30.6.16

ITALIA: IMBROGLIO RADIOATTIVO!




di Gianni Lannes

Tempo scaduto nonostante le numerose e ingiustificabili proroghe, eppure sulla vicenda incombe il solito e assurdo segreto di Stato. Ma quale trasparenza. In palese violazione della Convenzione di Aarhus, ratificata dalla legge italiana 108 dell’anno 2001, l’esecutivo eterodiretto di mister Renzi - che vanta come consulente un terrorista del calibro di Michael Ledeen, già coinvolto nella strage di Bologna e cacciato dall’Italia - da più di un anno non rende di dominio pubblico la cosiddetta “Cnapi”, la carta delle aree potenzialmente idonee alla realizzazione del deposito “unico” di scorie nucleari.

Scrive l’Ispra nel luglio 2015: «L’ISPRA ha consegnato in data odierna al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministero dello Sviluppo Economico l'aggiornamento della relazione prevista dal D.Lgs n. 31/2010 sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi predisposta dalla SO.G.I.N. S.p.A. Tale aggiornamento era stato richiesto dai Ministeri affinché l’Istituto svolgesse verifiche, ai fini della validazione dei risultati cartografici ed in merito alla coerenza degli stessi con i criteri stabiliti dalla  Guida Tecnica n. 29 dell’ISPRA e dalla IAEA, sulla  revisione operata dalla SO.G.I.N. nel recepire i rilievi formulati dall'Istituto stesso sulla proposta di CNAPI già presentata lo scorso mese di gennaio. A seguito delle verifiche effettuate sull'aggiornamento della proposta di CNAPI e della relativa documentazione a supporto presentato dalla SO.G.I.N., l'ISPRA non ha formulato ulteriori rilievi. La relazione dell'ISPRA, considerata la classificazione di riservatezza attribuita dalla SO.G.I.N. alla proposta di CNAPI, è stata analogamente classificata e sarà tale, conformemente alle vigenti disposizioni, sino alla pubblicazione della CNAPI da parte della SO.G.I.N. a seguito del nulla osta che sarà rilasciato dai Ministeri».
 
Precisa la Sogin: «Il  Deposito  sarà  una  struttura  di  superficie,  progettata  sulla  base  delle  migliori  esperienze internazionali, che consentirà lo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti di bassa e media attività e la custodia temporanea di lunga durata dei rifiuti di alta attività».

Ma se la guida tecnica numero 29 dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale fa espressamente riferimento a rifiuti a massa e media attività, cosa c'entrano quelli più pericolosi di terza categoria?

Attualmente è stimato circa 4.300 milioni di euro il costo per ripulire l’Italia dalle scorie nucleari con il denaro degli ignari contribuenti spremuti da tempo immemorabile, e mettere in sicurezza ben 24 impianti nucleari, sparsi nel belpaese. Ma dal 1999 ad oggi non si è fatto quasi nulla di significativo, tra sprechi, speculazioni, incidenti, contaminazioni e interventi di facciata. Addirittura la Sogin, ovvero il soggetto che si è mostrato meno affidabile ed efficiente, guidato da meri interessi finanziari, e non ecologici, dovrebbe gestire questa macchinosa operazione. Ecco cosa stabilisce l’articolo 27 del Decreto legislativo 10 febbraio 2010, numero 31:

«(Autorizzazione unica per la  costruzione  e  l'esercizio  del  Parco Tecnologico) (1.  La Sogin S.p.A., tenendo conto dei criteri indicati dall'AIEA e dall'Agenzia,  definisce  una  proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente  idonee  alla  localizzazione  del  Parco Tecnologico,  proponendone  contestualmente  un  ordine  di idoneita' sulla base di caratteristiche  tecniche  e  socio-ambientali  delle  suddette aree, nonche'  un  progetto  preliminare  per  la  realizzazione  del Parco stesso.)…
Ove non si riesca a costituire il  predetto  Comitato  interistituzionale,  ovvero  non  si pervenga  ancora   alla   definizione   dell'intesa  entro  i  sessanta  giorni  successivi,  si  provvede all'intesa con decreto del Presidente della  Repubblica,   previa   deliberazione   del  Consiglio  dei  Ministri,  integrato   con   la  partecipazione  del  presidente  della  Regione  interessata».

Dunque se la popolazione italiana non accetta quello che il potere economico impone, sarà di fatto una decisione del capo dello Stato, contro la volontà del popolo sovrano.

Le ecomafie statali e internazionali ringraziano l’ineletto Matteo Renzi, giunto ormai al capolinea, e prossimo al licenziamento in tronco da palazzo Chigi.

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