di Gianni Lannes
In Italia il segreto di Stato è usato come paravento
agli scandali e agli indicibili intrighi dei governi e dei servizi di sicurezza.
Infatti, il segreto istituzionale attesta l’arroganza impunita di chi ha
limitato e calpestato i principi della democrazia parlamentare, nonché dello Stato di
diritto.
A proposito del pentito Carmine Schiavone. Già nel
1995 il camorrista aveva vuotato il sacco ai magistrati e nel ’97 aveva
riferito alla Commissione parlamentare presieduta da Massimo Scalia. Di più:
aveva portato gli onorevoli sui siti di tombamento occulto. Ma i resoconti dei
sopralluoghi sui cimiteri fuorilegge di rifiuti - la commissione rifiuti ne fece
parecchi - non sono mai stati inseriti nei verbali parlamentari, che si
limitano a riportare il contenuto delle riunioni a Roma.
Mister Napolitano, mister Berlusconi, mister Prodi, mister De Gennaro, come mai lo Stato pur perfettamente a conoscenza del gravissimo inquinamento non ha salvato la popolazione campana da questo ecocidio pianificato a tavolino? Le organizzazioni criminali propriamente dette - camorra, cosa nostra, 'ndrangheta, e così via - sono l'ultimo anello della catena di dominio del territorio locale. Senza la ricorrente distrazione dello Stato, a livello terminale non avrebbero mai potuto fare questa strage umana ed ambientale, come altre ancora sconosciute alla collettività. Insomma un'ecatombe che ha i responsabili principali nelle multinazionali e negli Stati europei (in particolare Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Italia) che si sono sbarazzati delle scorie micidiali chimiche e nucleari, assassinando il Sud Italia. Al vertice di tutto c'è il potere economico mentre al al gradino inferiore staziona la politica che usa i servizi segreti per i contatti diretti con la manovalanza mafiosa. Le cosiddette elucubrazioni cartacee e verbali di Saviano fanno ridere i polli.
D'accordo, queste parti furono segretate perché coperte - allora - da segreto investigativo: riguardavano reati su cui stava indagando la magistratura. Il segreto investigativo, tuttavia, cade quando il pubblico ministero ritiene che non ci sia più ragione di nascondere all’indagato il fatto che si sta indagando su di lui. In ogni caso questa esigenza viene meno con la conclusione delle indagini preliminari. Ha senso mantenere ancora oggi quel segreto? Altro particolare: durante la seduta del 12 febbraio 1998 si legge che fino a quel momento la commissione ha ascoltato due collaboratori di giustizia. Da quanto è pubblicamente accessibile, risulta l’audizione di un solo pentito, Carmine Schiavone. E l’altro?
Mister Napolitano, mister Berlusconi, mister Prodi, mister De Gennaro, come mai lo Stato pur perfettamente a conoscenza del gravissimo inquinamento non ha salvato la popolazione campana da questo ecocidio pianificato a tavolino? Le organizzazioni criminali propriamente dette - camorra, cosa nostra, 'ndrangheta, e così via - sono l'ultimo anello della catena di dominio del territorio locale. Senza la ricorrente distrazione dello Stato, a livello terminale non avrebbero mai potuto fare questa strage umana ed ambientale, come altre ancora sconosciute alla collettività. Insomma un'ecatombe che ha i responsabili principali nelle multinazionali e negli Stati europei (in particolare Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Italia) che si sono sbarazzati delle scorie micidiali chimiche e nucleari, assassinando il Sud Italia. Al vertice di tutto c'è il potere economico mentre al al gradino inferiore staziona la politica che usa i servizi segreti per i contatti diretti con la manovalanza mafiosa. Le cosiddette elucubrazioni cartacee e verbali di Saviano fanno ridere i polli.
