9.5.24

MIGRANTI: CONDANNATI A MORTE DAL GOVERNO MELONI?

 


di Gianni Lannes

Ora con un pretesto cavilloso l'Enac mediante ordinanze a raffica bandisce gli aerei delle Ong che avvistano e segnalano alle autorità nel Mediterraneo migranti in fuga da guerre, persecuzioni, fame e sete o naufragi con rischio annegamento. Il governino Meloni, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione, ha appaltato la deportazione forzata di chi osa scampare al peggio in Africa e Medioriente al potere criminale di clan della Libia e a quello affaristico dell'Albania. 


 

Al contempo il maldestro esecutivo tricolore promuove Egitto e Bangladesh “paesi sicuri”, grazie alla firma in calce di un decretino dei ministri Piantedosi, Tajani e Nordio. Infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che aggiorna l'elenco delle nazioni di origine dei migranti che le attuali istituzioni italiane considerano sicuri. Questi Stati (articolo 1) passano da 16 a 22. Così, in compenso, migliaia di persone “straniere” avranno meno garanzie sull'asilo. Singolare coincidenza: proprio Egitto e Bangladesh, sono annoverati ufficialmente dalle autorità italiane (ministero delle politiche sociali) come i paesi di provenienza della maggior parte dei minori non accompagnati che approdano in Italia e a migliaia svaniscono nel nulla da almeno un decennio. Altra particolare coincidenza: l'Italia non ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani. Perchè? Allora premier Meloni come lo spiega al popolo sovrano italiano? Salvare vite umane soprattutto in mare è un obbligo non solo morale ma internazionale, ovvero universale.

Paesi sicuri Egitto, Camerun e Bangladesh? Proprio in Egitto, precisamente al il ricercatore italiano Giulio Regeni fu sequestrato, torturato e ucciso tra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016. Adesso il processo si è aperto e vede imputati quattro agenti segreti egiziani, con accuse che richiamano i racconti diffusi in questi anni dalle più autorevoli organizzazioni per i diritti umani, egiziane e internazionali: in Egitto è normale subire da parte delle forze dell'ordine e si di sicurezza sparizioni forzate, torture durante gli interrogatori o in carcere, processi iniqui e violenze spesso mortali. Lo sa bene Patrick Zaki, attivista e studente dell'università di Bologna che ha passato tre anni in carcere senza accuse formali né processo. Si stima che attualmente nelle carceri egiziane sano imprigionate tra le 60 e le 100 mila per persone per reati politici e di espressione. Tra loro, oltre ai difensori dei diritti umani, anche giornalisti, intellettuali, avvocato e politici. Inoltre, le l'ONU ha denunciaqto l'arruolamento di minori per rafforzare i ranghi militari egiziani nell'area dle Sinai. Infine, si moltiplicano le accuse documentate di arresti arbitrari, abusi e respingimenti di rifugiati in fuga dalla guerra civile sudanese.

In Camerun regna incontrastato il ras 91enne Paul Biya. Le cronache e i rapporti delle organizzazioni umanitarie narrano di arresti politici indiscriminati, giornalisti minacciati e spesso assassinati come Martinez Zogo direttore di Amplitude FM, intellettuali e rapper. In altri termini, anche il Camerun non è sicuramente un esempio di rispetto per i diritti umani, le minoranze, la libertà di espressione, e meno che mai una democrazia.

Anche il Bangladesh non scherza. Qui la premier Sheikh Hasina ha il vezzo di attaccare personalmente e mettere all'indice (alla stregua della Meloni) personaggi noti che si sono esposti denunciando i suoi metodi antidemocratici, com'è accaduto al Nobel per la pace Mohammed Yunus, Anche qui sono numerose le detenzioni arbitrarie e la sistematica violazione dei diritti umani, come ha denunciato nei suoi rapporti Amnesty International.

Dunque, paesi sicuri? In Italia il decreto legislativo numero 25 dell'anno 2008 stabilisce che la definizione di “paesi sicuri” si applica agli Stati non Ue dove “sulla base dell'ordinamento giuridico, dell'applicazione della legge all'interno di un sistema democratico e della situazione politica generale” si può dimostrare che non sussistono, “in maniera generale e costante”, atti di persecuzione, tortura, trattamento inumani o degradanti o pericolo di violenza indiscriminata dovuta a situazioni di conflitto. Ma l'inquilina pro-tempore di Palazzo Chigi almeno lo sa?

Riferimenti:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/05/07/24A02369/sg 

https://www.enac.gov.it/sites/default/files/allegati/2024-Mag/ORDINANZA%20n%202-2024%20-%20Lampedusa.pdf

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2008/02/16/008G0044/sg 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=organi+umani 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni 


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