19.1.19

SCUOLE A RISCHIO IN ITALIA!


di Gianni Lannes

In Italia andare a scuola è un po’ come entrare in guerra senza saperlo, adagiandosi inavvertitamente su un campo minato. «La notizia del crollo di parti di un controsoffitto in una scuola materna di Eboli ha riportato all’attenzione dei dirigenti scolastici e dell’opinione pubblica l’annosa questione della mancata messa in sicurezza delle scuole. Anche questa volta è stata sfiorata la tragedia. Ovviamente tiriamo tutti un sospiro di sollievo, ma l’incolumità di otto milioni di alunni e di ottocentomila addetti non si può affidare ai miracoli. Troppi e troppo frequenti negli ultimi anni i casi di crolli in scuole di ogni ordine e grado, eventi a volte annunciati se non addirittura ripetuti, altre volte assolutamente imprevedibili». È il sunto della missiva indirizzata dal presidente dell’Andis (associazione nazionale dirigenti scolastici) Paolino Marotta, al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. La lettera che ha come oggetto «Mancata messa in sicurezza degli edifici scolastici», risale al 13 maggio 2018 e non ha avuto risposta. Un’autentica emergenza nazionale, secondo i dati forniti addirittura dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica del MIUR e dai periodici Rapporti di Legambiente e Cittadinanzattiva. Ora crescono i timori delle autorità, dopo la sentenza di Grosseto che ha condannato un sindaco che aveva tenuta aperta una scuola con certificazione non perfetta. Va in onda il solito scaricabarile? «La competenza - ha affermato il nuovo ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in un’intervista al Mattino di Napoli, uscita a fine agosto scorso - è dei proprietari degli immobili, quindi per la maggior parte dei casi Comuni e Province. Noi abbiamo un monitoraggio nazionale preciso e sappiamo che molti edifici la certificazione è ancora carente».


Dall'autunno dell’anno 2018: in Italia circa 10 milioni di persone (bambini, ragazzi, insegnanti e lavoratori) entrano ogni giorno in una scuola pubblica a rischio e pericolo personale. 

11 anni fa il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, dopo la morte il 22 novembre 2008 dello studente Vito Scafidi a Torino (a causa del crollo di un solaio in un liceo di Rivoli) promise pubblicamente la risoluzione dei problemi ed il varo dell’anagrafe dell’edilizia scolastica entro il 2009. A tutt’oggi di questo straccio di provvedimento dell’autorità centrale che avrebbe dovuto quantomeno fotografare la situazione e porvi rimedio non v’è traccia. Appunto il XV Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole datato 2017 ha segnalato: un quarto senza manutenzione e solo il 7% è stata adeguata sismicamente. Un quarto delle aule con distacchi di intonaco. Una scuola su quattro ha una manutenzione inadeguata e solo il 3% è in ottimo stato. Un quarto circa di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco; segni di fatiscenza, come muffe ed infiltrazioni, sono stati riscontrati nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni. L’ennesimo rapporto destinato a perdersi nel vuoto istituzionale (unitamente ad una passata indagine della Camera dei deputati e a decine di interrogazioni parlamentari dimenticate) fa il punto sulla sicurezza, qualità ed accessibilità delle scuole italiane, attraverso i dati del monitoraggio civico condotto su 75 edifici scolastici di 10 Regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e tramite la lettura di informazioni e fonti ufficiali. A questi si aggiungono i dati ricavati, per la prima volta, tramite l’istanza di accesso civico inviata da Cittadinanzattiva in 2821 Comuni e Province, che, sulla base delle risposte pervenute, ci hanno permesso di censire 4401 edifici scolastici di 18 Regioni. Per le scuole situate in zona sismica (oltre la metà), la situazione non è incoraggiante.






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