 2.059 hanno avuto infezioni di vario tipo, di cui 487 riconducibili al coronavirus/Covid-19; 458 lesioni; 587 disturbi metabolici; 12.823 problemi muscolari e ai tessuti; 24 neoplasie; 18.059 disturbi del sistema nervoso, di cui 457 tremori, 756 anomalie sensoriali, 158 eventi di crisi e disturbi compulsivi, 82 paralisi o paresi, 1.556 parestesie e disestesie, 206 disturbi del nervo cranico facciale; 18 aborti; 1.409 disturbi psichiatrici; 212 disturbi ai reni e all'apparato urinario; 389 disturbi al sistema riproduttivo; 3.986 disturbi al sistema respiratorio; 6.809 disordini alla pelle; 1.119 disordini vascolari; molte altre hanno riportato reazioni avverse per un totale di 94.809 reazioni al farmaco.

Altri esempi documentati di insicurezza evidente ed inefficacia patentata. L'aggiornamento del database europeo delle reazioni avverse al vaccino Pfizer, in data 13 marzo 2021 riporta che: in tutta Europa, su un totale di 102.100 reazioni avverse, 32.866 (32,19 per cento) provengono dall'Italia. Dal secondo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19 di Aifa, che registra le reazioni avverse dal 27 dicembre 2020 al 26 febbraio 2021, si apprende che: al 26 febbraio 2021 sono state inserite 729 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal vaccino, e che 40 segnalazioni riguardano casi di «decesso», per un tasso di segnalazione di circa 0,97 su 100.000 dosi somministrate. Il 96 per cento delle reazioni avverse riguardano Pfizer, ovvero su 3.741.828 di dosi somministrate si sono avute 28.762 reazioni avverse.

L'Aifa ricorda che «la tipologia delle segnalazioni inserite dall'inizio della campagna vaccinale è prevalentemente di tipo spontaneo (99 per cento circa) e le rimanenti segnalazioni sono invece stimolate tramite progetti di farmacovigilanza attiva». Ciò vuol dire che il fenomeno delle reazioni avverse è ampiamente sottostimato nel Belpaese. Inoltre, si legge che ben 16 somministrazioni a mRNA non hanno il brand segnalato e che non ci sono ancora sufficienti informazioni per definire il fallimento vaccinale immunologico e clinico, ovvero se una vaccinazione completa e appropriata comporta una risposta immunitaria adeguata o protegge dalla malattia che intende prevenire, questo perché non sono ancora chiari quali siano i marcatori immunologici di protezione.

E ancora: l'autorità britannica del farmaco, la Mhra Buyer Organisation, il 23 ottobre 2020 aveva organizzato un Technology Entratainment Design (Ted) per la ricerca urgente di uno strumento software di intelligenza artificiale (AI) per elaborare l'elevato volume previsto di reazioni avverse al farmaco (ADR) del vaccino Covid-19 e garantire che nessun dettaglio dal testo di reazione delle reazioni avverse venisse perso. Infatti il Regno Unito ha previsto di utilizzare l'IA per elaborare le reazioni avverse ai vaccini Covid, come riportato dal Financial Time.

Dalla disamina del rapporto della Fda si evince che il placebo e il vaccino hanno dato gli stessi esiti in termini di reazioni avverse, con la morte di 6 persone durante i test, fino al 14 novembre 2020, 2 nel braccio dei vaccini e 4 nel braccio del placebo. Come risulta dal Trial numero NCT04368728, cui il report fa riferimento, il placebo è una soluzione salina. I dati conclusivi e grezzi però non saranno disponibili se non solo 24 mesi dopo la conclusione del Trial, ovvero il 29 gennaio 2023, rendendo quindi impossibile realizzare studi indipendenti sulle reazioni avverse del vaccino, per valutare i dati di Pfizer. Le parole di Andrea Crisanti – «Senza dati, non me lo faccio (il vaccino, ndr), perché voglio essere rassicurato che è stato testato e soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Come cittadino ne ho diritto, non sono disposto ad accettare scorciatoie» – si riferiscono proprio a questa problematica.