D'accordo, queste parti furono segretate perché coperte - allora - da segreto investigativo: riguardavano reati su cui stava indagando la magistratura. Il segreto investigativo, tuttavia, cade quando il pubblico ministero ritiene che non ci sia più ragione di nascondere all’indagato il fatto che si sta indagando su di lui. In ogni caso questa esigenza viene meno con la conclusione delle indagini preliminari. Ha senso mantenere ancora oggi quel segreto? Altro particolare: durante la seduta del 12 febbraio 1998 si legge che fino a quel momento la commissione ha ascoltato due collaboratori di giustizia. Da quanto è pubblicamente accessibile, risulta l’audizione di un solo pentito, Carmine Schiavone. E l’altro?
Perché lo Stato italiano, o meglio i Governi
tricolore e il Parlamento hanno consentito che per un trentennio la spazzatura
industriale proveniente dall’estero e dal nord Italia venisse sotterrata a
contattato con falde acquifere e centri abitati? Già nel 1996 la commissione “ecomafie”
ricevette la documentazione relativa all’aumento esponenziale delle patologie
tumorali nella zona di Acerra (i casi di cancro sono aumentati
dell’81 per cento in quattro anni). Si sapeva già allora. E gli onorevoli di
Stato non hanno fatto nulla per salvare vite umane. Anzi.
Ad agosto del 2013 i senatori Sergio Puglia e Vilma Moronese
del Movimento 5 Stelle hanno chiesto la desecretazione delle dichiarazioni di
Schiavone. Soltanto nel 2013 la gente comune può conoscere cosa sapeva già la
politica a quei tempi, circa la Terra dei Fuochi. Perché non si è fatto nulla?
Soltanto sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin ci sono attualmente 8 mila documenti sottoposti a segreto di Stato. Ne
sono stati selezionati 1.500, eventualmente da desecretare per dare un contentino
all’opinione pubblica più sensibile. Ma il resto? Che ne sarà? Addirittura
esiste un corposo elenco di verbali tuttora coperti da segreto. Si tratta di
atti che contengono informazioni acquisite dalle varie commissioni parlamentari
su fatti delicatissimi su cui non è mai stata fatta luce. Ad esempio
l’uccisione di Ilaria Alpi, la gestione delle scorie nucleari italiane, la fabbricazione
di combustibile nucleare, la strage di Ustica, il traffico di rifiuti industriali dell’Europa
verso l’Africa.
LOGGE
& GREMBIULINI
Licio Gelli e la massoneria sono ancora in ombra,
eppure sono ben presenti già nel 1995 nella documentazione di cui lo Stato ha
vietato la divulgazione pubblica. La ragione è semplice: sono personalmente coinvolte
personalità dello Stato. Anche il collaboratore di giustizia Schiavone ne parla
ampiamente con precisi riferimenti. Vecchi segreti? No, segreti ancora vivi e vegeti capaci di uccidere a casaccio chi osa
risvegliarli.
Nella prima relazione trimestrale approvata dalla
commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti (anno 1995) si legge
fra l’altro (pagine 98 e seguenti), la sintesi dell’audizione di Agostino
Cordova, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.
Sono citate queste parole di Cordova: «Carmine
Schiavone confermò che la camorra aveva riempito di rifiuti tossici gli scavi
per costruire pubbliche strade e le cave da cui furono estratti i materiali
necessari per realizzarle. Schiavone aggiunse anche che Gelli fungeva da
referente per le questioni relative ai rifiuti di ogni tipo che poi erano
smaltiti in Campania. Occorreva fare i conti con Gelli per la raccolta di tali
rifiuti».
