23.1.23

ITALIA: IL BELPAESE DELLE STRAGI IMPUNITE!

 

 

di Gianni Lannes

Censure, segreti e sparizioni. A Roma nei palazzi ministeriali sono scomparse carte ufficiali e documenti scottanti sulle stragi in Italia, relative al periodo che va dalla fine degli anni '60 agli anni '90. Dagli attentati sui treni (orchestrati dai servizi segreti italiani telecomandati da quelli anglo-americani), alle stragi di Ustica e Bologna, inclusa la P2 di Gelli e così via, fino alla svendita dello Stivale a partire dal 1992, orchestrata sul Britannia (Windsor) da mister Draghi. Il fatto è pure attestato dalla relazione annuale (datata 12 ottobre 2022) del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio centrale dello Stato. Il governo targato Meloni, interrogato e interpellato in Parlamento a più riprese, prontamente tace. Una singolare coincidenza? O c'è dell'altro, ossia di peggio per seguitare ad occultare verità istituzionalmente indicibili in un Belpaese a sovranità azzerata? 

 

Stralcio della Relazione (12 ottobre 2022) del Comitato consultivo sulle attività di versamento agli archivi di Stato e all'Archivio centrale dello Stato

Non è tutto. Risultano smarriti addirittura alcuni atti di indagine relativi alle stragi di Firenze e Milano del 1993 (successive all'eliminazione dei magistrati Falcone e Borsellino) nel transito dalla Procura di Firenze alla Corte di Cassazione, come attesta una nota del ministro Nordio datata 16 gennaio 2023. 

 


Nello specifico, sarebbe sparito il fascicolo relativo alla richiesta di annullamento dell'attività di perquisizione effettuata nei confronti dei signori Graviano Nunzia e Benedetto, fratelli del boss Giuseppe Graviano, condannato per le stragi, contenente documenti provenienti dal cosiddetto dossier 4703 del 2020, informative della Direzione antimafia su Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi, entrambi attualmente coinvolti nell'inchiesta per le stragi del ’93, deposizioni sui rapporti tra mafia e politica di alcuni collaboratori di giustizia, nonché una consulenza recente di due «esperti in materia bancaria sui flussi finanziari dell'inizio della storia del gruppo Berlusconi negli anni settanta».

Inoltre, si è appreso della recente nomina alla guida della segreteria tecnica del Ministero della cultura di Emanuele Merlino. Tale individuo è il figlio di Mario Merlino, esponente di Avanguardia Nazionale, fondatore del circolo XXII Marzo, condannato per associazione per delinquere nei primi due gradi di giudizio sull'eccidio di piazza Fontana, poi assolto in via definitiva. Tale decisione desta molta preoccupazione in quanto Merlino potrebbe, nel ruolo rivestito, avere accesso alla stagione giudiziaria stragista che ha coinvolto anche suo padre, avendo il Ministero un ruolo nella desecretazione degli atti sulle stragi, gestita presso l'Archivio Centrale di Stato da un comitato che rappresenta associazioni delle vittime e istituzioni. Il periodo stragista costituisce il periodo più buio della nostra storia; la nomina in discussione appare certamente censurabile in termini di opportunità, rischiando addirittura di configurare un'ipotesi di conflitto d'interessi.

Quali azioni l’esecutivo meloniano intende intraprendere per ritrovare la documentazione mancante sulle stragi avvenute in Italia e per intensificare l’impegno per dare seguito alle direttive che prevedono la desecretazione degli atti su quelle sanguinose e impunite tragedie?

La direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale numero 100 del 2 maggio 2014, ha previsto la declassifica e il versamento straordinario all'Archivio centrale dello Stato «degli atti concernenti gli eventi di Piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell'Italicus (1974), di Ustica (1980), della stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984)». Tale direttiva è stata successivamente ampliata dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 agosto 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, serie generale numero 190 datata 10 agosto 2021, arrivando così ad includere anche la documentazione concernente l'organizzazione Gladio e la Loggia Massonica P2.

