19.1.18

BALLE IN RETE: CENSURA MINISTERIALE

Ultime pessime notizie dal palazzo: la parola d'ordine è implementare il controllo tecnologico sulla popolazione. Dallo Stato di diritto al regime di Polizia, spacciatore di verità preconfezionate per reprimere il dissenso critico e sottomettere la gente. Ecco a voi la psicopolizia tricolore. Ora è disponibile uno speciale bottone rosso per segnalare le “falsità” che circolano in rete. Uno scudo governativo contro le cosiddette fake news. Peccato che ad inventare e a far circolare menzogne a tutto spiano sia proprio il governo eterodiretto di stanza a Roma: valga l’esempio delle epidemie inesistenti, usate per imporre la coercizione vaccinale a neonati, bambini e adolescenti sani, in ossequio ad un’imposizione stabilita a Washington il 26 settembre 2014. Le iniezioni di paura nel corpo sociale sembrano efficaci. Peggio del grande fratello orwelliano: è il sistema appena sfornato dal Viminale per fare la spia “a buon mercato” su internet, invece di impegnare la Polizia Postale per dare la caccia a pedofili ed espiantatori di organi umani in Italia. Un altro segno del nostro declino.


Comunque, nel belpaese è vietato parlare, è vietato pensare, è vietato comunicare idee, pensieri e notizie che possano destabilizzare il sistema marcio fino alle fondamenta. In fondo, la censura non è altro che il modo concreto di travestire, escludere, eludere o negare quei contenuti che rischierebbero di mettere in pericolo la presunta legittimità dell’ordine istituzionale.


La diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere, perché conoscere è sapere leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che dicono le autorità e i mass media. La conoscenza ci fa dubitare, soprattutto del potere costituito asservito al dominio.
 
Il ministro Beatrice Lorenzin nella trasmissione televisiva “Porta a porta”, andata in onda nell'ottobre del 2014, si aggiudicò il primato nazionale delle menzogne: «Ricordo che a Londra l'anno scorso sono morti 270 bambini per una epidemia di morbillo...». Praticamente secondo lei era avvenuta una strage. In realtà nel 2013 in Inghilterra morì una sola persona e aveva 25 anni. Non contenta, la Lorenzin a Piazza Pulita, nell'ottobre del 2015, ripetè la stessa bugia: «L'anno scorso a Londra sono morti più di 200 bambini...». Forse si riferiva al 2013, però se era il 2014 non ci fu neanche un caso di morte per morbillo. Altro che fake news: qui eravamo al procurato allarme nei confronti della popolazione da parte di un ministro della Repubblica. Il quale se sbaglia in modo tanto grave, paga. Invece niente: neanche un fascicolo giudiziario sul conto della Lorenzin, che ripetè pubblicamente le sue dichiarazioni terrorizzanti ma destituite di qualsiasi fondamento. E neanche mi risulta che qualche mammasantissima della sanità o della ricerca - sempre pronto a denunciare le falsità del web diffuse dagli antivaccinisti - abbia detto una parola in merito. 
Il compito di un governo illuminato verso il "suo" popolo è la realizzazione del bene comune, vale a dire assicurargli il benessere, ma anche la felicità, non una dittatura per conto terzi nell'Italia senza sovranità.