La relazione prosegue valutando positivamente la
“sinergia” determinatasi con le iniziative della magistratura che avevano
portato, nel mese di ottobre (1995) “alle prime individuazioni dei siti” in cui
erano stati nascosti rifiuti tossico nocivi; prosegue riferendo che dalle
rivelazioni di Carmine Schiavone emerge uno “scenario allarmante” nel quale gli
interessi della criminalità organizzata si sarebbero saldati con “altri
soggetti” fra cui appunto Gelli, l’ex capo della loggia massonica P2. Ancora:
lo stesso Cordova ha “rappresentato” alla commissione parlamentare sui rifiuti la
presenza, secondo quanto accertato dai magistrati inquirenti, di altri soggetti
affiliati a logge massoniche, in particolare tale Cannavale, imprenditore di La
Spezia appartenente alla massoneria, e di tal Gaetano Cerci, rappresentante del
clan Bidognetti, che il 4 febbraio 1991 si recò da Gelli a Villa Wanda. Le
affermazioni di Cordova, prosegue la relazione della Commissione parlamentare
rifiuti, fanno “in buona parte” riferimento ad un processo penale sul traffico
di rifiuti celebratosi a Napoli “al di là delle risultanze della sentenza di
primo grado” impugnata dalla Procura: quindi sostanzialmente, mi permetto di
chiosare, l’impianto accusatorio non portò a condanne, o a condanne degne di
nota.
Nella deposizione recentemente desecretata resa alla
commissione rifiuti nel 1997, su questi temi Carmine Schiavone è
inverosimilmente colto da strane amnesie: “non ricordo”, ma di nuovo il nome di
Licio Gelli legato a quello di Cerci («Io so che Cerci si trovava molto bene
con un signore che si chiama Licio Gelli»); Cerci, nel racconto di Schiavone,
era un subordinato dell’avvocato Chianese il quale a sua volta era un
coordinatore «un po’ massonico un po’ politico» di vicende relative al traffico
illegale di rifiuti. Alla domanda “Cosa significa?” la risposta di Schiavone è
stata eloquente: «Parecchi avevano il grembiulino. Vecchi grembiuli…». I nessi
sono tanti.
In un articolo pubblicato dal quotidiano Il mattino
il 19 agosto 2012, intitolato “Traffico
di rifiuti dal Nord: 191 inchieste, nessuno paga”, si legge:
«Riferì il presidente Massimo Scalia: «Nel corso
delle audizioni con Agostino Cordova abbiamo appreso che per interessarsi di
rifiuti in Campania bisognava passare per Gelli» ma anche per altri
appartenenti a logge massoniche. A chi si riferiva Cordova? All’imprenditore
ligure Ferdinando Cannavale, che aveva partecipato al tavolo con Perrella e
Vassallo? A Gaetano Cerci, che nel 1991 e nel 1992 era stato ospite di Licio
Gelli assieme al camorrista Guido Mercurio, che a Villa Literno (che ospita
buona parte delle ecoballe della penultima emergenza su piazzole costruite su
terreni riferibili al clan Iovine) gestiva un impianto di rottamazione? Ad
altri soggetti i cui nomi sono rimasti sconosciuti? La logistica - Le indagini più recenti hanno
rivelato e dimostrato l’esistenza di un accordo stabile tra il gruppo Zagaria,
monopolista del movimento terra e del trasporto dei rifiuti, e il clan Belforte
di Marcianise. All’epoca dell’inchiesta su Pasquale Centore - era il 1999 -
funzionario di banca ed ex sindaco di San Nicola la Strada arrestato per
traffico internazionale di droga, assassino reo confesso del padre del
giocatore Marco Borriello, di questo accordo non si sapeva molto e forse fu per
questo che sfuggì l’altro collegamento con Licio Gelli. Nel processo milanese
sulla connection era stato coinvolto anche un tale Andrea Cusano, braccio destro
di Centore, titolare della Euro Truck. Il 19 gennaio 1991 era stato controllato
assieme alla moglie nei pressi di Villa Wanda, ad Arezzo. Nello stesso posto
era stato trovato anche l’anno successivo, il 29 settembre del 1992. Nel 1997,
invece, ai cancelli della residenza aretina del Venerabile era stato
identificato Antonio Belforte, cugino di del capozona di Marcianise. Si
ipotizzò che i contatti con Gelli fossero riferibili al traffico di cocaina,
nessuno (?) pensò alle ecomafie. Cusano era un autotrasportatore. E il gruppo
Belforte stava facendo ingresso nel business dei rifiuti attraverso la Sem,
sequestrata tre anni fa. Perché nessuno ha seguito quella traccia?».
