dal mensile LA NUOVA ECOLOGIA - LUGLIO 2000 |
di Gianni Lannes
"L'Abruzzo - come ha scritto in un saggio memorabile Victor Matteucci - non è un'isola felice". Dagli anni '60 grazie alla misura giudiziaria di soggiorno obbligato, i mafiosi di Cosa Nostra hanno messo radici e stabilito interconnessioni con la politica locale. Tempo fa c'era addirittura un volo diretto da Pescara a Palermo. Ma questa è un'altra storiaccia nebulosa.
Questo fenomeno - o meglio, il cosiddetto substrato criminale - non è mai stato esplorato in loco dalle indagini giudiziarie, né tantomeno scalfito. Soltanto il giudice Di Lello (un magistrato della squadra di Giovanni Falcone), da parlamentare qualche anno fa sollevò il problema. In seguito l'espansione di 'ndrangheta, camorra nonché mafie balcaniche e cinesi ha fatto il resto, ovviamente in peggio. Questa regione non solo è stata trasformata in un grande discarica, ma è soprattutto diventata a partire dagli anni '70, la lavanderia italiana delle organizzazioni criminali.
Due soli esempi, tra i tanti fin troppo documentati: la Marsica e la provincia di Chieti sono state imbottite dai casalesi di rifiuti d'ogni genere. Addirittura nella Piana del Fucino, i soliti affaristi senza scrupoli - favoriti dalla casta dei parassiti politici - stanno per impiantare per mero profitto, una valanga di micidiali inceneritori di rifiuti. Allora sveglia, caro popolo abruzzese: salute e dignità.
Su la testa!
dal quotidiano LA STAMPA - 9 OTTOBRE 2008 |
dal settimanale L'ESPRESSO - 30 novembre 2006 |
dal quotidiano LA STAMPA - 9 APRILE 2009 |
dal quindicinale LA PIAZZA NUOVA DI PORTONA - 25 ottobre 2008 |
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