Il governo del Conte bis è talmente preoccupato per le sorti dell'Italia che oggi in Parlamento la sua maggioranza fa sospendere la seduta per mancanza del numero legale ben due volte consecutive. Alla Camera dei deputati, infatti, l'esecutivo grulpiddino non è riuscito a garantire il numero legale, addirittura nel voto sulla loro risoluzione relativa alle sedicenti misure di contenimento del nuovo coronavirus, nella quale hanno ingannevolmente inserito anche la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021.
Nell’uso e abuso dei Dpcm, l'inquilino pro tempore di Palazzo Chigi può chiedere un parere preventivo al Parlamento sullo schema di decreto che intende adottare. Parere di cui “tenere conto”, nella successiva emanazione. L’intenzione sembra confermata dallo stesso presidente del Consiglio che, intervistato dal Corriere della sera, ha dichiarato: «In questa nuova fase avremo maggiore agio di coinvolgere il Parlamento». “Agio” (“comodità” “trovarsi a proprio agio”: dizionario Treccani) che non era consentito nella fase 1 a causa «dell’estrema urgenza di intervenire per salvare le vite».
Siamo in presenza di un gioco di prestigio, di una evidente manifestazione del bi-pensiero (George Orwell, 1984): «Avere piena coscienza di tutta la verità e raccontare menzogne costruite ad arte (…), sostenere a un tempo due opinioni che si negano a vicenda, sapere che si contraddicono e considerarle valide entrambe, (…) convincersi che la democrazia sia impossibile e al tempo stesso che il Partito sia il custode della democrazia, (…) essere coscienti di provocare l’incoscienza…». E cosa c’è di più “bipensato” di un emendamento che sembra regalare democrazia nel momento stesso in cui la nega?
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