Come è noto - basta leggere ed esaminare gli atti
parlamentari della Commissione Anselmi - alla P2 di Licio Gelli risultarono
iscritti uomini degli apparati statali, politici, imprenditori rampanti (come
Silvio Berlusconi, tessera 1816, addirittura condannato con sentenza passato in
giudicato per falsa testimonianza dalla Corte d’Appello di Venezia, ma poi più
volte primo ministro), i vertici delle forze armate, nonché molti funzionari dei servizi segreti. Questi ultimi
clamorosamente compaiono, insieme alla presidenza della Repubblica, in un audio
sull’emergenza rifiuti 2008 in Campania carpito all’allora assessore regionale Walter
Ganapini (ex presidente di Greenpeace Italia).
NAPOLITANO
& PRODI
Quante entità hanno avuto un ruolo nella gestione
dell'emergenza rifiuti in Campania? A parlare di “mistero della Repubblica” è
stato 6 anni fa l'assessore regionale all'Ambiente della Campania, Walter
Ganapini. Un assessore con pochi poteri, perché tutta la partita era nelle mani
del supercommissario Gianni De Gennaro. Il colloquio risale al luglio 2008:
Ganapini incontra comitati e associazioni ambientaliste campane, qualcuno
registra di nascosto. Ganapini rivela di essere stato oggetto di intimidazioni
ed aggressioni fisiche, nonché di aver dovuto contrattare con il coordinatore
dei servizi segreti italiani la possibilità di divulgare notizie importanti
riguardo la gestione dei rifiuti in Campania e del commissariato di governo. In
particolare, si fa riferimento alla discarica di “Parco Saurino 3”, scovata da
Ganapini in stato di totale abbandono e mai utilizzata, nonostante sarebbe
potuta servire a tamponare l'emergenza rifiuti in corso. Ganapini fa inoltre
riferimento a lotte tra apparati dello Stato, al coinvolgimento della
Presidenza della Repubblica e fa nomi di persone coinvolte in inchieste
giudiziarie. L’audio dura circa tre ore. Ecco la trascrizione della parte nella
quale Ganapini si riferisce ai servizi segreti.
Walter Ganapini:
«Sul
Parco Saurino il tema è molto semplice... Io ho negoziato un giorno... Ah, su
queste... Sul Parco Saurino, io ho negoziato un giorno con l'attuale capo dei
servizi segreti, eh! Che è una cosa seria essere il capo dei servizi segreti,
eh! Allora siamo partiti, uno dal bianco ed uno dal nero, e siamo arrivati
verso un grigio nel quale, alla fine, io potevo tirare l'operazione... potevo,
certamente! Gian Antonio Stella ci ha scritto due pagine, eh! Ma la domenic...
il tema è di misurare tra comunicazione e risultato. Allora, certamente
quell'oggetto è un "mistero della repubblica" e ce lo siamo già
detti. Perché sia... ehmmm... Perché Prodi si sia assunto le responsabilità che
si è assunto ancora non è chiaro. Ma quando il comandante... il coordinatore
dei servizi segreti ti dice, per due volte, urlando: "si è esposta due
volte la Presidenza della Repubblica", se non sei ubriaco e se sei una
persona... ti parametri un attimo e decidi cosa vuoi fare, ok? Allora, io su
questa vicenda ho abbassato il tono ma nessuno mi ha impedito di chiamare
Matteo Incerti e di fare i tre minuti sul blog e tutto il resto, perché.. la
bandierina è stata attaccata. Ma nessuno... quando tu dici... Nessuno! Io in
giunta ho aspettato una settimana, nel frattempo sono stato speronato in
autostrade, nessuno lo sa, ma in Piazza del Gesù, quattro individui in casco,
mi hanno... scesi dalle moto, hanno cercato di aggredirmi la notte. Io viaggio
con le mie belle stecche dietro la schiena che non sta in piedi, da allora,
ma... Il tema è che gli avvertimenti li ho ricevuti, diciamo, rispetto al fatto
che ho visto qualcosa che non dovevo vedere».
