30.1.24

LADRI D'ANTICHITA': DALL'ITALIA AGLI USA

 

Manfredonia: museo archeologico - foto Gilan
 

 

di Gianni Lannes

Reperti archeologici rubati nella Daunia ora in vendita all'asta nel silenzio del governino Meloni. Gli elmi apulo-corinzi hanno una provenienza incontestabile, eppure le istituzioni tricolore tacciono. Il ministro Sangiuliano tanto sensibile ai concetti di “identità” e di “patria” non ha fiatato.

Domani verrà battuta all'asta nella sede newyorkese di Christie's la più vasta collezione di armi e armature antiche. Questi pregiati reperti di cui una quindicina di pezzi sui 35 che vanno all'incanto, sono stati sicuramente sottratti all'Italia - nella disponibilità dell'uomo d'affari Chistian Levett - erano stati esposti fino all'agosto 2023 presso il museo di arte classica di Mougins, nel dipartimento francese delle Alpi marittime, fondato da Levett nel 2011 e ora chiuso.

In ogni caso, il ministero della Cultura - il cui sottosegretario Vittorio Sgarbi risulta attualmente indagato per "riciclaggio di opere d'arte rubate" - era stato dettagliatamente informato della sospetta provenienza da traffici illeciti che depredano l'Italia impunemente, presenti appunto, nel catalogo dell'asta statunitense.

Prima dell'acquisizione da parte di Levett, agli inizi dell'anno 2000, i reperti erano in possesso del berlinese Axel Guttmann. Non a caso, quest'ultimo affarista – aveva scritto sul Bollettino d'arte nel 1995 Daniel Graepler – è il caso più eclatante della partecipazione di collezionisti tedeschi alla 'svendita' del patrimonio archeologico apulo”. Secondo l'archeologo tedesco, le 1200 armi collezionate da Guttmann a partire dal 1982, arrivavano soprattutto dall'Italia meridionale. Graepler precisava che, “tranne rare eccezioni, si trattasse di oggetti recuperati sul mercato in tempi recenti e che i manufatti erano riemersi con tutta probabilità dagli incessanti scavi clandestini che, dalla fine degli anni '70, imperversavano nelle necropoli della Puglia settentrionale”.

La collezione Guttmann, infatti, constava di 174 elmi bronzei deposti nelle tombe della Daunia. Tra i principali fornitori del collezionista tedesco figurava il trafficante Gianfranco Becchina, a cui nel suo deposito di Basilea, venne confiscato un corredo composto da elmo, corazza e schinieri, pertinente a una tomba apula del IV secolo a.C., vendutogli da un'organizzazione criminale di tombaroli. I preziosi reperti in vendita adesso negli Usa provengono anche da altre regioni: Basilicata, Calabria e Sicilia.

Il valore storico e culturale di questo inestimabile patrimonio sottratto all'Italia è indubbio. Per la cronaca: il londinese Levett risiede a Firenze, naturalmente per “amore dell'arte” del Belpaese saccheggiato da chiunque, spesso grazie all'inerzia delle autorità.

 

Riferimenti:

Gianni Lannes, La montagna profanata, Il Rosone, Foggia, 2015.

https://www.rainews.it/articoli/2024/01/esportazione-illecita-opere-d-arte-sgarbi-indagato-93d94954-4bfb-4e34-8c7c-51af6dacceca.html


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