Proprio il ministro in scadenza Speranza in data 2 dicembre 2020, presso il Senato della Repubblica, ha dichiarato in sostanza che la sperimentazione di Fase 4, ovvero la Farmacovigilanza, sarà organizzata da Aifa con studi indipendenti post-autorizzativi sui vaccini Covid. In tal modo, a rigor di logica, risulterebbe confermato che, senza aspettare la conclusione della Fase 3, la sperimentazione di Fase 4 risulterebbe essere un test di reazioni avverse su larga scala, in violazione del Codice di Norimberga.

Il 10 dicembre 2020 sul portale Reuters.com è apparsa la notizia di un attacco hacker al sistema informativo dell'Ema. BioNTech ha dichiarato di non aver subìto attacchi e che i dati consultati riguardavano alcuni documenti relativi al vaccino COVID-19 BNT162b2 tra cui il protocollo dello studio clinico C4591001, citato nella AIC condizionata. Tuttavia, leggendo il documento, reso pubblico tramite internet, possiamo evidenziare alcune considerazioni:

1) la valutazione dei rischi/benefici di Pfizer considera tra i rischi: le potenziali reazioni avverse locali e gli eventi sistemici dopo la vaccinazione; gli eventi avversi sconosciuti e le anomalie di laboratorio e il potenziale aumento della malattia a causa della vaccinazione se il soggetto risultasse affetto da Covid-19. Mentre tra i benefici: la ricezione di un vaccino «potenzialmente» efficace durante una pandemia, l'accesso ai test diagnostici e la contribuzione alla ricerca scientifica. Sulla base di queste indicazione esprime che: «Tenendo conto delle misure adottate per ridurre al minimo il rischio per i partecipanti che partecipano a questo studio, i potenziali rischi identificati in associazione con BNT162 RNA-based COVID-19 vaccino sono giustificati dai benefìci previsti che possono essere offerti ai partecipanti sani» (pagine 27-28);

2) la farmacocinetica e la farmacodinamica, ovvero lo studio quantitativo l'assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l'eliminazione del farmaco e lo studio sugli effetti biochimici e fisiologici sull'organismo, non sono stati presi in considerazione (pagina 64);

3) nei criteri di esclusione dallo studio, 5.2 pagina 36, si trova, al numero 11, Donne in gravidanza o in allattamento. Inoltre, per la donna, lo studio si interromperà immediatamente in caso di gravidanza, e se vaccinata verrà comunque tenuta in osservazione ma non proseguirà nella sperimentazione (pagine 48 e 58). La sperimentazione si interrompe altresì se un uomo partecipante espone la partner femminile in un concepimento (pagina 61).

In sostanza, la valutazione del rischio è superficiale e le considerazioni, che valgono per i soggetti partecipanti allo studio, valgono anche per i soggetti sottoposti alla somministrazione dopo l'Aic condizionata, in quanto non vi è stato nessun cambiamento sostanziale del farmaco e una sovrapposizione tra la Fase 3 della sperimentazione e l'inizio della somministrazione. Ancor peggio: risulta che la valutazione di rischio/beneficio di Ema e Aifa, sia stata basata su quella presentata da Pfizer.

I soggetti a cui sarà somministrato il vaccino partecipano alla «sorveglianza post marketing», (che a seguito della AIC condizionata si configura come Fase 4 di una sperimentazione clinica) monitorata da Aifa, e, come dichiarato dal Ministro Speranza il 2 dicembre 2020 al Senato, avranno la stessa valutazione di rischio/beneficio.

Questo conferma, appunto, che il vaccino Pfizer, così come gli altri, trova la sua cornice normativa nella legislazione sui farmaci sperimentali.

Il 21 dicembre 2020 il Chmp con nota EMA/707383/2020, ha pubblicato il rapporto di valutazione sul farmaco a mRNA di Pfizer denominato COMIRNATY (BNT162b2). Nel rapporto viene evidenziato l'uso di due nuovi eccipienti: il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159 (pagina 23), mai utilizzati in precedenza in un prodotto finito approvato all'interno dell'Unione europea (pagina 28). L'Ema conferma che il rischio potenzialmente correlato alla vaccinazione è quello dell'anafilassi.

