17.6.16

L’ITALIA VENDE ARMI A NAZIONI IN GUERRA CHE UCCIDONO I BAMBINI!





di Gianni Lannes


Ma quale etica se il metro di misura imperante è il denaro associato al dominio? Ipocrisia e cinismo affaristico tricolore sulla pelle degli esseri umani più indifesi al mondo, mentre va in onda l'ennesimo spettacolo calcistico sulla distratta scena europea. L’ultimo rapporto dell’Onu è intitolato Children and armed conflict 2015 (“I bambini e i conflitti armati 2015”), e contiene nella versione originale inglese (non censurata dal segretario generale delle Nazioni Unite, in seguito alle rimostranze dell’Arabia Saudita) una “lista nera” (capitolo VI, annesso 228) dei Paesi che ammazzano bimbi e adolescenti. Sulla lista figura a buon diritto anche l’Arabia Saudita: il maggior importatore di armi dall’Italia.

Secondo l’ONU In Yemen la guerra ha già ucciso 785 bambini (e ne ha feriti altri 1.200) , inoltre il 60 per cento di tali morti sono da attribuire alle incursioni aeree della coalizione guidata dall’Arabia Saudita (più Kuwait, Egitto, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Marocco, Senegal, Sudan) e appoggiata con intelligence e chissà che altro da Stati Uniti, Turchia, Francia, Regno Unito e Canada. Un altro 20 per cento dei bambini è ammazzato, sempre secondo gli osservatori Onu, dai ribelli Houthi, il resto dei morti non si sa bene a chi attribuirlo. Alla coalizione a guida saudita e intelligence occidentale, come agli Houthi, le stesse fonti imputano anche il bombardamento consapevole di scuole e ospedali.


Nel frattempo l’Italia, come se niente fosse, fingendosi di meravigliarsi dell’ondata di profughi che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni alimentate dal nostro sistema economico, aumenta la vendita di armi e armamenti all’estero, carichi intelligenti che decollano spesso, per non dare nell'occhio, dalla remota Sardegna. Vero Matteo Renzi?

La relazione annuale del Governo sull’export militare italiano 2015, infatti, attesta un aumento del 200 per cento delle autorizzazioni all’esportazione di armamenti, il cui valore complessivo è salito a 8,2 miliardi dai 2,9 del 2014. Boom verso Paesi in guerra, in violazione, attraverso vari espedienti, della legge 185/1990. I dati ufficiali sono contenuti nella “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” riferita all'anno 2015 inviata alle Camere lo scorso 18 aprile 2016, per conto del governo Renzi, dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.

Come avevo già scritto e attestato l’anno scorso: esportazioni sempre più illegali, compresa la vendita a nazioni belligeranti di armi a microonde e trasparenza governativa inesistente. Date un’occhiata alla relazione del governo Renzi consegnata il 30 marzo scorso a Camera e Senato. Nel 2014 il Ministero degli Esteri ha autorizzato esportazioni militari verso l’Arabia Saudita per un valore di 300 milioni di euro, consistenti in artiglieria, bombe, missili, razzi e velivoli, inclusi parti di ricambio dei caccia Eurofighter. Analogo il valore, 304 milioni, dell’export autorizzato verso gli Emirati Arabi Uniti: blindati, armi a microonde, bombe, missili, armi pesanti, leggere e munizioni e velivoli. Seguono, tra gli altri clienti mediorientali, l’Egitto (32 milioni), il Bahrein (25 milioni), la Giordania (11 milioni), il Qatar (1,6 milioni) e il Kuwait (0,4 milioni): tutti impegnati nella sanguinosa guerra in Yemen – oltre che nella crociata bellica anti Isis in Iraq e Siria.

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