di Luisa Piarulli*
In questa fase storica la deriva è generale, deriva umana e deriva politica.
Si può ancora definire "politica" quella di oggi? Vedo voglia di
protagonismo esasperatamente narcisistico, da ogni parte. Perciò il vero
obiettivo, secondo me, è coinvolgere, sensibilizzare, educare, in primis i giovani che si lasciano
scivolare le cose, quasi indifferenti, privi del desiderio di conoscere in modo
autentico. In questa nostra società massmediale nella quale già nei
primi anni di vita si tende a regalare a un bambino un bel tablet, con
bellissime e molteplici immagini e colori che scorrono alla velocità della
luce. Cosicché non c'è attività di riflessione, di attenzione, di pensiero.
Oggi va riscoperta una pedagogia narrativa.
Qual era la finalità? Dare valore al proprio racconto, al
proprio pensiero, costruire il sé narrativo, realizzare un pezzo della propria
biografia (anche la storia scolastica è parte integrante della nostra biografia
di vita). Quei quaderni contenevano storie, pensieri, racconti, filastrocche e
fiabe inventate, fotografie e disegni. Oggi, ne sono certa, rappresentano parte
di una memoria personale ed esistenziale per ciascuno di loro.
Bisogna che noi adulti riprendiamo a raccontare,
attraverso la voce, anche la nostra storia! È un'attività formativa
meravigliosa per un bambino e, perché no, anche per un adolescente.
E poi bisogna leggere i libri ai bambini sfogliando
insieme le pagine, toccando, sfiorando la carta. Il bambino che con gli occhi
sgranati e sulla pelle le emozioni, chiede: " E poi? come finisce?",
ci fa un grande dono e noi a lui. Ma occorre che l'adulto sappia e possa e voglia ritrovare
il tempo della narrazione, del "c'era una volta".
Ancora una cosa. Ricordiamo la storia del Piccolo principe.
L'adulto scoraggia la creatività e poi l'immaginazione di un bambino quando non
sa guardare e vedere oltre una forma omologata. Ritornare a guardare con gli
occhi di quel bambino che è in noi, sarebbe poi un dono per l'umanità intera.
Potrebbe chiamarsi "Arte del vivere".
*pedagogista indipendente