18.4.18

TROPPO INGLESE: BOCCIATO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

L’Accademia della Crusca ha coraggiosamente segnalato una svolta nell’abuso dilagante dell’idioma di Albione, denunciando il “Sillabo per la scuola secondaria di secondo grado” proposto dal Miur e pubblicato il 14 marzo scorso. Si tratta di un documento programmatico emanato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università della ricerca scientifica allo scopo di promuovere nelle scuole statali di secondo grado l’educazione all’imprenditorialità.

Secondo gli esperti della Crusca tale documento è stato redatto in una lingua che nulla a che fare con la missione della scuola italiana, e compromette seriamente il ruolo dello stesso ministero dell’Istruzione. L’Accademia della Crusca denuncia “la meccanica applicazione di un sovrabbondante insieme concettuale anglicizzante non di rado palesemente inutile a fronte dell’italiano volutamente limitato nelle sue prerogative basilari di lingua intesa come strumento di comunicazione e di conoscenza”.
 
Un giudizio che equivale a una bocciatura impietosa non solo della scuola ma dei funzionari preposti al suo funzionamento e dei dirigenti ministeriali che dovrebbero tutelare la formazione dei giovani italiani.

Per imparare a essere imprenditori e sviluppare particolari capacità, secondo gli estensori del documento del Miur, in effetti, non serve saper lavorare in gruppo, bisognerà conoscere le leggi del team building; per innovare e creare nuove imprese non serve progettare ma conoscere il design thinking, essere in grado di formulare un business model canvas, e soprattutto adottare un approccio in grado di puntare sulla open innovation, senza dimenticare di illustrare le proprie idee con adeguati pitch deck e pitch design.

Il Sillabo ministeriale promuove solo l’abbandono della lingua italiana, delle sue risorse, dei suoi strumenti nei programmi scolastici. Segnalano gli esperti della Crusca: “la follia del Sillabo emanato dal Miur equivale a una contraffazione paradigmatica della cultura e del patrimonio linguistico italiani”.