Il 23 dicembre 2020 Aifa pubblica la determina 154/2020 con la quale si rende nota la condizione imposta da Ema ai sensi dell'articolo 14-bis del Regolamento (EU) 726/2004, ovvero che BioNTech, per confermare l'efficacia e la sicurezza di «COMIRNATY», fornirà la relazione finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591001 randomizzato, controllato verso placebo in cieco per l'osservatore, entro dicembre 2023, pena la revoca dell'Autorizzazione all'immissione in commercio.

il 24 dicembre 2020, l'Ex procuratore Raffaele Guariniello dichiara che: «Chi rifiuta di vaccinarsi può essere licenziato» e il 29 dicembre 2020 gli fa eco il giurista, ex senatore, Pietro Ichino: «Il datore di lavoro può licenziare se un dipendente si rifiuta di farlo. Lo dice il codice civile»;

la direttiva (UE) 2020/739 inserisce il SARS-CoV-2 nell'elenco degli agenti biologici. Tale direttiva è stata recepita con il decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125 (l'articolo 4, comma 1); ne consegue che il datore di lavoro, in sede di valutazione dei rischi, dovrà quindi prendere in considerazione ogni informazione disponibile sull'agente biologico e predisporre le misure più idonee a contenere il rischio secondo la normativa vigente, l'esperienza e la tecnica. Un ruolo centrale assume a tal riguardo la sorveglianza sanitaria, necessaria per i lavoratori esposti all'agente biologico. Compete al medico competente indicare al datore di lavoro le misure specifiche, da adottare. Tra queste compare anche la messa a disposizione di vaccini efficaci (articolo 279 T.U.), relativamente ai quali i lavoratori hanno peraltro diritto ad essere informati sui vantaggi ed inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione;

Peter Doshi, editore associato del British Medical Journal in un editoriale del 4 gennaio 2021, ha calcolato l'efficacia del vaccino Pfizer tra il 19 e il 29 per cento, la quale diverge dal dato pubblicato dalla stessa casa produttrice;

il 19 gennaio 2021, il dipartimento delle politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha pubblicato una comunicazione agli enti di servizio civile con informazioni sulla vaccinazione anti Covid-19 nei progetti inseriti nel bando di selezione per operatori volontari;

in tale comunicazione si afferma che in relazione al bando del 21 dicembre 2020 per la selezione di 46.891 operatori volontari, il dipartimento dispone che, al fine di uniformare il comportamento che gli enti di servizio civile dovranno tenere in relazione alla questione delle vaccinazioni, gli operatori volontari in servizio civile ivi impegnati nelle case di riposo si sottopongano a vaccinazione anti Covid-19 per poter svolgere le attività previste in quello specifico progetto occorre necessariamente sottoporsi alla vaccinazione;

senza il consenso coloro i quali hanno vinto il bando non potranno svolgere la mansione, esponendosi a rischi non considerati nel consenso informato. Tale comportamento qualifica il dipartimento come datore di lavoro ai sensi del decreto legislativo numero 81 del 2008, ma la condizionalità all'Aic rende il vaccino non ancora certificato nella sua efficacia. La legge 22 dicembre 2017, n. 219 disciplina il Consenso informato in ambito terapeutico nel rispetto dei principi degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che tutelano il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata.

Mediante l'articolo 1, comma 3, della predetta legge, ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell'eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi.

Il farmaco a mRNA di Pfizer contro il Covid-19, Comirnaty, ha ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio da Ema, subordinata a condizioni, in quanto ai sensi dell'articolo 14-a(4) del regolamento 726/2004/CE e successive modifiche, il titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio dovrà completare, entro dicembre 2023, la relazione finale sullo studio clinico C4591001, a seguito della quale l'Ema può anche revocare l'autorizzazione. L'Aifa, con la determina 154/2020, lo ha collocato nella apposita sezione di cui all'articolo 12, comma 5, della legge 8 novembre 2012 n. 189, Classe C (nn), dedicata ai farmaci non ancora valutati ai fini della rimborsabilità. Il libretto illustrativo su Comirnaty pubblicato sul sito di Ema, illustra la controindicazione alla somministrazione se vi sono ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Nel rapporto di Ema del 21 dicembre 2020, si evidenzia che due nuovi eccipienti sono inclusi nel prodotto finito, il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159, per i quali vengono fornite informazioni limitate in quanto non utilizzati in precedenza in un prodotto finito approvato all'interno dell'UE. Nel modulo sul consenso informato, pubblicato dal Ministero della salute, non si fa riferimento al farmaco dal nome Comirnaty, ma bensì al più generico vaccino «Pfizer-BioNTech COVID-19». Nel modulo è presente il quesito relativo alle ipersensibilità ai componenti del farmaco, ma nessuno può dare tale dichiarazione in modo veritiero e corretto a tale quesito, poiché dato il poco tempo tra l'approvazione e l'utilizzo del farmaco, non sono stati messi a disposizione del Servizio sanitario nazionale e del privato convenzionato, strumenti diagnostici disponibili gratuitamente al pubblica, per la valutazione della ipersensibilità al principio attivo e ai componenti di Comirnaty. Il consenso pertanto risulta viziato da una dichiarazione che non potrà essere che mendace.