Esponente di un comitato:
«C'entra la Presidenza della Repubblica, nientedimeno?».
Walter Ganapini:
«Sai, quando il capo dei servizi segreti,
due volte ti dice: "HAI CAPITOOOO che è intervenuta la Presidenza della
Repubblica", io, come dire, o gli do dell'ubriaco a lui o ragiono! Io non
ne sto... non ne... non ne vengo a capo, perché io posso capire - ho lavorato
molto in Sicilia - io capisco che in questo paese esistono le negoziazioni
Stato contro Stato, ma... io capisco il voto di scambio; io capisco... vorrei
conoscere Isidoro Perrotta, il tecnico di Casal di Principe, che rilasciò il
famoso parere a Pansa che nel 2005 gli consentì di cancellare la discarica».
Non a caso il comunicato governativo del 31 gennaio
2008 recita: «Il Presidente del Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare
la rapida conclusione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti in
Campania, ha firmato l’ordinanza che garantisce le agevolazioni tariffarie per
la vendita dell’energia elettrica (Cip 6). In questo modo sarà possibile
procedere più rapidamente alla realizzazione degli impianti di termodistruzione
o di gassificazione che saranno realizzati nei territori del comune di Acerra,
S. Maria la Fossa e della provincia di Salerno».
Con il decreto del presidente del consiglio dei ministri
Romano Prodi controfirmato da Napolitano (D.P.C.M. 8 aprile 2008. Criteri per
l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti,
delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto
di Stato - Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 90 del 16 aprile 2008) il segreto
di Stato viene applicato in nome della tutela della sicurezza nazionale aduna
lunga serie di infrastrutture critiche: non solo gli armamenti o le
installazioni militari, ma anche, ad esempio, agli “impianti civili per
produzione di energia” con annessi e connessi.
La cronaca riportata dal quotidiano La Repubblica
non lascia dubbi:
«Acerra può smaltire le ecoballe. Colpo di scena. I
complessivi 7 milioni di tonnellate di balle, composte di immondizia
indifferenziata della Campania, non sono più da buttare. Anzi: quelle balle
fuori norma uscite dagli impianti imperfetti di cdr possono essere bruciate nel
termodistruttore in costruzione ad Acerra. Lo sancisce un' ordinanza del
premier uscente Romano Prodi».
L’attivazione egli inceneritori imposti in Campania
dal governo Berlusconi, ha suscitato una discussione che si è concentrata
soprattutto sul terribile pericolo per la salute pubblica costituito da questi
impianti di morte, insediati contro la volontà popolare e il buon senso
scientifico. Il 14 luglio del 2008 il Parlamento ha convertito in legge il
Decreto-Legge n. 90, emanato dal governo Berlusconi il 23 maggio per
l’emergenza rifiuti in Campania, che così è diventato la Legge 123/2008,
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 16 luglio 2008. All’articolo 2
comma 4, la legge stabilisce che in Campania i siti e gli impianti per lo
smaltimento dei rifiuti debbano essere considerati “aree di interesse
strategico nazionale”. Al comma 5 dello stesso articolo 2, la Legge 123/2008
commina a chi tenti di entrare in questi siti o impianti le pene previste
dall’articolo 682 del Codice Penale; tale articolo riguarda i casi di “Ingresso
arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello
Stato”, e prevede per i contravventori l’arresto da tre mesi a un anno. Il
decreto divenuto poi la Legge 123/2008 è stato uno dei primissimi atti
dell’attuale governo Berlusconi, ma si trova in linea con quello che è stato
invece l’ultimo atto del governo Prodi: il Decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri dell’8 aprile 2008 sui casi a cui estendere il segreto di Stato,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 16 aprile 2008.
