16.5.24

TEMPO SCADUTO

 



di Gianni Lannes

Dopo un anno dall'alluvione i lavori per mettere in sicurezza il territorio della Romagna non sono mai iniziati, nonostante i proclami onorevoli da Roma a Bologna. Ancora adesso, in tanti a Faenza non sono tornati nelle loro case, perché le loro abitazioni insistono nella zona pericolosa. Gli abitanti di via Casale, vicino al Senio, non sono tranquilli, poiché la voragine provocata dall'alluvione non è stata ancora chiusa. L'area è definita ufficialmente "allagabile", ma allora perché le autorità hanno rilasciato l'abitabilità? Il Lamone e il Marzeno non hanno casse di espansione o spazi di laminazione per accogliere le acque in eccesso e così pure il Senio. Le aziende estrattive delle cave di ghiaia dopo aver rapinato per decenni le risorse territoriali non hanno fatto mai nulla per assicurare la sicurezza ambientale e ripristinare lo stato dei luoghi.

Nel frattempo il presidente regionale Bonacini del Piddì (candidato al Parlamento europeo), annuncia la volontà di "ricostruire tutto", in netta contraddizione con il recente Piano speciale preliminare che pone un freno cartaceo alle speculazioni cementizie. In ogni caso, a tutt'oggi, la Romagna rischia di finire nuovamente sott'acqua, nonostante i fiumi di pompose promesse mai mantenute dai politicanti.

Riferimenti:

Gianni Lannes, L'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/litalia-trema/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Romagna 

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