La somministrazione di Comirnaty non può venire effettuata se prima non si dà alle persone la possibilità di poter rispondere in modo veritiero e corretto al consenso informato previsto dalla legge. Inoltre, nel consenso informato non è presente l'elenco delle possibili alternative terapeutiche esistenti. Risulta che l'idrossiclorochina è un'efficace alternativa terapeutica.

In merito all'utilizzo dei vaccini pluridose e al fatto che tutte le autorità competenti in materia, Ministeri, Istituto superiore di sanità e Aifa, erano al corrente della maggiore pericolosità dei pluridose, data la pubblicità dei lavori e dei risultati della commissione. Il rischio relativo ai vaccini pluridose risiede nel fatto che i componenti più pesanti e pericolosi, disciolti in soluzione, tendono a depositarsi sul fondo della boccetta se non adeguatamente agitati, e raccolti nell'ultima dose iniettata. Il vaccino attualmente in somministrazione Pfizer è dichiarato essere un pluridose. Come avverte il Cdc americano nelle indicazioni su come preparare il vaccino prima dell'iniezione («how to prepare the vaccine», punto 4 e 10), nonché le indicazioni del foglietto illustrativo, il vaccino non può venire agitato.

Leggendo il modulo di consenso informato per la vaccinazione con il vaccino Pfizer, allegato alla circolare n. 0042164-24/12/2020-DGPRE-DGPRE-P, al punto 10 delle note informative si riporta che: «Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza». La Commissione uranio e vaccini della passata legislatura ha appurato la correlazione statisticamente significativa tra le malattie occorse ai militari, nel lungo periodo, e la profilassi vaccinale, confermata anche dall'articolo scientifico: «Incidenza di tumori maligni (1996-2012) in giovani militari italiani inviati in missione all'estero. Analisi preliminare dei dati della Commissione parlamentare di inchiesta su uranio impoverito e vaccini (CUC)». Ciò costituisce documentato motivo sanitario di carattere generale ma valido per ogni essere umano, rientrante nelle specifiche di cui all'articolo 206-bis.

La Corte costituzionale, con la sentenza 120 del 2018, ha riconosciuto il diritto costituzionale di associazione sindacale, oggi ancora non regolamentato dalla legge, anche per i militari.

E poi c'è l'alto rischio di Ade post vaccinazione, non evidenziato nel consenso informato proposto al cittadino. Il 22 dicembre 2020, sotto sua responsabilità, il direttore generale Magrini di Aifa, ha dichiarato che: «Non esistono controindicazioni neppure per le donne in gravidanza e in allattamento».

Il 28 dicembre 2020, il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nordamericano dichiara che: «sulla base di ciò che sappiamo in questo momento, le persone incinte corrono un rischio maggiore di malattie gravi da Covid-19 e morte, rispetto alle persone non gravide». Il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) al 31 gennaio 2021 riporta su un 9.794 eventi avversi: 2 casi di aborti, 1 caso di frequenza cardiaca del feto anomala e 1 caso di ipocinesia fetale.

Il 27 dicembre 2020 è iniziata nei Paesi dell'Unione europea la campagna vaccinale anti COVID che proseguirà per tutto 2021, con l'obiettivo di raggiungere l'immunità di gregge per il SARS-CoV-2.