Con riferimento ai fatti citati nella direttiva del 2014, con decreto del Segretario generale del 28 settembre 2016 è stato istituito il Comitato consultivo sulle attività di versamento agli archivi di Stato e all'Archivio centrale dello Stato della documentazione in oggetto. Il Comitato, rinnovato annualmente e ricostituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2021, è formato anche dai presidenti di importanti associazioni dei familiari di vittime delle stragi, tra cui quelle riferite alla Strage della Stazione di Bologna e alla Strage di Ustica, entrambe avvenute 43 anni fa.

Il Comitato, che ha concluso nell'ottobre 2022 i lavori e presentato la sua relazione annuale, ha riscontrato gravi carenze circa l'attuazione della direttiva del 2014 e grandi deficienze del materiale coevo ai fatti nelle varie amministrazioni pubbliche, come denunciato sulla stampa dalla Presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti: carte mancanti, elenchi di nominativi non consegnati, carte censurate e interi pezzi cancellati proprio in concomitanza con la loro desecretazione. Inoltre latita l'intero archivio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per agli anni delle Stragi (1968-1980), nonché tutta la documentazione del Ministro e del suo gabinetto.Nella relazione annuale, del 12 ottobre 2022, del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione di cui alle direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 2 agosto 2021, si legge che manca completamente l'archivio del Ministero dei trasporti per gli anni delle stragi (1968-1980) e, in particolare, tutta la documentazione del Ministro e del suo gabinetto. Nelle conclusioni della relazione è scritto testualmente: «Non è accettabile che in un periodo di tempo prolungato, che va dalla fine degli anni '60 agli anni '80, possa mancare del tutto la documentazione relativa al Gabinetto del Ministro dei trasporti [...] riferita al periodo delle stragi che hanno segnato tragicamente il nostro Paese». Proprio i trasporti furono particolarmente colpiti, basti ricordare gli attentati sui treni, alla stazione di Bologna, fino alla vicenda di Ustica.

Tali gravi carenze, oltre a rappresentare la mancata applicazione di quanto previsto dai provvedimenti della Presidenza del Consiglio dei ministri, recano un grave danno nei confronti dei familiari delle vittime delle stragi, tra cui quelle della stazione di Bologna e di Ustica, che dopo quasi mezzo secolo cercano risposte alle loro sofferenze, oltre che per l'ignara popolazione italiana.

È utile ricordare che il decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 42, cosiddetto «Codice dei beni culturali e del paesaggio», stabilisce, all'articolo 10, che rappresentano beni culturali «gli archivi e i singoli documenti dello Stato», ivi inclusi quindi gli archivi ministeriali, e, all'articolo 41, il versamento «all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato dei documenti relativi agli affari esauriti da oltre trent'anni, unitamente agli strumenti che ne garantiscono la consultazione.».

Perché ancora non si dà seguito a quanto previsto dalla citata direttiva del 2014, avviando un grande processo di desecretazione e versamento presso l'Archivio centrale dello Stato della documentazione riferita ad un periodo storico terribile e sanguinoso della Repubblica Italiana?

Il Governo della Meloni è chiamato ad assicurare la prosecuzione del lavoro del Comitato consultivo sulle attività di versamento dell'Archivio di Stato e agli archivi di Stato sul territorio, istituito presso la Presidenza del Consiglio, che è chiamato a monitorare la declassifica delle carte relative al periodo delle stragi, del terrorismo e delle vicende Gladio e P2.

La piena conoscenza di tutti gli atti relativi a quella stagione drammatica della storia del Paese rappresenta un dovere verso le vittime ed un'occasione per consolidare la nostra democrazia che sta mutando in tecnocrazia eterodiretta dall'estero. Le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi hanno inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri una lettera, in data 27 dicembre 2022, su questa importante priorità. Senza verità non vi è giustizia.

Riferimenti: 

https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Relazione.pdf 

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco edizioni, Modena, 2012. 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ustica+e+bologna

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=falcone

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=britannia 

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