di Gianni Lannes
Si tratta dell’avvio della “rolling review”, vale a dire della valutazione continua, per accelerare i tempi sul candidato vaccino anti-Covid sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford. Singolare coincidenza: l'anglosassone Pirbright Institute - come già evidenziato 7 mesi fa - è titolare di un brevetto sul coronavirus, in società con la fondazione Bill&Melinda Gates (a cui il Conte bis ha elargito milioni di euro, ovvero denaro pubblico), l'Unione europea, l'Oms e l'agenzia militare statunitense Darpa. Chi assembla il famigerato virus offre anche l'antidoto in cambio della libertà di tutti?
Mentre il ministro tricolore della Salute, tale Speranza, assicura che il vaccino sbarcherà i Italia entro la fine dell'anno 2020, il Comitato per i farmaci ad uso umano (Chmp) ha cominciato ad analizzare il primo set di dati sul vaccino AZD1222, che arrivano però dagli studi di laboratorio, e non sull’uomo. La decisione del Chmp si basa sui risultati preliminari degli studi preclinici e di fase 1, da cui emerge che il vaccino metà italiano e metà inglese è in grado di innescare la risposta immunitaria, con la produzione di anticorpi e cellule T capaci di colpire il virus.
Sono in corso i trial clinici su migliaia di persone e, via via che giungeranno i dati, saranno esaminati nelle successive fasi di revisione continua. La procedura continuerà finché non ci saranno evidenze scientifiche sufficienti per una formale richiesta di autorizzazione alla commercializzazione del vaccino.
AstraZeneca intanto assicura che fornirà all’Ema l’accesso ai dati sul candidato vaccino non appena disponibili, per far sì che il processo di revisione dell’Agenzia possa essere quanto più possibile tempestivo possibile. Intanto, la multinazionale Sanofi di Anagni, in provincia di Frosinone, nel Lazio, ha inaugurato le linee di produzione del vaccino anti-Covid che sta sviluppando unitamente alla famigerata multinazionale farmaceutica Glaxo Smith Kline, ma ancora in fase di sperimentazione. Il polo coloniale italiano, insieme a Francia e Germania, sarà uno dei quattro impegnati nella produzione e nella realizzazione delle dosi vaccino anti-Sars CoV-2.
La Commissione europea ha fulmineamente siglato un accordo formale che prevede, nel caso in cui la sperimentazione dovesse andare a buon fine, la distribuzione delle prime dosi di vaccino “anti Covid-19” già entro la fine di quest’anno. A ribadirlo è il ministro pro tempore della Salute.
L’Italia e l’Europa comunque non stanno investendo solo su questo vaccino: la Commissione europea sta chiudendo un pacchetto “6+1” con le principali compagnie farmaceutiche del mondo, al lavoro per raggiungere al più presto uno “scudo” efficace anti-Covid. I ricercatori italiani sono anche al lavoro su anticorpi monoclonali “promettenti” (alla voce Burioni?).
Ma chi potrà sottoporsi al vaccino per primo? All’inizio ci saranno poche dosi di vaccino, ha detto Speranza, e la scelta per l’Italia è che i primi ad essere vaccinati saranno medici e operatori sanitari, poi persone fragili e anziani. Infine, l'obbligo vaccinale sarà esteso forzata,ente a tutta la popolazione, pena la perdita dei diritti civili.
Secondo il presidente dell’Irbm, Piero Di Lorenzo, le prime dosi del vaccino anti Covid, nell’ordine di 2-3 milioni, dovrebbero arrivare all’Italia entro la fine di novembre. A patto, ovviamente, che la sperimentazione in corso non registri ulteriori intoppi e che proceda positivamente. La cautela è comunque d’obbligo dopo la sospensione temporanea a causa di una reazione sospetta su un volontario poi dimostratasi non legata al candidato vaccino. La sperimentazione del vaccino è ripresa dopo la temporanea sospensione dovuta ad una reazione avversa su uno dei 50 mila volontari che hanno preso parte ai test. Nello specifico, il volontario è stato colpito da un’infiammazione spinale, la mielite acuta trasversa: si tratta di un’infiammazione in uno o più segmenti adiacenti del midollo spinale.
Il comitato di esperti indipendenti, però, ha decretato in pochi giorni la mancanza di una connessione tra l’infiammazione e l’inoculazione del candidato vaccino: nessun collegamento. Sarà attendibile un vaccino per un virus mutabile ed imprevedibile?
Studi recenti rivelano che il Sars-Cov-2 è mutato: si trasmette più velocemente ma non è così aggressivo come agli esordi. Alcuni vaccini sfruttano un virus innocuo come vettore per trasportare l’antigene nelle cellule: il vettore è l’adenovirus. Succede che chi ha già contratto uno o più adenovirus ha già acquisito un’immunità che neutralizza il vaccino appena inoculato. Si è visto che queste persone producono meno anticorpi per il Sars-Cov-2. Nei soggetti che non hanno mai contratto un adenovirus, invece, il problema si presenta con la vaccinazione di richiamo. La possibilità che questi vaccini risultino inefficaci è stata evidenziata dalla rivista Lancet. Un articolo apparso su Cell mostra che una mutazione puntiforme sta cambiando il verso della pandemia. Si tratta di una sola base azotata su quasi 30.000 dell’RNA del virus. Da diversi mesi ci ritroviamo a fare i conti con un virus a larga diffusione che provoca però quasi esclusivamente raffreddori e qualche linea di febbre, nella maggior parte delle persone nessun sintomo (asintomatiche).
Degli oltre 180 vaccini anti Covid in fase di sviluppo, quasi una dozzina usano adenovirus o adenovirus ingegnerizzati come vettori virali. Lancet riporta lo studio del russo Sputnik e del cinese CanSino (adenovirus umani). Anche l’americano Johnson & Johnson usa adenovirus umano, mentre Astra Zeneca utilizza adenovirus di scimpanzé e l’italiana ReiThera sta progettando un vaccino da un adenovirus di gorilla.
Ha scritto Lancet: “Chi ha combattuto il virus del raffreddore da adenovirus in passato, possiede anticorpi che potrebbero ostacolare (o addirittura neutralizzare) i nuovi vaccini. L’aumento dell’età e l’elevata immunità da adenovirus (Ad5) preesistente riducono significativamente le risposte immunitarie al vaccino. In alcuni partecipanti con un’elevata immunità anti-Ad5 preesistente, un’iniezione del vaccino potrebbe essere inadeguata per indurre un alto livello di risposte immunitarie umorali, in particolare per le persone di età pari o superiore a 55 anni”. Nello studio cinese si è visto che più della metà dei partecipanti aveva anticorpi anti-adenovirus e la comparsa di anticorpi per il Sars-Cov-2 è avvenuta in poco più del 50% dei soggetti.
Le ricerche stanno esplorando anche l’uso di altri adenovirus. Come quelli di scimpanzé o gorilla. Ma uno studio del 2006, evidenzia che una percentuale di persone, soprattutto in Africa e in Asia, ma anche in Usa ha anticorpi contro questi adenovirus.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus%2Bbrevetto
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31605-6/fulltext
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32697968/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3290939/
Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.
Gianni Lannes, VACCINI CAVIE CIVILI E MILITARI, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.
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