Il 2 dicembre 2020, con comunicazione resa alla Camere, il ministro Speranza aveva presentato le linee guida del piano strategico per la vaccinazione, elaborato da Ministero della salute, commissario straordinario per l'emergenza, Istituto superiore di sanità, AGENAS e AIFA, da cui era emerso che l'Italia avrebbe ricevuto 202 milioni di dosi in base agli accordi preliminari d'acquisto (APA) sottoscritti dalla Commissione europea, previa autorizzazione all'immissione in commercio (AIC), dopo autorizzazione dell'EMA e dell'AIFA. A fronte dei dati comunicati sui quantitativi trimestrali forniti dalle aziende Astrazeneca, Pfizer Biontech, Johnson&Johnson, Sanofi GSK, CureVac e Moderna, inspiegabilmente nulla era emerso in relazione al valore economico dei singoli contratti.

Il 17 dicembre 2020, forse per errore, il Ministro del bilancio del Belgio, Eva De Bleeker, aveva pubblicato su "Twitter" e subito rimosso una tabella relativa al valore economico dei contratti firmati da Bruxelles con le case farmaceutiche, fin a quel momento rimasto segreto a causa di stringenti clausole di riservatezza. L'Unione europea ha infatti centralizzato la negoziazione e la stipula dei contratti, partecipando alla definizione dei prezzi per tutti i Paesi UE, con spese però a carico dei singoli Stati. Dalla tabella, dunque, emergeva che i vaccini più costosi fossero quelli di Pfizer Biontech (12 euro a dose) e Moderna (18 dollari a dose) e che il meno costoso fosse quello di Astrazeneca, che aveva annunciato un prezzo "no profit".

Secondo una stima non ufficiale, fatta sulla base della tabella resa pubblica forse accidentalmente, per l'Italia il costo complessivo per l'acquisto di 202,573 milioni di dosi sarebbe di 1.534.148.483,32 euro così ripartiti: Astrazeneca 40,38 milioni di dosi a 1,78 euro ciascuna per un totale di 71.876.400 euro, J&J 53,84 milioni di dosi a 8,50 dollari ciascuna per un totale di 373.093.298,2 euro, Pfizer Biontech 26,92 milioni di dosi a 12 euro l'una, per un totale di 323.040.000 euro, Sanofi GSK 40,38 milioni di dosi al prezzo di 7,56 euro ciascuna per un costo totale di 305.272.800 euro, Curevac 30,285 milioni di dosi al prezzo di 10 euro cadauna per un totale di 302.850.000 euro, Moderna 10,768 milioni di dosi a 18 dollari per un totale di 158.015.985,12.

È innegabile che esista una realtà spesso poco considerata di persone danneggiate dalla somministrazioni dei vaccini stessi, alle quali lo Stato ha riconosciuto una tutela con legge 25 febbraio 1992, numero 210, con cui ha introdotto un indennizzo per i danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti e con successiva legge 29 ottobre 2005, numero 229, che aveva previsto un indennizzo ulteriore, pari dalle 4 alle 6 volte la somma già percepita in relazione alla categoria assegnata. La legge di bilancio per il 2021 contiene uno stanziamento di circa 161 milioni per questa categoria di persone, a dimostrazione del fatto che la realtà dei danneggiati da vaccino non sia irrilevante e sia un tema sempre caldo, ma poco dibattuto. Tale misura interviene per sanare un contenzioso protrattosi per 9 anni, a seguito di una sentenza sfavorevole della Corte costituzionale, ignorata dai Governi e dal Ministero della salute, che aveva modificato la base di calcolo dell'indennizzo previsto dalla legge 229 del 2005, disponendo la rivalutazione dell'indennità integrativa speciale.

Lo stanziamento in manovra riguarda casi passati, provocati fra gli altri da vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di un'autorità sanitaria e non si ravvisano ulteriori previsioni economiche ad hoc a copertura di potenziali danni da vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 che, pur non essendo stata dichiarata ancora obbligatoria, ha l'ambizione di essere una profilassi di massa per il raggiungimento presunto dell'immunità di gregge.

Riferimenti:

https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005389_049269_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=78398&parte=1%20&serie=null

https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/covid-19-aifa-autorizza-vaccino-moderna

https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5452&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto&tab=1

https://drive.google.com/drive/folders/1Egvd8uHNNekYx8VkU6Y-ecE5C0Adb_mG

http://download.dpsw.it/?g=276&f=1430&c=C1A44324-C145-470D-8374-B1ABE56BB52D

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini

Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.

Gianni Lannes, VACCINI CAVIE CIVILI E MILITARI, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.

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