di Gianni Lannes
Mai dimenticare. Se non giustizia almeno verità. Agli
sgoccioli della seconda guerra mondiale, più di 15 mila civili italiani furono
massacrati dai soldati tedeschi e dai loro complici italiani, fascisti poi riciclati ed impuniti nell'apparato dello Stato repubblicano e della pubblica amministrazione, anche per volontà dello stalinista Palmiro Togliatti (gia traditore di Antonio Gramsci). Per la cronaca
documentata: il sistema delle foibe in Istria fu inventato dai criminali
fascisti nostrani, e poi adottato dai criminali comunisti jugoslavi.
Le stime
avanzate da Gerhard Schreiber contano 6.800 militari italiani assassinati nel
settembre-ottobre 1943 tra Balcani, Grecia ed Egeo; 22.720 partigiani “uccisi
spesso nel disprezzo delle disposizioni internazionali” e 9.180 civili
sterminati. Inoltre, ben 710 mila militari italiani furono internati nei lager in Germania.
Rionero |
A Monte Sole, sull'Appennino bolognese, fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 ci furono una retata e l'assassinio sistematico di 770 tra bambini, donne e uomini. Uno dei responsabili tedeschi dell’eccidio recentemente ha ricevuto in Germania una medaglia al valor civile.
Il 13 gennaio del 1960, con un atto «illegittimo e
illegale», il procuratore generale militare Enrico Santacroce mise su molti di
quei fascicoli il timbro: «Archiviazione provvisoria». Nel 1999 il Consiglio
della magistratura militare, e nel 2001 la II Commissione Giustizia della
Camera dei deputati, spiegarono l' occultamento dei documenti con presumibili -
pressioni politiche per impedire qualsiasi azione giudiziaria contro i
responsabili tedeschi. Motivo? «Opportunità politica, in un certo senso una
superiore ragione di Stato». Nel 2003, per iniziativa del deputato Carlo Carli, venne istituita una Commissione d' inchiesta furono interrogati anche Giulio
Andreotti e Oscar Luigi Scalfaro che nel 2006 anni dopo formulò tre ipotesi. 1)
In un periodo di guerra fredda, si volevano mantenere buoni rapporti con la
Germania Ovest. 2) Anche dei militari italiani erano
accusati di violenze in Albania, Etiopia, Jugoslavia, Grecia, e portando a
fondo l' accusa contro i tedeschi, si sarebbe riaperta anche quella contro gli
italiani. 3) Fascisti e nazisti riciclati all' interno dei servizi segreti dei
due Paesi sarebbero riusciti a insabbiare i documenti e quindi i processi.
C’è di più e ben peggio. Negli atti parlamentari si legge: «La figura
del Procuratore Generale
Militare Santacroce non
può essere delineata,
ai fini che
qui interessano, in
maniera disgiunta dalla
disamina del provvedimento di “archiviazione provvisoria”
di data 14
gennaio 1960, che
porta la sua
firma, adottato in
relazione a tutti
i fascicoli processuali
relativi a crimini
di guerra, rinvenuti
nella primavera del 1994 presso
l’archivio di Palazzo Cesi e che sostanzialmente decretò la definitiva sepoltura delle indagini».
Nella tardiva Relazione approvata dal Consiglio
della Magistratura Militare (CMM) del 23 marzo 1999, ma solo dopo la scoperta
nel 1994 ad opera del giornalista Franco Giustolisi del cosiddetto “armadio
della vergogna” a Roma, nella cancelleria della Corte Militare di Appello
presso la procura generale militare, nel Palazzo Cesi-Gaddi, in un armadio che
aveva le ante rivolte verso il muro. Ed era chiuso con una catena, è peraltro
scritto:
«una gran quantità di procedimenti penali relativi
a gravi reali commessi in Italia dalle truppe germaniche nel corso del secondo
conflitto mondiale sarebbero stati trattenuti presso vari uffici giudiziari
militari nella posizione di archiviazione provvisoria, o comunque non avrebbero
seguito il regolare corso per l'identificazione dei responsabili. In alcuni
casi... si sarebbe proceduto all'archiviazione nonostante l'identità ed anche
la residenza degli autori di siffatti crimini risultasse già dagli atti".
Concludeva con la richiesta di approfonditi accertamenti "allo scopo di
verificare l'eventuale coinvolgimento nella vicenda di magistrati militari
ancora in servizio". Con nota in data 15 aprile 1996 il magistrato
militare dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore presso il Tribunale Militare
di Padova, denunciava a questo Consiglio che a partire dal novembre 1994 erano
cominciati a giungere alla Procura, provenienti dalla Procura Generale presso
la Corte Militare d'Appello. dei fascicoli processuali, che nell'aprile 1996
avevano raggiunto il numero di sessanta circa, concernenti episodi verificatisi
nel corso della seconda guerra mondiale in ltalia, tra i quali "numerosi
quelli in cui vi sono indicazioni nominative precise circa i soggetti ritenuti
responsabili degli episodi criminosi". Analogo flusso di incarti
processuali si era verificato in direzione di altre Procure Militari. Il dott.
Dini segnalava inoltre che nei fascicoli figurava il provvedimento di
archiviazione provvisoria del Procuratore Generale Militare presso il Tribunale
Supremo Militare. Gli incartamenti in molti casi comprendevano verbali di
informazioni raccolte da Commissioni anglo-americane di inchiesta sui crimini
di guerra; atti che non erano nemmeno stati tradotti. Il magistrato manifestava,
infine, disagio e perplessità in ordine al significato e produttività di
iniziative giudiziarie concernenti episodi così remoti nel tempo, e chiedeva
un'indagine conoscitiva volta a stabilire l'entità del fenomeno, e le ragioni e
le responsabilità dell'impropria giacenza in archivio per circa mezzo secolo,
nonché le modalità della riesumazione e della recente trasmissione dei
fascicoli alle Procure Militari. A seguito di queste denunce, il Consiglio con
delibera in data 7 maggio 1996 istituiva apposita Commissione, ex art. 30 del
Regolamento interno, con il compito di stabilire le dimensioni, le cause e le
modalità del fenomeno».
