10.5.19

XYLELLA: IMPORTATA IN PUGLIA DA BELGIO E OLANDA



di Gianni Lannes

Speculazioni? Che fare per aggirare le normative a protezione degli ulivi? Qualcuno ha favorito l’epidemia? Ci sono untori istituzionali o soltanto biechi affaristi nazionali ed internazionali? Qualche esperto è per caso collegato ad una famigerata multinazionale agromafiosa (Monsanto acquisita dalla Bayer)? Per il momento l’accusa giudiziaria è di aver falsificato i documenti con cui nel 2010 vennero importati a Valenzano in provincia di Bari, dal Belgio e dall’Olanda, alcuni ceppi di Xylella fastidiosa, ovvero quelli usati nel laboratorio commerciale (workshop) svolto allo Iam, come avevo evidenziato 9 anni fa sulle pagine del giornale Italia terra Nostra. Ora vediamo se a qualche attore della vicenda torna d'incanto la memoria.





La Procura della Repubblica di Bari ha ereditato per competenza da quella di Lecce, un fascicolo scottante. L’ipotesi investigativa è che il batterio assassino sia stato importato dall’Istituto agronomico mediterraneo. C’è di più: la volontà di fare tabula rasa, già in tempi non sospetti, per favorire ogni genere di speculazione economica, ma non solo.




Il ricercatore Franco Valentini (uno degli indagati) ha riferito agli investigatori del CFS che gli esemplari importati appartenevano alla sub-specie “Multiplex”, e non alla “Pauca”, ritrovata in Salento. Perciò nell’aprile 2015, i militi del Corpo Forestale dello Stato si erano presentati con un ordine di esibizione allo Iam che 
In loco, allora una funzionaria ha consegnato una dichiarazione con cui - pur non rinunciando all’immunità diplomatica in quanto organo collegato all’ONU - lo Iam acconsente all’acquisizione, ma poi la stessa funzionaria chiede la restituzione del documento e lo distrugge, dichiarando di «essere stata aspramente richiamata dai superiori». In seguito gli investigatori del CFS ottengono la fotocopia di “un verbale di controllo” del materiale importato, a firma del suddetto Valentini, nonché dell’allora responsabile dell’Osservatorio fitosanitario regionale, tale Antonio Guario.

Per la Forestale i materiali effettivamente importati sono “del tutto differenti rispetto a quelli per i quali era stata richiesta l’autorizzazione”, ovvero quattro ceppi di Xylella provenienti dal Belgio: una “ulteriore e diversa introduzione di materiale infetto”, giunto invece dall’Olanda e trasportato da uno studioso che avrebbe poi partecipato al workshop. La nota di autorizzazione per questo secondo lotto, sempre secondo il CFS, sarebbe stata rilasciata in un secondo momento: lo attesterebbe un timbro dell’omologo ufficio olandese con data posteriore a quella del verbale di apertura dei campioni. Inoltre, il corriere (Dhl) indicato nel verbale, ha confermato che la spedizione non era mai avvenuta.

Secondo la Procura di lecce «I due verbali attestanti il controllo del materiale in arrivo allo IAM-B di Valenzano (BA), così come anche i verbali di verifica e distruzione del materiale contaminato, risultano tutti redatti su cartya semplice non riportante alcuna intestazione e/o protocollo di registrazione, prestandosi, pertanto, a facili sostituzioni nel tempo».

La Forestale ritiene «priva di plausibile giustificazione» l’importazione in Italia da parte dello Iam «a scopi di ricerca scientifica e di studio per la formazione di esperti» di tutte le specie di Xylella a eccezione proprio della "Pauca”.
Nella vicenda risultano implicati alcuni ricercatori dell’università di bari, del Consiglio nazionale delle ricerche, del “Basile Caramia” di Locorotondo, ed anche un dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura.



Non è tutto. Ecco forse la vera matrice dell’operazione criminale in atto: l’azzeramento dell’intero patrimonio olivicolo pugliese. Ulivi condannati a morte, già in tempi non sospetti, come attesta un articolo dalla Gazzetta del Mezzogiorno (edizione di Lecce) pubblicato nel 2013. Il sociologo Luigi Russo non ha dubbi e indica i riferimenti cruciali:

«Nel 2015 iniziarono a tagliare ferocemente e hanno continuato a farlo fino ad oggi. La Xylella non esisteva. Non c’centrava e non c’entra con i disseccamenti. Compare nel 2015 dopo 8-10 mesi per iniziativa del “profeta” dell’emergenza prof. Martelli. La Gazzetta del mezzogiorno (edizione di Lecce) ne parla nel 2013 perché Legambiente denuncia questi sbrancamenti feroci. Probabilmente, il gruppo dei prof. di Bari doveva ancora mettere a punto la strategia. Prima hanno iniziato a tagliare. Poi sono passati ad avvelenare i terreni. La stampa li ha coperti attaccando volontari. Infine oggi tagliare ancora. Questo articolo è finito agli atti delle Procure di Lecce e Bari».


Riferimenti:

http://wc3.iamb.it/news,186,186,25,phytosanitary-workshop-on-the-quarantine-pathogen-xylella-fastidiosa-iamb-18-22-ottobre.htm 

https://ec.europa.eu/food/plant/plant_health_biosecurity/legislation/emergency_measures/xylella-fastidiosa/susceptible_en 

https://bmj.com.br/equipe/rodrigo-almeida/ 

https://bmj.com.br/equipe/rodrigo-almeida-2/ 

http://www.mt.gov.br/visualiza-imagem?uuidImagem=3c1f9776-4f49-41c3-a8b0-a59d10472010 

https://www.iatp.org/news/state-threatens-to-destroy-monsanto-soy 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=xylella 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ulivi 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=monsanto 

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