10.10.13

STRAGE DI USTICA: LA PISTA NUCLEARE UN SEGRETO DI STATI










di Gianni Lannes

Parola del giudice istruttore Rosario Priore. Ecco uno stralcio della testimonianza resa alla Commissione parlamentare stragi il 22 gennaio 1997. Priore si lamenta dei segreti di Stati, ma poi quella seduta è stata interrotta più volte, su richiesta dello stesso Priore, per proseguire in forma riservata e segreta. In sostanza, il movente più importante non è stato mai scandagliato fino in fondo. Inoltre, nella medesima deposizione il giudice Priore ammette che anche altri mezzi sconosciuti hanno visitato gli abissi marini dove era sprofondato il relitto del Dc 9 Itavia, prima dell’intervento della magistratura italiana. Agli atti giudiziari ci sono delle fotografie di inequivocabili solchi rilasciati sui fondali marini prima dell'intervento dell'Ifremer nel 1987. Chi li ha impressi? 

La Marina Militare Usa a cui si riferiva Giuliano Amato - nel 1986 - in polemica con il giudice istruttore Vittorio Bucarelli, oppure la società Mediterranean Survey Services che dragò indisturbata la fossa tirrenica proprio nell'estate del 1980? Di certo, nel consiglio di amministrazione della MSS (impresa fondata a Roma il 17 luglio 1980, avente allora sede in via Fauro 62, dove il 14 maggio 1993 esplose un'autobomba ) c'erano il banchiere Francesco Pacini Battaglia e l'ammiraglio di squadra Giovanni Torrisi (iscritto alla P2), all'epoca capo di stato maggiore della difesa. Tra l'altro nella sedicente "operazione di recupero" del relitto aereo, mai compiuta integralmente, girarono anche tangenti miliardarie. I beneficiari politici, però, non sono stati mai perseguiti dalla magistratura per questo lucro illegale.





«… In questa inchiesta mi trovo di fronte ad una serie di commissioni rogatorie che hanno risultati totalmente negativi; non solo mi vengono opposti segreti anche nella esecuzione di commissioni rogatorie. Faccio degli esempi. Non so, si chiede, per esempio alla Francia di dirci qualcosa sulla sospettata spedizione di uranio che avrebbe avuto luogo proprio quel 27 giugno dall’aeroporto di Marsiglia verso l’Iraq. “Questa materia” – ci viene detto – “è sottoposta a segreto”…

Faccio delle richieste all’ente che sovrintende al controllo dell’energia nucleare (che credo appartenga alle Nazioni Unite), che a sede a Vienna: mi si dice che sulle questioni concernenti il nucleare, se non c’è il consenso degli Stati che sono coinvolti nelle varie spedizioni, acquisti e cessioni di materiale nucleare, nulla può essere  detto. Anche in questo caso avevo chiesto informazioni su spedizioni di materiale nucleare. Quindi, ci scontriamo di continuo con opposizioni formali di segreto; per non parlare delle opposizioni sostanziali, specialmente quando le nostre commissioni rogatorie toccano paesi che si sentono sospettati da quei paesi non riceviamo nessuna informazione…».





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