3.4.20

CORONAVIRUS: L'ANTIMALARICO DI BURIONI



di Gianni Lannes

Medico o venditore ambulante? «Ci sono buone notizie da uno studio che abbiamo fatto in laboratorio sulle cellule, usando prima e dopo l'infezione del coronavirus il Plaquenil», ha affermato Roberto Burioni, nel corso del programma Che Tempo che fa di Rai 2 , andato in onda domenica 29 marzo 2020. Effetti collaterali, controindicazioni dell'idroclorochina noti anche agli studenti di Farmacia del primo anno d'università? L'esperto sorvola. Eppure sono noti: irritabilità, nervosismo, instabilità emotiva, incubi psicosi, tendenze suicide. Con questa classe di farmaci sono stati riportati cefalea, capogiri, nistagmo, sordità nervosa, convulsioni, atassia e perfino retinopatia, con modifiche della pigmentazione e difetti del campo visivo. Ma questo Burioni non l'ha detto. Insomma, nemesi medica: più della malattia ne uccide la cosiddetta "cura". Sanofi Aventis ringrazia. Ma la pubblicità di un farmaco non è vietata in televisione? Ormai la RAI, trasformata in una discarica luccicante, manda in onda programmi  di spazzatura.

 


Il televirologo marchigiano ha anche dichiarato: «c'è un farmaco che viene utilizzato come antinfiammatorio in malattie come l'artrite e che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti. C'è poi una sorpresa strana di un farmaco degli anni Cinquanta e che si usava per la malaria, che si chiama Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace per inibire la replicazione del Coronavirus della Sars. La cosa passò nel dimenticatoio. Ora si è provato a usarlo clinicamente e a sperimentarlo. Ci sono diversi studi in atto, lo abbiamo fatto anche noi al San Raffaele». Burioni, già bocciato in ben tre concorsi a cattedra universitaria (Camerino, Roma, Catanzaro) è in buona compagnia nel ruolo di piazzista della domenica.


L'ultima moda italidiota? Le delicatissime informazioni relative alle medicine da assumere per “combattere” il Coronavirus (cure farmacologiche attualmente non esistono) direttamente dall'intrattenimento televisivo. L’ultimo suggerimento urlato ai quattro venti è quello di Alessandro Meluzzi. Il noto psichiatra e criminologo, ospite fisso a Quarto Grado su Rete 4, durante la puntata di Stasera Italia ha lanciato il suo anatema, sottolineando il mancato utilizzo dell’idrossiclorochina per curare il Coronavirus. «Ricordatevi che c’è un farmaco, che costa sei euro a scatola, che è un salvavita formidabile - ha dichiarato in diretta Meluzzi - E questo è ormai accreditato, questo l’ho saputo dagli amici russi di criminologia due mesi fa, i francesi lo stanno utilizzando. Qui lo si utilizza poco, inseguendo altre vie, perché costa troppo poco. Perché è un farmaco fuori mercato. Ed è l’idrossiclorochina, lo sapete tutti. È un farmaco comprovatamente efficace che costa niente. Questa sarà una delle poche ragioni per cui non sarà propagandato. Ma io mi assumo la responsabilità di dirlo a 60 milioni di persone». La conduttrice del programma, Barbara Palombelli (consorte dell'indimenticabile politicante Rutelli), ha ulteriormente sottolineato che quelle che si sono ascoltate erano «le parole di un medico».


L’idrossiclorochina è nota con il suo nome commerciale: Plaquenil, prodotta da Sanofi Aventis. Burioni ha però puntualizzato, dopo, di “non assumere Plaquenil senza prescrizione”. Dopo la sparata televisiva a ruota libera di Burioni, il Plaquenil usato abitualmente per curare l’artrite reumatoide è diventato introvabile in Italia. Il Plaquenil è un farmaco vecchissimo, in uso da quasi 70 anni contro la malaria. Nel 2005 alcuni ricercatori statunitensi si sono accorti che aveva in laboratorio una forte attività antivirale contro il coronavirus responsabile della Sars, sparito nel 2004. Siccome l’attività antivirale era diretta contro un virus non più esistente, la notizia era passata inosservata.
 
Sono attualmente più di 250 gli studi in tutto il mondo che stanno cercando un farmaco in grado di curare il Coronavirus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, al soldo della Gates Foundation (co-titolare d un brevetto sul Coronavirus attenuato, detenuto dal Pirbright Institute) ha lanciato Solidarity, un progetto di test globale, coordinato a livello internazionale, che coinvolge migliaia di malati in dodici Paesi diversi e mira a provare l’efficacia di alcuni farmaci. 250 studi in tutto il mondo, su 4 farmaci In particolare, si tratta di quattro medicinali di cui in questi giorni abbiamo sentito parecchio parlare: l’antivirale remdesivir, l’antimalarico clorochina, una combinazione di lopinavir e ritonavir e la stessa combinazione con l’aggiunta dell’interferone-beta 1, appena ritirato in tutta fretta dall'AIFA, dopo averne consentito una sperimentazione letale per tanti pazienti positivi al Sars CoV2, passato in tutta fretta a miglior vita. 

 

Comunque, di rischi e pericoli, nessuna autorità parla. L’elenco dei 250 studi in atto è stato pubblicato da Cell Trials Data, sito internazionale che raccoglie dati medici. A questi, moltissimi in Cina, sono stati sottoposti 26 mila pazienti, ma per conoscere i risultati dovremo ancora attendere almeno un mese.



Burioni, ormai allarmista di massimo grado penale che andrebbe al più presto processato e ridimensionato alla sua minima statura reale, ha anche dichiarato che «in Italia i contagiati dal nuovo coronavirus sono 6 milioni», ovviamente non ha fornito alcuna prova, ma tanto basta ad incrementare la paura fomentando il panico generale. Il fuori concorso universitario Burioni non è un epidemiologo. Grazie: l'Italia non ha bisogno di camici raglianti che passano il tempo sui social network e in tv.



Riferimenti: 
 











https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_008055_013967_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=burioni 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/04/coronavirus-farmaci-letali-in-italia.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus