28.5.24

ENRICO MATTEI E ALDO MORO: ASSASSINATI!

Lettera di Aldo Moro a Enrico Mattei - archivio storico Eni di Castelgandolfo
 

di Gianni Lannes

Nessun mistero. Con la loro tragica eliminazione l'Italia ha subito un'innegabile battuta d'arresto. Ecco una significativa lettera di Moro a Mattei (proveniente dall'archivio storico Eni di Castel Gandolfo) che porta la data del 19 settembre 1962. Mattei e Moro: due autentici padri della patria che hanno lottato per assicurare progresso e indipendenza all'Italia; entrambi assassinati. L'inchiesta del giudice Vincenzo Calia (dal 1994 al 2003) ha accertato che si trattò di un attentato (27 ottobre 1962). Il Morane Saulnier del presidente dell'Eni fu sabotato all'aeroporto di Catania. Allora a capo del governo italiano c'era Amintore Fanfani Nel velivolo è stata definitivamente accertata la presenza di esplosivo. Parecchi anni più tardi, per l'esattezza il 26 ottobre 1986, lo stesso primo ministro Fanfani in una breve conversazione con i giornalisti in occasione del VII Congresso dell'Associazione partigiani cristiani (APC) che si svolgeva a Salsomaggiore, rilasciò ai giornalisti questa dichiarazione finalmente veritiera: “Chissà, forse l'abbattimento dell'aereo di Mattei più di vent'anni fa è stato il primo gesto terroristico nel nostro paese, il primo atto della piaga che ci perseguita”. Le parole di Fanfani sono agghiaccianti, ma fino ad ora è stato fatto di tutto per mantenerle nascoste. Il quotidiano Il Resto del Carlino - unico a pubblicarle - le aveva confinate in un'edizione locale, omettendole invece in quella bolognese a più ampia diffusione.

 

Lettera di Aldo Moro a Enrico Mattei - archivio storico Eni di Castelgandolfo


Fanfani aveva sottolineato inoltre di aver fatto riferimento anche a “qualcosa che forse non si può dire sulla crisi dei missili a Cuba”. Con tale espressione aveva indicato un nesso causale e temporale fra due fatti precisi. Durante la crisi di Cuba, il pericolo era stato infatti quello che anche l'Italia - a causa delle rampe di lancio dei missili nucleari statunitensi Jupiter posizionati in Puglia (Poggiorsini e dintorni), puntati contro Mosca - divenisse l'oggetto di un micidiale attacco proveniente dall'Unione Sovietica. In quell'occasione il presidente Kennedy decise di ritirarli dall'Italia. Nei primi giorni di novembre del 1962 Mattei avrebbe dovuto incontrare Kennedy a Washington, ricevuto alla White House con tutti gli onori; era atteso negli States anche per il conferimento di una laurea honoris causa. Mattei era in procinto di cogliere il più importante successo della sua carriera, mentre l'Italia stava per ottenere il riconoscimento effettivo del suo rango di potenza internazionale, nonché del suo ruolo politico-diplomatico nel Mediterraneo e In Medio Oriente. L'azione di Enrico Mattei - invisa alle autorità anglo-americane, ad eccezione di JFK - era rivolta al futuro prosperoso dell'Italia che aveva perso la guerra, e, all'opposto degli alleati, all'epoca stava vincendo la pace. Tredici mesi più tardi John Kennedy venne ucciso in circostanze nebulose e a tutt'oggi mai chiarite che chiamano in causa i vertici statunitensi della CIA. L'Italia con Mattei e Moro ha un grande debito.

Lettera di Aldo Moro a Enrico Mattei - archivio storico Eni di Castelgandolfo

 

Riferimenti:

Gianni Lannes, Né vivi né morti, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016. 

https://www.pellegrinieditore.it/ne-vivi-ne-morti/ 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Mattei

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Moro 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Kennedy

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=jupiter


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