Il magistrato della Corte d'appello militare di Roma, Luca Baiada
ha ribadito: «Quindicimila morti: italiani massacrati dai tedeschi e dai loro
complici fascisti, dal 1943 al 1945. E da questa cifra sono esclusi i
partigiani caduti in combattimento e i militari. Una scia di sangue che
percorse l’Italia, in concomitanza col lento ritiro tedesco, seguendone i
ritmi, ora lenti, ora convulsi. Un pulviscolo di omicidi singoli, uno sciame di
piccoli eccidi, e poi i grandi massacri come Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema,
Fucecchio. Vittime di ogni età, dai lattanti ai vecchi nati prima dell’Unità
d’Italia».
Da sempre gran parte degli Stati definiti “civili”
occultano documenti su vicende indicibili. Basti ricordare che il Regno dei
ladroni e vili traditori Savoia appena germogliato, nel 1861, con l’inganno, la
truffa, la corruzione e soprattutto la prevaricazione, distrusse buona parte
dei documenti sulla «lotta al brigantaggio»: una vera guerra civile che
comportò violenze inaudite. Soltanto più di un secolo dopo, nel 1963, uno
studioso Franco Molfese - rintracciò parte dei documenti superstiti, dando
avvio a una faticosa ricostruzione dei fatti non ancora conclusa e che non sarà
mai completa.
Nell’armadio della vergogna c’erano anche i
documenti sugli italiani deportati in Bassa Sassonia, sull' eccidio di duemila
italiani vicino a Borek. E le carte segrete del Sismi, compreso l' appunto
sulla fuga di Kappler e il ruolo che vi ebbe l' organizzazione Odessa. C' è una
lista di giudici nazisti che fecero carriera anche dopo la guerra. E documenti
che ci riguardano come carnefici: per esempio quelli sul generale Mario Roatta
nei territori occupati. Si tratta di documentazione di prima mano, ovvero delle
istruttorie realizzate decenni prima dalla Procura generale del Tribunale
supremo militare, che ne aveva ricevuto incarico dal Consiglio dei Ministri.
Basti dire che c' è anche un promemoria del comando dei servizi segreti
britannici, intitolato Atrocities in Italy, con il timbro secret.
Tredicimila pagine e oltre novecento fascicoli,
che raccontano la storia di quindicimila persone, coinvolte nei crimini di
guerra commessi in Italia durante l'Occupazione nazifascista, tenuti segreti
per evitare problemi con la Germania. L’ "Armadio della Vergogna" è consultabile
online sull'archivio della Camera.
Soltanto sparuti nostalgici temono
di svelare gli orrori della seconda guerra mondiale. Mentre tutti dobbiamo
avere paura ancora di come politica e magistratura possano nascondere verità
scomode. Anche quelle recenti e recentissime.
Il giudice militare Enrico Santacroce (un
generale) era il genitore dell’attuale presidente di Cassazione Giorgio
Santacroce, applicato dal 1980 e poi estromesso a seguito di alcune denunce,
dalla sterile inchiesta sulla strage di Ustica, ma questa è un’altra torbida
storia insabbiata dalle istituzioni tricolori.
Post scriptum
19 pugliesi tra le 335 vittime delle fosse ardeatine
Don
Pietro Pappagallo di Terlizzi, sacerdote che a Roma dava ospitalità ad ebrei,
sbandati e resistenti.
Gioacchino Gesmundo, sempre di Terlizzi, insegnante di filosofia nel
liceo romano Visconti. Tra i suoi allievi Pietro Ingrao.
Gli
avvocati Teodato Albanese di Cerignola e Ugo Baglivo di Alessano.
Il
cantante lirico foggiano Nicola Ugo Stame, al quale è dedicata una targa
all'esterno del Teatro dell'Opera di Roma.
Umberto
Bucci di Lucera, impiegato, con il figlio Bruno caporalmaggiore dell'Esercito.
L'ufficiale della Marina Militare Antonio Pisino di Maglie.
Il
maggiore del Regio Esercito Antonio Ayroldi di Ostuni.
Il
giovane militare Ferruccio Caputo di Melissano.
I
fratelli Federico e Mario Càrola di Lecce, ufficiali d'aviazione e di fanteria.
Giuseppe
Lotti e Vincenzo Saccottelli, artigiani di Andria.
Gaetano
La Vecchia, ebanista di Barletta.
Manfredi
Azzarita, capitano di cavalleria, medaglia d'oro al valor militare alla
memoria, figlio di molfettesi.
Di
famiglia pugliese era il maggiore dei Carabinieri Ugo De Carolis, ed Emanuele Caracciolo,
nato a Tripoli da genitori gallipolini trasferiti per lavoro nella colonia
libica.
Di
famiglia originaria di Trani era inoltre il soldato Cosimo Di Micco.
riferimenti:
http://www.questionegiustizia.it/articolo/l-armadio-invisibile_ancora-silenzi-sulle-stragi-nazifasciste-in-italia_27-01-2016.php
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/06/venduti-dai-savoia-710-mila-militari.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/morti-nei-lager-nazisti-e-nascosti-da.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/il-dominio-germanico.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/06/venduti-dai-savoia-710-mila-militari.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/morti-nei-lager-nazisti-e-nascosti-da.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/02/il-dominio-germanico.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/06/criminali-di-guerra-impuniti.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/09/usa-inghilterra-svizzera-e-germania.html
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