Nell’allegato del Decreto Prodi, al punto 17, il
segreto di Stato è esteso anche a “impianti per la produzione di energia ed
altre infrastrutture critiche”, quindi anche agli inceneritori e, praticamente,
a tutto ciò che il Governo vuole. La diffusione di segreti di Stato è punita
dall’articolo 261 del Codice Penale con una pena non inferiore a cinque anni. Rispetto
al Decreto di Prodi, la legge sfornata da Berlusconi e controfirmata da Napolitano
esprime però una sua paradossale trasparenza, in quanto, a differenza del
primo, non si limita a dire “io nascondo qualcosa”, ma, involontariamente, dice
anche che cosa, ossia scorie di origine militare. Con altrettanto involontario
humour, la Legge 123/2008 dedica un intero articolo - il 13 - all’informazione
dei cittadini, confessando però anche qui con candore che non si tratta di
informazione ma di indottrinamento, da operare con la strumentalizzazione delle
istituzioni scolastiche.
APPROFONDIMENTI:
La
commissione rifiuti dalla quale provengono i verbali desecretati di Schiavone e
i cui atti custodiscono tanti altri interessantissimi segreti è nota anche come
commissione Scalia, dal nome del presidente, Massimo Scalia. Si riunì nel
1995-96 (XII legislatura), con il nome “Commissione monocamerale d’inchiesta
sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”, e nel
1997-2001 (XIII legislatura), quando diventò “Commissione parlamentare d’inchiesta
sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”. Ebbe poteri
di inchiesta, nel senso che aveva facoltà di convocare testimoni (qualora non
si fossero presentati, il regolamento prevedeva che venissero accompagnati
davanti alla commissione dalla forza pubblica); mentire alla commissione
significava inoltre commettere il reato di falsa testimonianza: fatevi dunque
un’idea del peso delle affermazioni contenute negli atti. Per la prima
commissione Scalia, sono disponibili on
line solo scarni resoconti sommari dei lavori; mancano i verbali veri e
propri. Nella relazione finale si dispone che i verbali vengano pubblicati in
un volume a stampa. Si fa anche cenno all’avvenuta creazione di un archivio
informatico con i nomi delle ditte coinvolte negli smaltimenti illegali di
rifiuti. Sono invece più completi gli atti disponibili in Rete della seconda
commissione Scalia. Ecco l’elenco:
Audizione Franca Macchia, sostituto procuratore della Repubblica
presso la pretura di Matera, sul traffico dei rifiuti ospedalieri (19 settembre
1997)
audizione di Alberto Cisterna, sostituto procuratore
distrettuale di Reggio Calabria, sulle cosiddette navi a perdere (25 settembre
1997)
audizione del sostituto procuratore nazionale antimafia
Luigi De Ficchy e del comandante della sezione centrale operativa del Noe
Gianni Massimo Cuneo sullo smaltimento illegale dei rifiuti del Lazio (23
ottobre 1997)
audizione di Pasquale Fimiani, sostituto procuratore della
Repubblica presso la pretura di Pescara, sullo smaltimento abusivo di rifiuti
industriali (18 novembre 1997)
audizione di Lucio Di Pietro, sostituto procuratore presso
la direzione nazionale antimafia, sullo smaltimento dei rifiuti in Campania ad
opera del clan dei casalesi (16 dicembre 1997)
intera audizione di Franca Imbergamo, sostituto procuratore
della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ed
omissis di nomi durante l’audizione di Giuseppe Ferrando, sostituto procuratore
della Repubblica presso il tribunale di Torino (19 febbraio 1998)
audizione di Luciano Padula, sostituto procuratore della
Repubblica di Monza, su come ditte lombarde si disfacevano dei rifiuti (24
luglio 1998)
