26.4.20

CONOSCENZA NEGATA E DISOBBEDIENZA CIVILE!



di Gianni Lannes

La scuola? Non rientra nei piani del governo tricolore. Cosa ne è della scuola (sempre più passiva, silente e obbediente) al tempo del virus a corona importato dall'estero? È a scuola che si apprende e comprende il valore della conoscenza. L'ineletto Conte bis da giorni annuncia la “fase 2”, ma anche per la scuola come per la cultura, la società e l'economia, non si vede luce ma solo un nebuloso baratro. I tecnocrati non hanno idea di come e quando farla ripartire umanamente e civilmente. Insomma, non è proprio una priorità.

Piero Calamandrei (un padre costituente) definiva la scuola come “un organo vitale della Costituzione repubblicana italiana”. Nel 1956 (anno della sua scomparsa) tornava a definire la scuola “un organo della Costituzione: non c'è dubbio che in una democrazia, se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento, della Magistratura, della Corte Costituzionale (…) la coscienza dei cittadini è la creazione della scuola, dalla scuola dipende come domani sarà il Parlamento, come funzionerà domani la Magistratura, cioè quale sarà la coscienza e la competenza degli uomini che saranno domani i legislatori, i governanti e i magistrati».

La pedagogista Luisa Piarulli parla chiaro. Una scuola che sia veramente luogo di formazione della classe dirigente futura, non può essere che una “scuola aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”: ecco perché secondo Calamandrei il 34 è l'articolo più importante della nostra Costituzione”.

Il trattamento riservato alla scuola è una metafora del trattamento riservato dalle massime autorità italopiteche alla conoscenza: semplicemente non è una priorità. Anzi, è qualcosa da negare, calpestando i dettami fondamentali dello Stato di diritto, ormai sostituito dalla tecnocrazia autoritaria telecomandata dall'estero.

Ecco un esempio eclatante. Il 17 marzo 2020, l'ennesimo decreto-legge (incostituzionale ed anticostituzionale) definito “Cura Italia” ha stabilito che le amministrazioni pubbliche sono tenute a sospendere le risposte e richieste di accesso documentale (legge 241/1990), civico e civico generalizzato (d.lgs. 33/2013) che non hanno carattere di “indifferibilità e urgenza” fino al 31 maggio 2020 (art. 67.3). Il diritto alla conoscenza è la base fondamentale della democrazia in un Paese libero. Per raccontare e capire ciò che accade bisogna conoscere.

Dunque, il governicchio grulpiddino guidato dal sedicente "avvocato del popolo" Giuseppe Conte, non solo ha messo agli arresti domiciliari più o meno 60 milioni di cittadini che non hanno commesso alcun reato mediante un pretesto sanitario, ma anche sospeso il Foia (Freedom of Information Act), ossia la normativa a cui hanno aderito oltre 100 Paesi in tutto il globo terrestre, “che garantisce a chiunque il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni salvo i limiti a tutela degli interessi pubblici e privati stabiliti dalla legge”.

Una soluzione pacifica e nonviolenta, a portata di tutti, è la disobbedienza civile, sacrosanta nel caso italidiota.

Riferimenti:

 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/17/20G00034/sg