audizione di Luigi De Magistris, sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, sullo smaltimento in Calabria di
rifiuti di aziende del Nord e sulla gestione dei rifiuti urbani in Calabria (8
luglio 1998)
audizione di Biagio Insacco, sostituto procuratore della
Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sui rifiuti in sicilia (22 luglio
1998)
audizione di Annarita Mantini, sostituto procuratore della
Repubblica a Vasto, sullo smaltimento di rifiuti nocivi (28 gennaio 1999)
audizione di Daniela Indirli, sostituto procuratore della
Repubblica a Ravenna, a proposito dell’incendio di un capannone contenente
sedicenti rifiuti urbani che i pompieri riuscirono a spegnere solo dopo 20
giorni di lavoro (3 febbraio 1999)
audizione di Giancarlo Russo, sostituto procuratore della
Repubblica di Nocera Inferiore, sulle cave abusive diventate discariche
illegali in Campania (17 febbraio 1999)
audizione di Giorgio Grandinetti, sostituto procuratore
della Repubblica presso il tribunale di Parma, a proposito della discarica
Monte Adone (28 aprile 1999)
audizione di Alfredo Ormanni, procuratore della Repubblica
presso il tribunale di Torre AnnunzIata, a proposito dello smaltimento
dell’amianto contenuto in vagoni ferroviari (7 luglio 1999)
seduta interamente segreta di cui non viene specificato
l’oggetto (30 novembre 1999)
seduta in parte segreta; non è specificato l’oggetto dei
lavori svoltisi a porte chiuse (20 gennaio 2000)
audizione di Giuseppe Rositani, comandante del Noe, a proposito
dello smaltimento degli oli vegetali e minerali contaminati (10 febbraio 2000)
audizione di Luciano Tarditi, sostituto procuratore della
Repubblica presso il tribunale di Asti, a proposito del traffico di rifiuti
tossici con la Somalia. Si fa più volte il nome di Ilaria Alpi (22 marzo 2000)
seduta segreta sia per una parte di cui non è specificato
l’oggetto sia per l’audizione di Massimo Bagatti, consulente dell’Anpa (Agenzia
nazionale per la protezione dell’ambiente), che fornisce informazioni sulle
metodologie informatiche per la semplificazione (18 aprile 2000)
quasi totalità delle audizioni di Mauro Caporuscio,
sostituto procuratore della repubblica alla Spezia, e di Mauro Clerici,
sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo, sullo smaltimento di rifiuti
radioattivi da parte di piccole imprese (14 giugno 2000)
audizione di Paola Pirotta, sostituto procuratore della Repubblica
di Milano, sui “buchi” normativi che permettono trasmutazioni nei documenti che
accompagnano i viaggi dei rifiuti (27 giugno 2000)
audizione di Donato Ceglie, sostituto procuratore della
Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sullo smaltimento abusivo di rifiuti
provenienti soprattutto da Lombardia e Veneto (20 luglio 2000)
audizione Cosimo Bottazzi, procuratore aggiunto della
Repubblica presso il tribunale di Brindisi, sullo smaltimento dei rifiuti del
petrolchimico di Brindisi (16 novembre 2000)
audizioni di Walter Ganapini, Roberto Mezzanotte e Giuseppe
Onufrio, rappresentanti dell’Anpa, sui rifiuti radioattivi di Saluggia (5
dicembre 2000)
audizione di Antonietta Donadio Motta, Michele Ladislao,
Giovanni Pitussi, della questura di Udine, sul traffico internazionale di
rifiuti. Nella parte pubblica della seduta si fa ripetutamente il nome di
Ilaria Alpi (20 dicembre 2000)
audizione di Roberto Campisi, procuratore della Repubblica
di Siracusa, sulla gassificazione dei residui petroliferi (20 febbraio 2001)
audizione di Daniela Indirili, sostituto procuratore della
Repubblica di Ravenna, sull’esito delle indagini sul rogo di rifiuti (23
febbraio 2001)
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